«Spazio, ultima frontiera. Eccovi
i viaggi dell'astronave Enterprise durante la sua missione quinquennale,
diretta all'esplorazione di strani, nuovi mondi, alla ricerca di altre forme di
vita e di civiltà, fino ad arrivare laddove nessun uomo è mai giunto prima», si
aprivano con questa frase gli episodi della serie televisiva di fantascienza
Star Trek, e noi sognavamo di viaggiare nella galassia infinita, in un universo
fantascientifico guidati dal focoso capitano James Tiberius Kirk, di muoverci a
velocità warp curvando lo spaziotempo. Eravamo proiettati al 2063, a quel
lancio di prova del 5 aprile che segnava
la nascita del primo motore a curvatura del pianeta Terra costruito dal Dott.
Zefram Cochrane.
Mentre noi balzavamo dal divano al frigorifero a fattore 9.6 per
non perdere la scena, la Terra incontrava Vulcano e il signor Spock entrava
nelle nostre case con la stessa disinvoltura con cui la vicina (sarebbe stata
senza dubbio una “romulana”) bussa alla porta per chiedere dello zucchero.
A quasi 50 anni di distanza da
quella memorabile prima puntata, al Johnson Space Center della NASA a Houston,
come in una sorta di Ritorno al futuro, l’antenato del dott. Cochrane sta
studiando la possibilità di costruire il motore a curvatura del 2063.