lunedì 19 maggio 2014

Signore e signori, è una cosa terribile…gli omosessuali hanno invaso la terra…


SONO UNA MAMMA, NON UN GENITORE  1 O  2”. La scritta in stampatello era su un cartellone in un banchetto della Lega Nord, mi sono fermata a leggere perché non riuscivo a capire lo slogan.
Così, facendo leva sul bisogno di comprendere ho chiesto ad un signore lì vicino:
<Scusi, ma cosa significa sono una mamma, non un genitore centodue?>
<Ma no, che ha capito!> E sorridendo mi ha detto: < Non ha seguito la polemica sull’abolizione nei documenti scolastici della dicitura “madre” e “padre”? Vogliono sostituirla con “genitore 1” e “genitore 2”, per… si, questi… loro, gli omosessuali, capisce. Per loro questa dicitura non va bene. Mah!>

Ringrazio, cerco di mantenere un contegno, mi allontano.

“Questi omosessuali”...

La frase mi rimbomba nella mente, sono sgomenta, ma chi sono “questi omosessuali”, non siamo più soli sulla terra ed io mi trovo impreparata, lo scopro per caso in una piazza lombarda. E la televisione, la radio, la stampa perché hanno taciuto? Da dove arrivano?  E i loro figli, che dovrebbero mischiarsi con i nostri, sono pacifici? Dormono come noi? E soprattutto cosa mangiano? Sono come i Visitors? Hanno polmoni, un cuore che pompa sangue?
Sono stordita, disorientata, milioni d’interrogativi in testa. Sono esseri intelligenti? Capaci di formulare concetti logici?
E quel tipo, parlava tranquillo, anche se un po’ a disagio e infastidito.

Mi guardo attorno, ma tutto è ordinato, ognuno muove i passi in sincrono, la gente è seduta ai tavoli del bar, i bambini schiamazzano, tutto placido, domenicale, un leggero alito di vento, il cielo sopra la testa come il giorno precedente.
Respiro, devo fare attenzione a non andare in iperventilazione, prendo tempo, devo andare al banchetto, non quello della lega, mi aspettano a una cerimonia, proverò con cautela ad indagare, forse sto male, sto ancora dormendo e non mi sono alzata dal letto.
La cerimonia è già iniziata. Mi muovo con garbata circospezione quando, d’improvviso si sente la voce di un uomo, avanza coperto da un telo drappeggiato. Panico. 
Allora gli “omosessuali” hanno già colonizzato il territorio! Panico.
<Scusi> sono don Abbondio. <Silenzio> m’interrompe un uomo vicino <parla Aristofane>. Panico, puro panico di colore cereo.

<…pare che gli uomini non conoscano la potenza di Amore> afferma l’oratore con voce solenne, ma colloquiale al tempo stesso <perché, se la conoscessero, gli innalzerebbero templi e altari grandissimi…Egli infatti, tra gli dei, è il più benevolo agli uomini, perché è loro soccorritore e anche medico di tali malanni…Ma anzitutto occorre che conosciate la natura umana e i suoi casi… Per prima cosa tre erano i generi della stirpe umana, non due come ora maschio e femmina… ve n’era anche un terzo comune ad ambedue…ma esso si è perduto… l’androgino era un genere a sé e aveva forma e nome in comune dal maschio e dalla femmina…>

Mi schiaffeggio la faccia, dove, chi, cosa, balbetto. <Scusi> sono sempre don Abbondio <…Aristofane. Chi era costui? E dove siamo>. <Voi donne. Non sapete tacere.> m’interruppe, sempre il vicino < siamo a casa di Agatone>

È il 416 a. C. e consentitemi il sarcasmo.

Sono trascorsi più di 2000 anni, pare che abbiamo messo piede sulla luna, Spirit e Opportunity sbarcano su Marte e noi, eredi di grandi pensatori, uomini che hanno compreso il tempo e lo spazio, che hanno colto la natura umana e il suo significato, che hanno indagato, interrogato, si sono immolati per consentirci di essere storia, noi il 17 maggio dobbiamo celebrare la Giornata mondiale contro l’omofobia.

Oggi è il 2014 d. C. e avere un’identità di genere che non coincida con la distinzione maschio/femmina procura umiliazioni, offese, spregio, pestaggi, vessazioni, morte.

Un riconoscimento negato, vite private di significato, la morte sociale di un essere umano per i suoi orientamenti sessuali. In biologia il sesso serve semplicemente a distinguere gli individui di una stessa specie in generi differenti, con prevalenza di distinzione maschio/femmina per un fattore legato alla riproduzione sessuata. Ma al di là della prevalenza, in natura coesistono  specie diverse.
Il nostro biosistema si fonda sulla diversità. 
Esistono specie che si riproducono sessualmente, specie asessuate, dove non può esserci una distinzione maschio/femmina, individui che mutano sesso nel corso della loro esistenza, nascono maschi e ad un certo punto della loro vita si trasformano in femmine e viceversa,  individui che portano in sé contemporaneamente i caratteri sessuali maschili e femminili.
L’ermafrodito della mitologia greca, l’androgino di cui parla il commediografo Aristofane sono stati nei secoli considerati ora divini, perché in essi coincidevano gli opposti, ora ignominiosi. Oggetto di culto nei paesi greci, dileggiato nelle rappresentazioni scultoree, mi riferisco alle metope del Duomo di Modena, risalenti all’anno 1100, più precisamente alla citazione tratta dal Liber Mostrorum dell’uomo dal doppio sesso, il Potta ovvero  l’Ermafrodito. Lesionato in parte dalla furia di soldati e popolino perché osceno e turpe. Se l’androgino ha sembianze maschili e femminili, l’ermafrodito è maschio e femmina, un individuo che produce sia spermatozoi che uova. Potremmo definirlo un essere perfetto, la sintesi naturale della diversità.
Eppure siamo incapaci di cogliere la grandezza della diversità, ci buttiamo a testa bassa dentro etiche approssimative e superficiali, sventoliamo morali di comodo e sputiamo in faccia a noi stessi.
La sessualità e il modo di viverla è qualcosa di personale, intimo, va al di là dell’estro, il semplice bisogno fisico di accoppiamento. Ci muoviamo sempre in bilico tra la voce del corpo e quella “psicologica”, i nostri bisogni sono istinto, ma anche costruzione. Ma al di là di ogni commento l’uomo, il singolo individuo di questo pianeta, aspira sempre e comunque a stare bene, ad essere “felice” (condizione estremamente soggettiva).
Come posso arrogarmi il diritto d’impedire ad un mio simile di essere felice, se la sua felicità non attenta alla mia vita, non è di ostacolo al progresso scientifico e culturale, non è un germe patogeno.

Nessuno di noi incontrando un conoscente chiede “Oggi come hai fatto sesso? Con chi?”  o si presenta dicendo “piacere, ho il pene piccolo per cui devo fare sesso alla pecorina” o ancora la signora al mercato “1 kg di mele, faccio la cotognata oggi. A mio marito piace spalmarmela sul corpo e leccarmi”.

La mia è una chiacchierata da bar intendiamoci, non scendo in tecnicismi o analisi comportamentali, è un punto di vista, personale e semplice. Come semplice e complessa è la natura in tutte le sue forme. E sempre per parlare, potrei dire che è più semplice “l’incontro” tra due esseri dello stesso genere, solo una donna conosce bene un’altra donna e solo un uomo sa fino in fondo il bisogno di un altro uomo.

L’incontro tra sessi diversi è complesso, dobbiamo scatenare e mettere in gioco una serie di meccanismi biochimici mostruosamente articolati, per non parlare dell’energia che questo richiede. Pensiamo per un attimo ai riti di accoppiamento nel mondo animale, danze, lotte, schermaglie, colori, maschi che sprigionano feromoni femminili per distrarre i rivali, rituali complessi per accoppiarsi magari solo una volta all’anno o una volta nel corso dell’intera vita.


Che splendida varietà, ma come al solito dobbiamo sempre mortificare tutto, nel nome della religione, nel nome della politica, nel nome del comune senso del pudore.

Oscar Wilde fu condannato per omosessualità, considero le sue commedie dei piccoli capolavori d’arguzia. E sicuramente molti “omofobi” avranno riso a teatro alla rappresentazione di una sua opera o guardato la trasposizione cinematografica dei suoi lavori con trasporto. Amava gli uomini? E allora? 
Non riesco a capire, perdonate, ma non so cosa e come il suo piacere possa avere a che fare con me. Piuttosto godo della sua esistenza come scrittore. Ho adorato Orlando di Virginia Woolf, l’androgino che viaggia nel tempo e muta sesso.
Mi piacerebbe fare un test per scoprire in quanti vorrebbero poter passare indisturbati da un sesso all’altro. 
L’ipocrisia è un perfetto cane da guardia per il gregge. 
E che dire di Virginia Woolf, la oltraggiamo perché amò delle donne? Il sopracitato romanzo viene considerato una lettera d’amore alla sua amante Vita Sackville-West.

E io, ditemi in tutta sincerità, dovrei badare alle loro “peregrinazioni” sessuali, alle loro scelte d’amore o di sesso?
Ma non è possibile! Dovrei “stuprare” la loro dignità di uomini per acclamare magari degli interdetti, ignoranti, nullafacenti, oziosi, attaccabrighe, ladri, delle nullità insomma, purché eterosessuali?
Siamo portatori di millenni di storia, figli dell’informatica, viaggiamo, vogliamo conoscere culture, esplorare lo spazio, chattiamo con individui distanti km e km, scarichiamo TB di pornazzi, strizziamo l’occhio alla prostituzione di strada, gridiamo alla liberalizzazione delle droghe leggere, chiediamo la libertà di parola e di opinione, vogliamo la libertà, e penso a tutti gli adolescenti che odiano i loro genitori per i limiti che pongono alla loro voglia di movimento e di espressione e poi, poi corrono a pestare “l’omosessuale”, lasciamo andare in rovina uno stato, siamo accomodanti al malaffare, ma “l’omosessuale” no, quello proprio no!


Erano più illuminati gli umili dei quartieri popolari napoletani, dove i “femminielli” erano amati e benvoluti, godendo a volte addirittura di una posizione privilegiata all’interno del quartiere. Famosi restano i riti da loro celebrati, emozionante il rito della “figliata”, dove il femminiello simula un parto. Liliana Cavani riesce a trasmettere tutto il patos di questa cerimonia nel film La pelle, tratto dall’omonimo romanzo di Curzio Malaparte.
Il nostro è un modello di società fallita, perché incapace di far coesistere insieme agli altri, due modelli di riconoscimento, l’amore e il diritto.


  • In apertura post: Ermafrodito, III sec. a.C., da Pergamo. Istanbul - Museo archeologico -  Foto di: Giovanni Dall'Orto

  • Le immagini e i video in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio

5 commenti :

  1. Ti adoro! un post meraviglioso, bellissima iconografia belli gli inserti video lo condivido subito sui miei account!

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    1. Cara Vera, non c'è niente di più bello del capirsi!
      E il tuo slancio è un vero toccasana, grazie di tutto e di vero cuore.
      Ci vorrebbe anche, non pretendo il capire, ma almeno una comprensione corale per la "diversità", qualunque essa sia.
      Se ci pensi, viviamo in questo sogno degli alieni, senza renderci conto che, esistendo, sarebbero comunque diversi da noi.
      Aspettiamo di ricevere degli alieni senza essere in grado di dare ospitalità all'altro da noi, c'è davvero da "farsi due risate" cocenti :/
      Ti abbraccio forte

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  2. P.S.
    :D tu ahi citato i Visitor, io prima di leggerlo avevo pensato ai Rettiliani ;)
    evidentemente un po' ci capiamo.

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  3. Risposte
    1. In questo spazio non preoccuparti, sapessi quanti refusi ed (o)rrori (i miei) :D
      Siamo umani! Ahahahah

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