Vorrei essere un’emozione, un incontro, un tormento, un luogo, una visione, il sapore di un cibo, una ribellione, un colore, un suono, una storia ordinaria, un lamento, una risata, un frastuono, un sogno. O Ariosto! Sono un uomo STOLTO
nasco una sola volta per morire.
Cento ne pensi, zero ne fai…
Dubbio, incertezza, delega. È il titolo dell’incontro condotto dalla dott.ssa
Licia Vicinelli sulla “perversione” della ragione che si terrà giovedì 29
maggio ore 20,45 alla Mediateca di San Lazzaro di Savena (BO).
Nel dubbio, mi astengo! Quante
volte ci ha accompagnato e ci accompagna questa frase, all’apparenza così ovvia
e risolutiva, anche nei momenti in cui la nostra decisione dovrebbe essere
irrinunciabile. Eppure il dubbio ci immobilizza, non abbiamo più alcuna
certezza, prendiamo tempo, sempre più tempo. Il dubbio non è poi così diverso
dalla paura, non parlo della paura da animale, dove l’istinto risponde con la
paura davanti ad un reale pericolo, ma di quella generata dalle nostre
emozioni, qualcosa di mentale e incorporeo. Davanti al bivio o al trivio invece
di operare una scelta, decidere da che parte andare, la nostra ragione mette in
atto la tanatosi , ci paralizziamo,
chiudiamo il passaggio con il vivere, simuliamo una morte apparente. Non
decidere ci appare come una difesa, in
uno stato di morte apparente non abbiamo più nulla da temere, nessuna azione da
compiere.
Si concluderà a fine mese il Maggio
di Informazione Psicologica giunto alla sua 7 edizione. La campagna di
prevenzione psicologica, organizzata da Psycommunity la più grande comunità virtuale
di psicologi, offre a tutti la possibilità di informarsi e fare prevenzione.
Seminari e colloqui gratuiti sono alla base di questo progetto nazionale. Perché
partecipare al MIP ? Lo spiegano efficacemente gli organizzatori di questo
importante progetto. Perché è importante conoscere,
per sfatare false credenze, correggere atteggiamenti sbagliati. È importante informarsi per informare, l’ignoranza è
un killer spietato. Viviamo nel mito della giovinezza ad ogni costo, del corpo
tonico e in forma. E la mente? I complessi e delicati circuiti che la
costituiscono, di essi cosa conosciamo?
Seggi aperti domenica 25
maggio dalle ore 7.00 alle ore 23.00. Si vota per europee ed amministrative.
scena da Idiocracy di Mike Judge
Il male di questa società è la disinformazione. L’ignoranza
uccide il progresso. Occorre sapere cosa dobbiamo fare per la crescita del
nostro paese in una visione interstatuale che va al di là dei bombardamenti
mediatici di parte e di poltrona. Esiste oggi una cospirazione mostruosa, è in
atto una nuova guerra fredda il nostro nemico è “la corruzione nel potere”. Un sistema
intricato di meschinità che vende per pochi euro un Sogno. Non lasciate che
questi “neo miserabili” distruggano il nostro domani. In questo momento storico
fondato sull’avere, abbiamo urenza di grandi uomini che abbiano la
visione del futuro e ridiano valore all’essere.
Noi abbiamo la responsabilità di scegliere, non ci sono scuse, non abbiamo più tempo per non sapere cosa dobbiamo fare.
“SONO UNA MAMMA, NON
UN GENITORE 1O2”. La scrittain stampatello era su un cartellone in un banchetto della Lega
Nord, mi sono fermata a leggere perché non riuscivo a capire lo slogan.
Così, facendo leva sul bisogno di comprendere ho chiesto ad un signore lì vicino: <Scusi, ma cosa significa sono una mamma, non un genitore centodue?> <Ma no,
che ha capito!> E sorridendo mi ha detto: < Non ha seguito la polemica
sull’abolizione nei documenti scolastici della dicitura “madre” e “padre”?
Vogliono sostituirla con “genitore 1” e “genitore 2”, per… si, questi… loro,
gli omosessuali, capisce. Per loro questa dicitura non va bene. Mah!>
Ringrazio, cerco di mantenere un
contegno, mi allontano.
“Questi omosessuali”...
La frase mi rimbomba nella mente,
sono sgomenta, ma chi sono “questi omosessuali”, non siamo più soli sulla terra
ed io mi trovo impreparata, lo scopro per caso in una piazza lombarda. E la
televisione, la radio, la stampa perché hanno taciuto? Da dove arrivano? E i loro figli, che dovrebbero mischiarsi con i nostri, sono pacifici?
Dormono come noi? E soprattutto cosa mangiano?Sono come i Visitors? Hanno polmoni, un cuore che
pompa sangue?
Sono stordita, disorientata, milioni d’interrogativi in testa.
Sono esseri intelligenti? Capaci di formulare concetti logici?
E quel tipo,
parlava tranquillo, anche se un po’ a disagio e infastidito.
Mi guardo attorno, ma
tutto è ordinato, ognuno muove i passi in sincrono, la gente è seduta ai tavoli
del bar, i bambini schiamazzano, tutto placido, domenicale, un leggero alito di
vento, il cielo sopra la testa come il giorno precedente.
Respiro, devo fare
attenzione a non andare in iperventilazione, prendo tempo, devo andare al
banchetto, non quello della lega, mi aspettano a una cerimonia, proverò con
cautela ad indagare, forse sto male, sto ancora dormendo e non mi sono alzata
dal letto.
La cerimonia è già iniziata. Mi
muovo con garbata circospezione quando, d’improvviso si sente la voce di un
uomo, avanza coperto da un telo drappeggiato. Panico. Allora gli “omosessuali” hanno già colonizzato il territorio! Panico. <Scusi> sono don Abbondio. <Silenzio> m’interrompe un uomo vicino
<parla Aristofane>. Panico, puro panico di colore cereo. <…pare che
gli uomini non conoscano la potenza di Amore> afferma l’oratore con voce
solenne, ma colloquiale al tempo stesso <perché, se la conoscessero, gli
innalzerebbero templi e altari grandissimi…Egli infatti, tra gli dei, è il più
benevolo agli uomini, perché è loro soccorritore e anche medico di tali
malanni…Ma anzitutto occorre che conosciate la natura umana e i suoi casi… Per
prima cosa tre erano i generi della stirpe umana, non due come ora maschio e
femmina… ve n’era anche un terzo comune ad ambedue…ma esso si è perduto…
l’androgino era un genere a sé e aveva forma e nome in comune dal maschio e dalla
femmina…>
Mi schiaffeggio la faccia, dove, chi, cosa, balbetto.
<Scusi> sono sempre don Abbondio <…Aristofane. Chi era costui? E dove
siamo>. <Voi donne. Non sapete tacere.> m’interruppe, sempre il vicino
< siamo a casa di Agatone>
È il 416 a. C. e consentitemi il
sarcasmo.
Sono trascorsi più di 2000 anni, pare che abbiamo messo piede sulla
luna, Spirit e Opportunity sbarcano su Marte e noi, eredi di grandi pensatori,
uomini che hanno compreso il tempo e lo spazio, che hanno colto la natura umana
e il suo significato, che hanno indagato, interrogato, si sono immolati per
consentirci di essere storia, noi il 17 maggio dobbiamo celebrare la Giornata
mondiale contro l’omofobia.
Oggi è il 2014 d. C. e avere un’identità di genere
che non coincida con la distinzione maschio/femmina procura umiliazioni,
offese, spregio, pestaggi, vessazioni, morte.
Un riconoscimento negato, vite
private di significato, la morte sociale di un essere umano per i suoi
orientamenti sessuali. In biologia il sesso serve semplicemente a distinguere
gli individui di una stessa specie in generi differenti, con prevalenza di
distinzione maschio/femmina per un fattore legato alla riproduzione sessuata.
Ma al di là della prevalenza, in natura coesistono specie diverse.
Il nostro biosistema si fonda
sulla diversità.
Esistono specie che si riproducono sessualmente, specie
asessuate, dove non può esserci una distinzione maschio/femmina, individui che
mutano sesso nel corso della loro esistenza, nascono maschi e ad un certo punto
della loro vita si trasformano in femmine e viceversa, individui che portano in sé contemporaneamente
i caratteri sessuali maschili e femminili.
L’ermafrodito della mitologia
greca, l’androgino di cui parla il commediografo Aristofane sono stati nei
secoli considerati ora divini, perché in essi coincidevano gli opposti, ora
ignominiosi. Oggetto di culto nei paesi greci, dileggiato nelle
rappresentazioni scultoree, mi riferisco alle metope del Duomo di Modena, risalenti
all’anno 1100, più precisamente alla citazione tratta dal Liber Mostrorum
dell’uomo dal doppio sesso, il Potta ovvero
l’Ermafrodito. Lesionato in parte dalla furia di soldati e popolino
perché osceno e turpe. Se l’androgino ha sembianze maschili e femminili, l’ermafrodito
è maschio e femmina, un individuo che produce sia spermatozoi che uova.
Potremmo definirlo un essere perfetto, la sintesi naturale della diversità. Eppure siamo incapaci di cogliere la grandezza della diversità, ci buttiamo a
testa bassa dentro etiche approssimative e superficiali, sventoliamo morali di
comodo e sputiamo in faccia a noi stessi.
La sessualità e il modo di viverla è
qualcosa di personale, intimo, va al di là dell’estro, il semplice bisogno fisico
di accoppiamento. Ci muoviamo sempre in bilico tra la voce del corpo e quella “psicologica”,
i nostri bisogni sono istinto, ma anche costruzione. Ma al di là di ogni
commento l’uomo, il singolo individuo di questo pianeta, aspira sempre e
comunque a stare bene, ad essere “felice” (condizione estremamente soggettiva).
Come posso arrogarmi il diritto d’impedire
ad un mio simile di essere felice, se la sua felicità non attenta alla mia vita,
non è di ostacolo al progresso scientifico e culturale, non è un germe
patogeno.
Nessuno di noi incontrando un conoscente chiede “Oggi come hai fatto
sesso? Con chi?” o si presenta dicendo “piacere, ho
il pene piccolo per cui devo fare sesso alla pecorina” o ancora la signora al
mercato “1 kg di mele, faccio la cotognata oggi. A mio marito piace spalmarmela sul
corpo e leccarmi”.
La mia è una chiacchierata da bar intendiamoci, non scendo
in tecnicismi o analisi comportamentali, è un punto di vista, personale e
semplice. Come semplice e complessa è la natura in tutte le sue forme. E sempre
per parlare, potrei dire che è più semplice “l’incontro” tra due esseri dello
stesso genere, solo una donna conosce bene un’altra donna e solo un uomo sa
fino in fondo il bisogno di un altro uomo. L’incontro tra sessi diversi è
complesso, dobbiamo scatenare e mettere in gioco una serie di meccanismi
biochimici mostruosamente articolati, per non parlare dell’energia che questo
richiede. Pensiamo per un attimo ai riti di accoppiamento nel mondo animale,
danze, lotte, schermaglie, colori, maschi che sprigionano feromoni femminili
per distrarre i rivali, rituali complessi per accoppiarsi magari solo una volta
all’anno o una volta nel corso dell’intera vita.
Che splendida varietà, ma come al
solito dobbiamo sempre mortificare tutto, nel nome della religione, nel nome
della politica, nel nome del comune senso del pudore. Oscar Wilde fu condannato
per omosessualità, considero le sue commedie dei piccoli capolavori d’arguzia. E
sicuramente molti “omofobi” avranno riso a teatro alla rappresentazione di una
sua opera o guardato la trasposizione cinematografica dei suoi lavori con
trasporto. Amava gli uomini? E allora?
Non riesco a capire, perdonate, ma non so cosa e come il suo piacere possa avere a
che fare con me. Piuttosto godo della sua esistenza come scrittore. Ho adorato Orlando di Virginia Woolf, l’androgino
che viaggia nel tempo e muta sesso.
Mi
piacerebbe fare un test per scoprire in quanti vorrebbero poter passare
indisturbati da un sesso all’altro.
L’ipocrisia è un perfetto cane da guardia
per il gregge.
E che dire di Virginia Woolf, la oltraggiamo perché amò delle
donne? Il sopracitato romanzo viene considerato una lettera d’amore alla sua
amante Vita Sackville-West.
E io, ditemi in tutta sincerità, dovrei badare alle
loro “peregrinazioni” sessuali, alle loro scelte d’amore o di sesso?
Ma non è
possibile! Dovrei “stuprare” la loro dignità di uomini per acclamare magari
degli interdetti, ignoranti, nullafacenti, oziosi, attaccabrighe, ladri, delle
nullità insomma, purché eterosessuali?
Siamo portatori di millenni di storia,
figli dell’informatica, viaggiamo, vogliamo conoscere culture, esplorare lo
spazio, chattiamo con individui distanti km e km, scarichiamo TB di pornazzi,
strizziamo l’occhio alla prostituzione di strada, gridiamo alla
liberalizzazione delle droghe leggere, chiediamo la libertà di parola e di
opinione, vogliamo la libertà, e penso a tutti gli adolescenti che odiano i
loro genitori per i limiti che pongono alla loro voglia di movimento e di
espressione e poi, poi corrono a pestare “l’omosessuale”, lasciamo andare in
rovina uno stato, siamo accomodanti al malaffare, ma “l’omosessuale” no, quello
proprio no!
Erano più illuminati gli umili
dei quartieri popolari napoletani, dove i “femminielli” erano amati e benvoluti,
godendo a volte addirittura di una posizione privilegiata all’interno del
quartiere. Famosi restano i riti da loro celebrati, emozionante il rito della “figliata”,
dove il femminiello simula un parto. Liliana Cavani riesce a trasmettere tutto
il patos di questa cerimonia nel film La pelle, tratto dall’omonimo
romanzo di Curzio Malaparte.
Il nostro è un modello di società
fallita, perché incapace di far coesistere insieme agli altri, due modelli di
riconoscimento, l’amore e il diritto.
In apertura post: Ermafrodito, III sec. a.C., da Pergamo. Istanbul - Museo archeologico - Foto di: Giovanni Dall'Orto
Le immagini e i video in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio
Se saprai starmi vicino, e potremo essere diversi, se il sole illuminerà entrambi senza che le nostre ombre si sovrappongano,se riusciremo ad essere "noi" in mezzo al mondo e insieme al mondo piangere, ridere, vivere. (...) P. Neruda
<Sembra? È, io non so di “sembra”… Cose che l’uomo può fingere di
queste diciamo “sembrano”…>, sono le parole di Amleto dopo l’apparizione
dello spettro paterno. Al MEF l’artista Liu Bolin si abbandona ai pennelli,
immobile come una tela, solo per qualche istante si scorge l’occhio attento e
vivace. Eccolo dentro l’obiettivo: sembra sparito! Sembra o è? Inghiottito
dalla “Rossa” di Maranello o confuso con essa?
Oggi 17 maggio notte bianca a
Modena, i vampiri potranno passeggiare indisturbati ebbri di lambrusco rosso
sangue. Più verosimilmente è la notte che tutti gli insonni aspettano ad occhi
aperti. Odori, caotico via vai, parole in fuga, lingue e colori, musica. La
tribù della strada in azione. E in questa varietà, come sopravvive l’uomo
invisibile? L’uomo che vuole stare al margine, vedere senza essere visto?
Deve correre alle 20 al Museo
Casa Enzo Ferrari, muoversi come Ghost Dog e impossessarsi dei segreti di Liu
Bolin, l’artista cinese capace di fondersi con i soggetti circostanti. Liu Bolin
regala allo spettatore il sogno dell’invisibilità, la capacità che solo alcuni
animali hanno di rendersi indistinguibili, di sfuggire ai predatori. Ma io sarò visibile in mezzo alla folla o invece sarà proprio Liu Bolin ad essere più visibile di tutti? Camaleonti ci troviamo a casa di "Enzo", sarà una lezione interessante.
La narrazione del Furioso, l’Orlando, s’intreccia
intorno a tre vicende. Se la prima racconta della guerra, che fa da sfondo all’intero
poema, la seconda spetta necessariamente a Lui. Lui chi?
Ma si, il caro
compagno della nostra vita, il nostro bramato dr. Jekyll e Mr. Hyde: L’Amore!
[L’Amore è] "un demone grande… figlio
dell’Espediente e della Povertà… anzitutto è sempre povero, ed è ben lontano
dall’essere delicato e bello come i più credono…intreccia sempre qualche
macchinazione… abile stregone e fattucchiero..." (Platone, Simposio o Convito)
A dire il vero mi ero ritagliata
del tempo per visitare la mostra I Vincenzi “argentieri e bisuttieri della Real
Casa”. Questo prima, prima che il mio
occhio intravedesse nell’ultima sala delle scarpe e i versi di Antonio Machado:
“Tu che sei in viaggio, sono le tue orme
la strada, nient’altro… la strada la fai tu andando…e girandoti indietro vedrai
il sentiero che mai più calpesterai…”
Ero al
crocevia dovevo scegliere ho deciso di andare avanti verso le strade e ho perso
me stessa (questo l’ho scoperto dopo).
La sinergia
di un gruppo di cittadini modenesi provenienti da diversi continenti ha
reso possibile congiungere idealmente le strade di Argentina, Congo, Albania,
Marocco, Colombia, Romania, Russia, Turchia, Ucraina, Filippine, Perù, Togo,
Camerun, CostaD’Avorio, Bangladesh.
E’ nata la
mostra “Strade. Al museo si incontrano le strade del mondo”, visitabile fino
all’8 giugno 2014 al Museo Civico Archeologico di Modena.