domenica 5 marzo 2017

La poesia: Simona Merlo e Giorgia Satta. La Poeta della domenica si veste di amicizia.



Oggi e per la prossima domenica lo spazio poesia sarà dedicato alle amiche, uno spazio di condivisione delle loro voci, delle loro emozioni, uno spazio dove raccontano se stesse, tra luoghi, immagini e poesia.

Fare rete non significa solo portare avanti iniziative, progettare, lottare per i propri diritti, ma anche parlare solo di noi, dei pensieri che ci attraversano e spesso finiscono con il cadere su un  foglio... 

Beato chi divide col prossimo i pesi della vita!

Il mio nome è Nessuno

Simona Merlo


I motivi che mi spingono a scrivere sono molteplici ma tentare di spiegarli, di razionalizzarli rischierebbe di renderli banali. Credo che sia al pari di una seduta psicanalitica: qualcosa di terribile e di sublime allo stesso tempo, in fondo il confine tra piacere e dolore è molto sottile negli esseri umani.

Simona Merlo 


FURORI EQUINOZIALI

Ho smesso la solitudine che mi impone
la speranza di ancora riabbracciarti.
Sull'orlo dei miei aspetta le braccia erano tese
ma il tramonto dentro al cuore anneriva i suoi abbagli.

Tremava la marina nel meriggio di Camogli,
i fili di pesco che fuggivano la chioma
come ponte gettato tra me e te.

Ma era la notte a suggerirti le parole,
mentre ansava la terra sotto i tuoi passi di primavera.
Assente
come questo circolo di urne di maggio mi suggerisce
andavamo io e la notte inquieta.

Era la notte e l'alone del cielo
risplendeva;
erano le rotte dei fili lungo il cielo
quei fili di cielo
lungo le rotte
nella notte
solo il passo, mio o tuo,
dentro la notte
sotto le palpebre dure dei tuoi occhi
di cielo
e solitario si scuote:
così bianco! Così bianco! Quell'alone del cielo.
Un'alba che lameggia sopra le rotte.

Simona Merlo



Simona Merlo


Sono nata a Belluno trent'anni fa. Ho frequentato la Facoltà di Lettere e Filosofia a Padova dove ho abbracciato completamente il mio amore per la letteratura e la poesia studiando con professori come Silvio Ramat e Adone Brandalise. Dopo gli studi ho iniziato ad insegnare presso le scuole medie della provincia di Belluno dove aiuto le giovani generazioni a comprendere e ad amare le pagine più belle che il genio umano ha saputo scrivere.

La mia vita è in cammino.

Quando cammino mi guardo i piedi o guardo i tetti, difficilmente osservo le persone intorno a me; se lo faccio sono ferma da qualche parte. In effetti, quando mi guardo i piedi nudi, talvolta conto le dita e mi sbaglio: certe volte sono undici o dodici e mi viene da ridere.

La cosa che vorrei di più in assoluto è non dovermi pentire. Non di qualcosa in particolare, ma proprio in generale. Pentirmi di una frase, pentirmi di uno sguardo, pentirmi di un gesto. Odio il pentimento eppure non posso farne a meno, come un tossico in astinenza.

Quando cammino, quindi, spero che questo sentimento mi lasci in pace.


Paolo e Francesca particolare,  Anselm Feuerbac - 1864


"E non ho un libro di poesie preferito.
Sarebbe come chiedere se ti piace di più il cielo o il mare.
La bellezza ha molte forme e la scelta per me non è contemplabile.
Adoro Montale. Piango con Leopardi. Mi struggo con Alda Merini. Assaggio piano Pavese. Sento il cicaleccio aspro della madre di Saba. Sento i passi onirici di Campana. Mi ubriaco con Baudelaire. Mi innamoro con Verlaine. Solo poche volte mi avventuro in Funeral Blues di Auden. Invidio la maestria di Emily Dickinson. Sento puzza di gas quando apro la raccolta di Sylvia Plath. Com'è brutto ma è tutto amore Pablo Neruda.

Ma c'è  una poesia che amo moltissimo:

La tarantula urdi
e non si sa pi cui
stenni li veli e non li cogghie mai
passa la musca pi li fatti sui
s'impidda e spidda ma non si spidda mai.
Accussì sugnu iò, figghiuzza mia:
la tarantula bedda siti vui
e la musca sugnu iò ca c'incappai.

L'ha scritta un mio avo ai primi del Novecento per la donna che amava; è incorniciata nella mia casa in Sicilia.

Una goccia di lui, forse, è passata anche a me.
Simona Merlo




MEMENTO

Serbala più che puoi, cara memoria. 

E più che puoi, amore.

Senza quest'orrida attesa che prelude allo strazio.

Recami ancora, più che puoi, sera.

Non mi voglio voltare, non ancora

perché s'allunga oltremare la riga.

E la sera di agosto ( era agosto?)

torna sovente...

Allora le carni ricordano.
Vita.
Simona Merlo

Gerti Schiele ritratto, Egon Schiele litografia - 1909


Giorgia Satta


Quando mi hai preso? Quando ero bambina e a un tratto il cielo non era solo blu.E poi l’amore ha avuto mille facce, e mi è piaciuto il rumore del mare,e i sassi… e dentro i passi ogni rumore ha avuto la sua musica.Il pianto e il riso come fratelli e figli, e il tempoil senso delle cose… le spine, le rose, la vita il dolore, il sapore.E tu poesia a fianco a me, sorella!
Giorgia Satta



Streets-of-Havana


Non è deserto il cuore
c'è sempre un balcone
che dà su un confronto
col viaggio finito.
Peccato per ieri,
qualcosa è sfuggito di mano
cercare non basta, non torna
sfumata sui muri di strada
una crepa di luce
mi sono persa lì, malata
di un ricordo, quasi un'asma
una fragilità insistente
uno scandalo dolce
un portone, una fuga
e poi niente.
Giorgia Satta

Giorgia Satta

Sono  sarda, ma vivo da molti anni in provincia di Bologna. Qui sono arrivata negli anni settanta per lavoro e mi sono fermata. Il legame viscerale con la mia terra non si è mai spezzato, forse da questo è nato il mio amore per la poesia. 

Scrivo infatti in maniera estemporanea come i poeti sardi di strada, che componevano al momento, nelle piazze, storie di vita in poesia su richiesta dei presenti e su temi dettati al momento. 

Il tema per me diventa quello che mi suggerisce un’immagine, una situazione, un’emozione improvvisa.. se non ho altro io mi scrivo sulle mani… scrivere è una necessità come respirare, la poesia è tiranna ti comanda il cuore e quando ne accetti il "dominio" vedi e senti con altri sensi.


 
Luna



Quella volta ho riso così forte
che ne ho provato dolore.
Succede l'incontro, improvviso
non c'entra l'amore, è piuttosto
capire ad un tratto che è libero il cuore.
Non chiede né giorni né ore
basta un attimo nuovo
riconoscere il vento, lo muove una mano
e d'un tratto ogni peso diventa leggero
si dissolve il pensare alla notte del mondo
senza stelle per tanti
a cammini di passi pesanti e all'andare
di uomini soli, alle strade di nebbia
e ai bicchieri svuotati nei bar.
Succede quel niente che squarcia
frantuma il muro del tempo...
la danza di un ragno sul ramo
non so perché ho riso
davvero,
facendo rumore di fiume
e di sassi d'argento
si sana il momento e il pensiero
c'è fin troppa luna e il troppo ora duole.

Giorgia Satta


  • Lawrence Ferlinghetti nel 1958 scrive: “La poesia che si è fatta udire di recente è ciò che potrebbe essere chiamata ‘poesia di strada’. Perché consiste nel far uscire il poeta dal suo interiore santuario estetico dove troppo a lungo è rimasto a contemplare il suo complicato ombelico. Consiste nel riportare la poesia nella strada dove era una volta, fuori dalle classi, fuori dalle facoltà e in realtà fuori dalla pagina stampata. La parola stampata ha reso la poesia silenziosa”

da Scene italiane, L. Ferlinghetti, 
Minimum Fax, Roma 1995, pp. 11-12.



Ivan Tresoldi, ivan, poeta di strada in un momento del suo “agire poesia”


_______________________________________


[…]
a questa finestra approdano le strade
altrui - angeli, sogni, incubi, scirocchi –

Maria Luisa Spaziani  versi da Cortile al Babbuino
dalla raccolta Geometria del disordine, 1981



#difendiamolapoesia #8marzo #difendiamolefonti e per quanto possibile citiamole sempre


  • Le immagini fonte d'ispirazione per Giorgia e significative per Simona presenti in questo post provengono dal web e sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio.


8 commenti :

  1. Ma che belli questi incontri. Grazie

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    1. L'idea di fare incontrare delle "amiche" e ascoltare le loro voci l'ho sentita come una necessità e una "bellezza" da condividere. E il vostro entusiasmo mi ha ripagata...
      Per cui il Grazie lo dico io a te DANIELA perchè ci sei.
      Un fortissimo abbraccio che ti segua ovunque tu "decida di andare".

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  2. Un altra bella pagina di poesia (volevo mettere, "al femminile", ma mi sembra sbagliato).

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    1. Più che "femminile" Alli, mi piace la parola "femminitudine". Credo dia più il senso di ciò che si vive, a volte con fatica, ma non solo.
      Le femmine ringraziano ;)

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  3. Complimenti alle autrici di queste splendide poesie.
    Saluti a presto.

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    1. Che donne! Ogni tanto, Cavaliere, bisogna scriverlo :D
      Credo di poter dire Grazie a loro nome... a mio per il tuo sostegno.
      Serena settimana.

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  4. Belle poesie, intimiste diverse dal mio stile ma scritte davvero bene

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    1. Citando Gregory Bateson, Daniele Rockpoeta,:
      "La saggezza è saper stare con la differenza senza voler eliminare la differenza."
      Un caro saluto

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