Ritorna “Modena bai
nait” , primo appuntamento mercoledì 11 giugno alle ore 21 di fronte al Duomo.
Incontrarsi per scoprire la città degli Este sotto i riflettori della notte. Ogni
mercoledì sera a partire dal 11 giugno fino al 9 luglio e mercoledì 20 agosto
ritrovo alle ore 21 davanti al Duomo di Modena per una serie di visite guidate
organizzate dall’associazione La Rose Noire con il patrocinio della
Circoscrizione 1.
Camminare lentamente per le vie e i vicoli della città respirando la storia, l’arte, la vita (tra curiosità e leggende) attraverso i racconti di Elisabeth Mantovani, esperta di arte e simbolismo, dell’archeologo Nicola Raimondi, di Simonetta Aggazzotti, di Erica De Ponti e dello scrittore e illustratore Pino Ligabue. Passaggi, architetture, storie dalla Mutina romana "...firmissima et splendidissima populi Romani colonia..." , alla Modena ebraica lungo le vie dell'ex ghetto , la Cabala e il Neoplatonismo in epoca Umanistica e neo-rinascimentale, le sculture e i rilievi del Duomo di Modena, la storia di re Artù e le figure fantastiche delle metope, per scoprire che l’ermafrodito, “la potta di Modena”, era tal monna Antonia che nel 1227 aveva 42 figli (dovremmo confidare negli ermafroditi per arginare la nostra decadenza demografica) . Dettagli locali e popolari, misteri ed enigmi dentro la calda notte di Modena. E allora via, in punta di piedi per non svegliare gli antichi spiriti, nella città che porta come motto nel gonfalone “Avia Pervia”, vale a dire “Rendiamo facili le cose difficili”.
Camminare lentamente per le vie e i vicoli della città respirando la storia, l’arte, la vita (tra curiosità e leggende) attraverso i racconti di Elisabeth Mantovani, esperta di arte e simbolismo, dell’archeologo Nicola Raimondi, di Simonetta Aggazzotti, di Erica De Ponti e dello scrittore e illustratore Pino Ligabue. Passaggi, architetture, storie dalla Mutina romana "...firmissima et splendidissima populi Romani colonia..." , alla Modena ebraica lungo le vie dell'ex ghetto , la Cabala e il Neoplatonismo in epoca Umanistica e neo-rinascimentale, le sculture e i rilievi del Duomo di Modena, la storia di re Artù e le figure fantastiche delle metope, per scoprire che l’ermafrodito, “la potta di Modena”, era tal monna Antonia che nel 1227 aveva 42 figli (dovremmo confidare negli ermafroditi per arginare la nostra decadenza demografica) . Dettagli locali e popolari, misteri ed enigmi dentro la calda notte di Modena. E allora via, in punta di piedi per non svegliare gli antichi spiriti, nella città che porta come motto nel gonfalone “Avia Pervia”, vale a dire “Rendiamo facili le cose difficili”.