venerdì 26 settembre 2014

Oggi sembra che tutto si possa vendere e comprare. La lode al dono e la storia di Raphael Fellmer alla ricerca di Eotopia.

per non vivere nell'Isola delle bambole
Lode al dono
di Francesco Masala e Davide Galati,

propongo un lavoro a quattro mani e due teste, quelle di Davide Galati e le mie, l’abbiamo fatto qualche anno fa, ci interrogavamo sul dono, abbiamo deciso di scriverci da noi quello che avremmo voluto leggere, e ve lo diamo in dono, non è perfetto, ma non costa niente.


Lode al dono – 1. Introduzione
(Questo pezzo, scritto a quattro mani, è il primo di una serie di post convergenti e paralleli composti da Davide Galati e da me)
Oggi sembra che tutto si possa vendere e comprare. Il prezzo sembra la misura di tutte le cose. Esistono porzioni delle nostre vite dedicate ad attività che non hanno un prezzo e che troviamo nei rapporti umani nella forma di “dono”.
Crediamo che la logica che stia dietro il “dono” sia sintetizzata alla perfezione dalle parole di Jorge Luis Borges: “Colui che dà non si priva di ciò che dà. Dare e ricevere sono la stessa cosa”.
Un’altra questione importante è quella sulla utilità o (in)utilità

Ho appena finito di rileggerla la «Lode al dono», è uno spunto profondo di riflessione, non privatevi della sua lettura, fatelo con lentezza, come si conviene ad una sosta rifocillante.

La lettura della “lode” ha avuto su di me  lo stesso effetto di una macchia di Rorschach, una sorta di risposta del mio cervello istintiva ed immediata, e come per le macchie la mia associazione non consideratela né giusta, né sbagliata, ma un rimando incondizionato a una storia.
La storia è quella di Raphael Fellmer,  un Sigfrido moderno, vive a Berlino, con una scelta di vita estrema per il nostro sistema: il rifiuto del denaro.

Raphael Fellmer
Fellmer, padre di due figli,  da anni vive senza usare più i soldi, ma non è solo questo lo straordinario, lui recupera gli sprechi  della panciuta società consumistica, li organizza e li distribuisce. Il social network da lui fondato  lebensmittelretten.de conta oltre 5000 iscritti.

La famiglia Fellmer
È un virtuoso social “foodbook”, qui si cerca cibo, si postano luoghi di raccolta, si organizza la distribuzione. La condivisione di quello che finirebbe nei bidoni della spazzatura. Quello che negozi, supermercati e attività commerciali destinano al macero viene riscattato e ridistribuito dalla rete di Raphael.

Foto di Carl Warner
Il progetto aspira a diventare globale e ad estendersi al recupero di più risorse possibili. Tutto questo grazie ad un sistema di contributi, collaborazioni, sostegni gratuiti per realizzare una società sostenibile. Persone, ma preferisco guardarli come epici eroi, che hanno voluto superare la facile lamentela a cui ci assoggettiamo quotidianamente contro l’indifferenza, le istituzioni, la cialtroneria, impegnandosi attivamente a “fare”, non dire di fare come si abusa ultimamente, ma realizzare il fare.

Oggi il sogno di Raphael Fellmer e dei suoi compagni si chiama “Eotopia”, la costruzione di un eco-villaggio nel sud dell'Europa fondato su questi principi di condivisione e sostegno.  Lode al dono.


2 commenti :

  1. Ah, che boccate d'aria fresca, questi squarci su qualcosa "d'altro" che non sia sempre la solita vita del gregge.

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  2. C'è il dire di fare e poi esiste anche "il fare". Per fortuna!

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