lunedì 6 marzo 2017

Donne senza Nobel. 8 marzo #nonunadimeno. Aspettando la chiamata allo sciopero internazionale delle donne: Storie di donne/6


"La sera di martedì 27 dicembre, scorrendo i titoli della versione online del Corriere della Sera (www.corriere.it) levai un silente ma alto e sentito plauso al giornale medesimo per un breve editoriale – a firma “Redazione di Roma” – intitolato È morta VERA RUBIN, l’astronoma che scoprì la “materia oscura” (vedi a questo link).

L’articolo redazionale era breve e, in certo qual modo, perfetto. In poche frasi si diceva: a) chi fu Vera Rubin; b) Quale fu la scoperta che la rese famosa; c) che cos’è la “materia oscura” da lei scoperta e qual è l’importanza della scoperta in relazione a come riteniamo sia fatto l'universo. L’editoriale si concludeva col rammarico che la scienza ufficiale non le avesse assegnato un più che meritato premio Nobel, così come avvenne nel caso del Nobel negato alla biologa Rosalind Franklin per il contributo alla scoperta del DNA [...]"

È un passaggio che ho estratto dal post DONNE DA NOBEL - QUESTIONE DI GENERE E RITROSIE GIORNALISTICHE del blog Dove osano le galline (qui il link), ed ha ragione l'autore, Piero Borzini, a levare il suo plauso.

Non Una Di Meno ci ha ricordato l'11 febbraio, nella Giornata Internazionale per le donne e le ragazze nella scienza, istituita dalle Nazioni Unite, come 

"la presenza di donne che hanno contribuito al sapere scientifico resta un fatto tutt’oggi poco noto, e poco raccontati sono gli ostacoli che molte scienziate hanno incontrato e l’oblio in cui sono cadute, all’ombra di uomini che si sono presi tutti i meriti e i riconoscimenti."


Qualche anno fa, più precisamente il 19 marzo 2007 a La Triennale di Milano futuro@lfemminile  promosse nell'ambito della manifestazione “I giardini di marzo – Percorsi e proposte per le pari opportunità”un originale progetto espositivo sui Nobel negati alle donne. 

‘Donne e Scienza – Nobel negati alle donne di Scienza’ nello specifico andò ad analizzare proprio il "ruolo che le donne rivestono nell’ambito della ricerca scientifica, al fine di evitare che in futuro si ripeta quanto documentato dal progetto ‘Nobel negati alle donne di Scienza’, ossia che il contributo femminile dedicato alla scienza resti ignorato o sottovalutato. [...]

Il progetto ‘Nobel negati alle donne di Scienza’, curato dalla divulgatrice scientifica Lorenza Accusani, prevede un originale percorso espositivo, che accosta a una rigorosa documentazione sulle biografie di sei grandi scienziate – che non hanno ottenuto il premio Nobel pur avendo contribuito in modo determinante alla ricerca nei rispettivi campi – la reinterpretazione artistica dei loro volti da parte di giovani artisti dell’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino." (da Galileonet qui il link)

I Nobel Negati (alle donne)

Dal 1901, anno dell’istituzione del premio Nobel, sono state solo 11 le scienziate alla quali è stato attribuito questo riconoscimento per una disciplina scientifica nei settori della fisica, chimica e medicina (il Nobel per la matematica e la biologia non è previsto). 

La polacca Marie Curie-Sklodowska, grazie ai suoi studi sulla fisica e la chimica è stata l’unica scienziata ad ottenerne due. In totale sono quindi 11 i Nobel riconosciuti alla scienza femminile su oltre 500 premi assegnati nel corso del XX secolo, una scelta che ha sicuramente discriminato e penalizzato altre ricercatrici che non l'hanno ricevuto pur avendo contribuito in modo determinante ai progetti scientifici premiati.

Intendiamo ricordare con questo progetto i "Nobel negati" a scienziate di rilievo come la biologa molecolare Rosalind Franklin, l'astronoma Jocelyn Bell-Burnell, le fisiche Lise Meitner e Chien-Shiung Wu, Annie Jump Cannon, Nettie Maria Stevens di cui 

alcune videro premiati per le stesse ricerche soltanto i loro colleghi maschi.

Le vincitrici del Nobel sono invece state: Marie Sklodowska-Curie, sua figlia Irène Curie-Joliot, Gerty Radnitz-Cori, Maria Goeppert-Mayer, Dorothy Crowfoot-Hodgkin, Rosalyn Sussman-Yalow, Barbara Mc Clintock, Rita Levi-Montalcini, Gertrude Elion e Christiane Nüsslein-Volhard, Linda Buck.




Le protagoniste della mostra

Rosalind Franklin
 (1920 – 1958)
Diede un contributo rilevante alla biologia molecolare, fornendo le prove sperimentali della struttura del DNA. Per questa scoperta ricevettero il Nobel i suoi colleghi Wilkins, Watson e Crick che realizzarono il modello a doppia elica grazie alle fotografie della diffrazione ai raggi X del DNA scattate dalla Franklin, che Wilkins aveva sottratto dal laboratorio della scienziata. La verità fu rivelata solo molti anni dopo, dallo stesso Watson, nel suo libro "La doppia elica", dove lo scienziato racconta l'episodio del furto in termini scherzosi.

Jocelyn Bell-Burnell (1943 - )
Scoprì, quando era ancora studente di Astronomia, i pulsar, corpi celesti la cui apparizione fu del tutto inaspettata, poiché non si inserivano nel contesto teorico dell'epoca. Il Nobel per la scoperta fu assegnato al relatore della sua tesi, il professor Anthony Ewish.

Lise Meitner (1878 - 1968)
La prima donna ad ottenere la cattedra di fisica presso una università tedesca. Fornì la prima interpretazione esatta della fissione nucleare, ma il Nobel fu assegnato solo ad Otto Hahn con cui aveva lavorato in questo campo.

Chien-Shiung Wu (1912 – 1997)
Partecipò al Progetto Manhattan. Il suo risultato scientifico più importante fu la dimostrazione, mediante un esperimento da lei sviluppato, che il "principio di parità" fino ad allora ritenuto intoccabile non è sempre valido in campo subatomico (nelle interazioni deboli). Per questa scopera il Nobel andò ai suoi colleghi Tsung Dao Lee e Chen Ning Yang.j

Annie Jump Cannon (1863 - 1941)
Prima donna eletta Direttore della American Astronomical Society, all'osservatorio dell'Università Harvard di Cambridge, Massachusetts, scoprì 300 stelle variabili, cinque novae e una "nova nana" (SS Cygni). E' ricordata soprattutto per la lunga ricerca, finanziata da Ruth Draper, durante la quale analizzò e catalogò circa 500 mila spettri stellari. Ne teorizzò le differenze, gettando cosi le basi dello studio dell'evoluzione delle stelle. Il suo metodo per classificarle é tuttora in uso.

Nettie Maria Stevens (1861-1912)
Fu una delle prime scienziate a farsi un nome nel campo della biologia. Nel 1905 ricevette il premio "Ellen Richards" e nello stesso anno pubblicò una ricerca che rivoluzionerà le conoscenze biologiche sulla determinazione ereditaria del sesso attraverso i cromosomi, ponendo le basi teoriche e metodologiche su cui si fonderà nel 1910 il famoso laboratorio delle mosche drosofile, diretto da T. H. Morgan (premio Nobel di genetica nel 1933).





Athene Donald, professoressa di fisica sperimentale a Cambridge,  medaglia Faraday nel 2010, da anni impegnata in strategie di sviluppo per consentire e favorire il progresso delle donne nelle scienze, in più occasioni si è rivolta proprio alle donne invitandole a candidare altre donne a premi scientifici:
"fate loro da mentori, siate voi stesse modelli visibili ad altre donne"

E rivolgendosi agli uomini: 
"Non permette che le donne siano vittimizzate, sia per strada sia in laboratorio"
Perché gli uomini si sa non hanno certo favorito l'incontro tra le donne e la scienza.

Se Giovanni Keplero, a cavallo tra il 1500 e il 1600, sosteneva:
“E' bene dunque che la donna faccia altre cose e non si impegni nello studio della scienza e della matematica che le sono innaturali”

Hermann Weyl, nel XX secolo, affermava: 
“Solo due donne matematiche nella storia, Sofja Kovalevskaja ed Emmy Noether: la prima non era una matematica, la seconda non era una donna”.
Eppure queste donne, senza dilungarci in sterili polemiche, escluse, emarginate, trattate come "soprammobili", dimenticate, osteggiate, sfruttate, umiliate, ferite, soppresse, hanno spesso segnato una svolta determinante anche nello sviluppo scientifico. 

Modelli che dovrebbero rappresentare fonte d'ispirazione per le ragazze, per tutte le giovani che vogliono dare un valido contributo alla scienza in tutti i suoi campi. 





Ricordiamo, a proposito di donne fonte d'ispirazione, che ogni anno si celebra nel mese di ottobre l'Ada Lovelace Day, dedicato alla "madre" dei moderni computer. Una celebrazione voluta da  Suw Charman-Anderson, per far conoscere l’impegno e il lavoro delle donne negli STEM (science, technology, engineering, and mathematics).

E Ada Lovelace, nata nel 1815, può essere considerata la prima programmatrice di computer di tutti i tempi. Ne avevo parlato qualche anno fa: 

“L’incantatrice di numeri”: Ada Lovelace (qui il link)

Keplero guardava troppo le stelle, se avesse rivolto di più gli occhi alla terra si sarebbe sicuramente accorto del suo macroscopico errore.

Come affermò Rita Levi Montalcino:

"Geneticamente uomo e donna sono identici. Non lo sono dal punto di vista epigenetico, di formazione cioè, perché lo sviluppo della donna è stato volontariamente bloccato."




 #8marzo #NoiScioperiamo #NonUnaDiMeno #lottosempre

State bene!

Vi segnalo: 





  • In apertura post la giovane Vera Rubin, cortesia Dove osano le galline
  • Le immagini in questo post provengono dal Web e sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio.

6 commenti :

  1. Molta strada ancora da fare: per una donna che è stata riconosciuta sempre come una grande scienziata la Montalcini, tante altre che invece hanno subito un velo di oscurità che non ha fatto avere loro la luce che avrebbero invece meritato.

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    1. Mi è venuta in mente una citazione, Daniele Rockpoeta, di Samantha Cristoforetti, l'astronauta:
      "Non farti dare limiti artificiali che non siano veramente i tuoi e soprattutto non darteli tu stesso, ma se hai dei sogni e delle ambizioni prova a trovare una strada."
      Ecco, siamo su una strada piena di ostacoli, ma andiamo avanti.

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  2. Hai ben donde d'esser FURIOSA!
    Poi, nel nostro piccolo, lo viviamo tutte sulla nostra pelle vedendo spesso emriti somari ricevere incarichi negati a donne competenti.

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    1. Forse il post di oggi, cara Eva, può essere una risposta. Educare le nuove generazioni è una grande passo avanti.
      Per il resto non posso che darti ragione. Io nella mia storia personale l'ho vissuto in prima persona. Si va avanti cercando di fare cose buone per il futuro.

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