venerdì 3 marzo 2017

Beate Uhse la regina del piacere. 8 marzo #nonunadimeno. Aspettando la chiamata allo sciopero internazionale delle donne: Storie di donne/5


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"L’ 8 marzo la terra trema. Le donne del mondo si uniscono e lanciano una prova di forza e un grido comune: sciopero internazionale delle donne. Ci fermiamo. Scioperiamo, ci organizziamo e ci incontriamo tra di noi. Mettiamo in pratica il mondo in cui vogliamo vivere."



Beate Uhse: Una vita con il piacere e l’amore.


Beate Uhse è una donna minuta, sorridente, non lo diresti a guardarla che collauda e pilota aerei militari, né tantomeno penseresti che sia la regina indiscussa del piacere, fondatrice dell’omonima azienda la “Beate Uhse”, un brand conosciuto in tutto il mondo.

E cosa ancor più sorprendente che lo sia nella Germania degli anni ’50.


Nata nel 1919 a Wargenau nella Prussia Orientale, figlia di Otto Köstlin  e Magarete Köstlin  una delle prime cinque donne dottore nella Repubblica di Weimar, era affascinata dall’idea di volare. Tanto stregata quanto caparbia che a 18 anni ottenne il brevetto di pilota alla Rangsdorf  di Berlino.

Inizia così la sua carriera come pilota collaudatore e commerciale, nel 1939 sposa il suo istruttore di volo acrobatico Hans-Jürgen Uhse, ma è anche l’inizio della guerra.


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Beate Uhse 1938


“Scoppia la Seconda Guerra Mondiale e tutti e due i coniugi combattono nei cieli di mezza Europa. Hans Junger è abbattuto dalla contraerea inglese e Beate è allo stesso tempo ufficiale della Luftwaffe e vedova di guerra. Il 30 aprile 1945, con i russi ormai alle porte di Berlino, Beate scappa su un bimotore con suo figlio (Klaus nato nel 1943, insieme al figlio porta con sé due feriti e la bambinaia) verso Nord. A Lech si consegna agli inglesi e se la cava con qualche mese di carcere.”

“Si ritrovò così a Flensburg, nell’estremo Nord. Aveva perso tutto e gli alleati vietavano di lavorare ai piloti che avevano servito sotto il III Reich. “Non ero stata nazista, non ero una fanatica, mi piaceva solo volare.” (sono parole di Beate).”

“La vita per una vedova di guerra con due bambini è durissima nella Germania disastrata del dopoguerra. Beate ha l'idea che cambia la sua vita e quella di molti altri tedeschi.”

La giovane vedova deve trovare un altro modo per guadagnare soldi e mantenere se stessa e il figlio. Intraprende una vendita di prodotti porta a porta, un lavoro che le fa incontrare molte casalinghe con tutti i loro problemi, soprattutto quello della maternità indesiderata.


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Di ritorno dal fronte gli uomini desiderano fare l’amore con le loro mogli, che rimangono puntualmente incinte, senza preoccuparsi che non c'era "nessun appartamento, nessun reddito e nessun futuro" per i bambini.  Ed erano molte le donne che ricorrevano a pericolosi aborti clandestini.

Beate Uhse rammentò le lezioni che sua madrecontravvenendo al bigottismo del periodo, le aveva dato da giovane sulla sessualità, l'igiene sessuale e la contraccezione
Intraprese un lavoro di ricerca sul metodo Ogino-Knaus di contraccezione, e raccolse insieme tutte le informazioni in un opuscolo che spiegava alle donne come identificare i loro giorni fertili e non fertili.


Finalmente anche le donne potevano godere dei piaceri sessuali senza il rischio di gravidanze indesiderate.

“Comincia a vendere nei paesini dello Schleswig-Hollstein e poi per corrispondenza in tutta la Germania un libretto ciclostilato intitolato Schrift X. E' un manuale che spiega il metodo anticoncezionale Ogino-Knaus.


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Beate Uhse fa promozione

Per due Reichsmark (la valuta imposta dagli Alleati in Germania) i tedeschi possono consolarsi con il sesso senza mettere al mondo troppi figli.

E' un boom. Nel 1956 il libretto ha venduto 32mila copie…
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  •      Beate Uhse diventò la figura di riferimento per tutte le donne che avevano domande, dilemmi, curiosità o semplicemente un sano appetito sessuale, e iniziò a corrispondere con molte di loro dispensando consigli in materia di prevenzione e igiene sessuale, e piano piano a vendere per posta libelli informativi, e più tardi preservativi. (da Berlin&Out qui)

Nel 1951, con quattro dipendenti, apre la società "Beate Uhse Mail Order", offrendo preservativi e libri sull’"igiene coniugale".  Solo due anni dopo, l'azienda aveva quattordici dipendenti e Beate sposa il rivenditore Ernst-Walter Rotermund da cui ebbe un secondo figlio, Ulrich.


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Reparto di uno dei negozi Beate Uhse, Olanda 

È a Flensburg, nel 1962, che Beate Uhse-Rotermund apre il suo primo “negozio specializzato per l’igiene coniugale”
il primo negozio di sesso in tutto il mondo.

In un contesto conservatore e bigotto, continuamente presa di mira dalla polizia e dalle procure che la accusavano d'"infiammare e soddisfare i desideri lussuriosi in modo contrario alla decenza e della morale" (dal 1962 al 1992 è stata incriminata più di 2.000 volte), 
Beate ha messo su un'azienda con cento impiegati e un milione di marchi di fatturato specializzata in articoli erotici, ma sarebbe meglio dire specializzata ad orientare a una vita sessuale più sana e felice, soprattutto per le donne che hanno visto e ancora oggi vedono la loro sessualità mortificata e umiliata e finanche negata selvaggiamente (infibulazione, burqa...).



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Beate Uhse presenta la sua biografia


“Nel giro di pochi anni i sex shop salgono a cento, sparsi in tutta la Germania. Richieste di franchising arrivano da tutto il mondo. L'azienda diventa impero e si quota in borsa.”


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Collezione, Beate Uhse Erotik-Museum - Berlino


Nel 1999, la sua società, Beate Uhse , è stata quotata alla Borsa tedesca ed è stata accolta con grande interesse nella comunità finanziaria.

Nel 1996, per i cinquant'anni di attività, la Uhse apre a Berlino il Museo erotico.


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Beate Uhse Erotik-Museum

  • …l’insegna rossa al neon del suo museo è parte integrante del panorama urbano di Berlino ovest. A pochi passi dalla famigerata stazione dello zoo, a ancora meno passi dalle lucidissime vetrine delle boutiques del Ku’damm. In mezzo ad un incrocio trafficatissimo e sotto gli occhi di tutti: Beate Uhse è l’icona della vittoria dell’anti-bigottismo, fiore all’occhiello della metà ovest di Berlino, che più di ogni altra città tedesca fu teatro delle avanguardie sociali del Dopoguerra. (da Berlin&Out)
I tempi cambiano (e non certo in meglio).

Vorrei tanto che fosse possibile, ma ogni volta che ho visto cambiare questo mondo è sempre stato in peggio. 



Dal 2014 il Beate Uhse Erotik-Museum è chiuso in cerca di una nuova sistemazione (2.000 metri quadrati di spazio espositivo in un viaggio attraverso diverse culture e tempi intorno ai temi della sessualità, l'amore e le relazioni).




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Beate Uhse è stata una delle figure più importanti per la liberazione sessuale nel mondo di lingua tedesca. Nel 1989 ha ricevuto il " Bundesverdienstkreuz " (Croce al Merito), e nel 1999 ha ricevuto la cittadinanza onoraria della città di Flensburg.

Beate è morta di polmonite in Svizzera nel 2001.

“Per Beate la distinzione tra sesso e pornografia non ammette incertezze:
La pornografia asseconda istinti perversi, l'erotismo aiuta a realizzare l'aspirazione ad una vita sessuale normale che è in ognuno di noi. Nei miei negozi c'è solo materiale erotico.”


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Collezione, Beate Uhse Erotik-Museum - Berlino

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#8marzo #NoiScioperiamo #NonUnaDiMeno #lottosempre

State bene!

Fonti:



Itinerari erotici, Roberto Giardina



  • Le immagini in questo post provengono da Mediateca Beate Uhse qui e dal web e sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio.

7 commenti :

  1. Mai festeggiato l'otto marzo.
    Buona giornata!

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    1. mi permetto di intervenire, scusa SantaS., per far presente che l'otto marzo non c'è proprio nulla da festeggiare e le donne, che si fanno " il mazzo" tutti i santi giorni, mai scriverebbero una stronzata come questa.
      Che poi, in questo particolare post di Santa come da Cavaliere si Parla di "sciopero", una mobilitazione (speriamo mondiale) che ha precisi intenti e scopi.

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    2. Benvenuta Ofelia e ben trovata Silvia.
      Spero non vi dispiaccia OFELIA e SILVIA se rispondo a entrambe.
      Intanto a volte per brevità si scrivono parole o frasi che non hanno il significato ridotto del "alla lettera", ma racchiudono concetti più profondi e penso che il senso del "festeggiare" sia questo.
      Poi, come nel mio caso, se ci sono donne e uomini che festeggiano va bene, io cerco di approfittare ogni tanto di queste "giornate" dove l'attenzione è più sveglia per ricordare, raccontare, ospitare, nel mio piccolo chi viene "soppresso" o si vuole sopprimere.
      Non a caso negli hashtag finali c'è "lottosempre".
      Io non ho mai festeggiato niente, anzi considero queste "ricorrenze" macchine commerciali e come in questo caso con poco da festeggiare.
      OFELIA grazie della condivisione e come vedi non sei sola, siamo in tante a pensarla così per fortuna. Auguro anche a te una buona giornata e un sereno fine settimana.
      SILVIA, ma figurati! è uno spazio di conversazione, e comprendo la tua veemenza (ne so qualcosa di farsi il mazzo senza ottenere nulla).
      Spero solo che lo sciopero sia per certi versi la continuazione di Women's March e porti a maggiore consapevolezza e a progetti a lungo termine. Qui da me purtroppo so già che la mobilitazione sarà "minima", è una città difficile, ma è sempre bello stupirsi, chissà...
      Un sereno fine settimana.

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  2. L'otto marzo deve tornare alle origini ed essere una giornata di lotta per i diritti delle donne. Io come padre e marito (tra parentesi la mia primogenita è donna) appoggio le iniziative in questione; io voglio un mondo dove tutti vengono trattati allo stesso modo e non amo per nulla le discriminazioni.
    Sereno giorno Santa.

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    1. Come non comprenderti Cavaliere, io non ho figli, ma lo scorso anno a mio fratello è nata una bimba, per lei vorrei un mondo migliore, più giusto, un mondo dove non debba incontrare e vivere le amarezze che ho vissuto io, da donna intendo.
      Un mondo dove camminare insieme...
      Ti auguro un sereno fine settimana.

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  3. Mi piace! Hai scelto una figura di donna intraprendente, coraggiosa e concentrata sulla parità dei diritti della donna anche e soprattutto nella sfera sessuale e di coppia. Per il resto io penso che in primis la festa della donna deve tornare ad essere chiamata con il suo giusto nome ossia "giornata internazionale della donna". Credo che non debba essere, questa giornata, un pretesto per poi dimenticarsi delle problematiche della donna in tutti gli altri giorni dell'anno ma non per questo io sto fermo. Appoggerò, approvandola, l'iniziativa di Nonunadimeno riguardante lo sciopero di tutte le donne questo otto marzo.

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    1. Mah... Daniele, ti dirò io non amo molto le "giornate", sono più per "amami poco, ma a lungo" ahahah
      Nel senso che ci dovrebbe essere un maggiore coinvolgimento quotidiano, con progetti e iniziative a breve, medio e lungo termine, le giornate le vedo più come un "ben arrivati a scialapopolo".
      Speriamo sia un buon punto di partenza questo sciopero, un avvio, vista l'aria che tira...
      Intanto un buon fine settimana.

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