venerdì 4 dicembre 2015

Stazione FS R.C. S. Caterina: lo scrittore Gioacchino Criaco corre "Il saltozoppo".


«Bisogna ritornare sui passi già fatti, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. Il viaggiatore ritorna subito.» (José Saramago da Viaggio in Portogallo)

Ho ri-citato Saramago perché difficilmente avrei potuto meglio presentare e tirare i fili di un incontro.

Per un attimo torniamo indietro, torniamo al 31 agosto 2014. Tenete a mente questa data!


Ritorniamo ai giorni nostri, arriviamo è più appropriato, mi trovo in una stazione. La stazione FS R.C. S. Caterina, dove S. sta per? per Santa ovviamente, siamo a Reggio Calabria e se vi aspettate di trovare una sala d’attesa e la biglietteria avete sbagliato proprio posto, qui come scriveva de Maupassant “Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno.”

Un gruppo di amici hanno trasformato questa stazione nella sede dell’associazione Incontriamoci sempre, e ne hanno fatto con la rassegna Calabria d'autore  un salotto culturale. E io che di questi tempi sono figlia di partenze e arrivi non potevo mancarla, dovendo ricominciare il viaggio sarebbe fantastico trovare lo Stargate, chi non vorrebbe trovarsi di fronte “il cancello per le stelle”, possibilmente aperto! Rompere con questa realtà incatramata e partire per una dimensione onirica, e questa stazione affacciata sul mare è a suo modo un crocevia di mondi, di bagagli, di scambi, di polvere di stelle e d’incontri.

Ora, ricordate la data? Quella da tenere a mente?! Quel 31 agosto, per un fortuito caso di cronaca, feci la conoscenza di Anime nere, di Francesco Munzi e dello scrittore Gioacchino Criaco, ne parlai qui

Che dire, è sicuramente vero che alle stazioni si fanno incontri interessanti, ma non avrei mai pensato di fare un viaggio in compagnia di un autore ironico, cordiale e soprattutto innamorato dell’“amicizia”, parola che mi rapisce, in compagnia proprio di Gioacchino Criaco e del suo ultimo romanzo “Il saltozoppo”



Anche questa volta non ho letto il libro, ci sono riti che vanno perpetrati, lo faccio dopo, così posso impastare l’uomo e lo scrittore, mischiarli. Posso dirvi che si tratta di una favola ricca di personaggi, la storia di due famiglie, di lupi e di aquile, è una storia d’amore estremo che attraversa i secoli e i continenti, partendo dalla Calabria e arrivando fino in Cina, una storia che inizia e finisce con una grande impresa realizzata dalle donne.

E in questa stazione, dove si parte appena superata la porta, scopriamo che il saltozoppo è il gioco che i ragazzini calabresi imparavano fin da subito, quasi ad allenarsi alle difficoltà che la vita avrebbe riservato loro.  È una corsa che s’inizia su una gamba sola e al momento opportuno va messo giù l’altro piede per correre più veloce e battere l’avversario.

Ridono, scherzano, spiegano, analizzano... Gioacchino Criaco, Antonio Calabrò e Daniela Mazzeo, lo fanno con la leggerezza di chi non ha avversari da battere, sono amici e si raccontano, quasi quasi mi sembra di vedere realizzata la massima “Anche se una persona ha molto talento, senza l'amicizia non sarà mai in grado di mostrarlo” (Hagakure I,56), e come dice Criaco: (mi è piaciuta molto la considerazione, cerco di sintetizzarla) nel dolore è facile mostrarsi amici, tirare fuori la lacrimuccia o la facile commiserazione, più difficile condividere e gioire dei successi.


Antonio Calabrò, Gioacchino Criaco, Daniela Mazzeo
Sappiamo essere così ingenerosi a volte, ma qui sembra si respiri un’altra aria, sarà che si parla di storie d’amore, di donne, di Calabria ovviamente.

Ed è nella quarta di copertina che si legge: “La Calabria è una terra strana, sospesa tra passato e presente. La sua lingua non contiene il futuro dei verbi, il domani è affidato al destino.”

E questo destino Criaco lo affida alle donne, come lui stesso confessa ha imparato a conoscerle attraverso la stesura di questo romanzo, dopo il nero delle anime scopre “i colori” o meglio “la forza” delle donne. Dice Agnese, una delle protagoniste del romanzo, “io scaverò tanto fino a che ci metto l'amore”.


Per capire meglio le donne del romanzo “Il saltozoppo” ci aiuta il passo scelto  da Daniela Mazzeo:


Daniela Mazzeo legge da "Il saltozoppo"

"Risalgo le scale e penso che ci scambieremo i ruoli, rispetto a vent'anni fa. Io mi chiuderò in casa ad aspettare che finisca di lavorare e appena la porta si aprirà mi avvinghierò al suo corpo, come un geco al muro. Bacerò ogni centimetro della sua pelle e lascerò che la sua vita mi esploda dentro. Ho preso un mese di ferie, allontanandomi con dispiacere dai miei bambini: per dedicarmi a lui , che fra le mie mani diventerà una creatura fragile, senza difese. Laverò la sua biancheria, metterò a posto il suo disordine. Scenderò nella guardiola a portargli il caffè. Andrò a fare la spesa, a comprargli i vestiti. Addosserò le mie narici alle sue per dargli respiro e, anche se ci vorrà tempo, riuscirò a fare a pezzi la crosta che lo imprigiona. La rivoglio la mia favola. Per sempre."

Ma un romanzo va letto con calma, va camminato, un po’ come i paesaggi della Calabria, devi viverli, come quando lo stesso scrittore “racconta” iniziando a parlare della fiumara dell’Allaro e della Gurna Nigra  qui.
Hai voglia di correggere la rotta e fare una deviazione, magari breve, ma penetrante. Solo attraversando certi luoghi si riesce a comprendere appieno la frase di Giocchino Criaco


“le alluvioni  sono un atto di pietà…”

Non è facile “dire” come stanno le cose, a che punto sono, verso dove vanno, chissà “Il saltozoppo” potrebbe avere ragione: «Gli uomini, in questa terra, la verità non l’hanno mai saputa dire. Per sapere i fatti è necessario ascoltare le donne, unici testi attendibili…Presenze mute che interpretano le assenze, lavano i panni sporchi di sangue….La verità e il cambiamento sono affidati a loro».

Gurna Nigra, gole dell'Allaro

In attesa che le donne di Gioacchino Criaco ci spingano a dire la nostra verità, la stazione di Calabria d'autore si prepara all'ennessima partenza e all'ennesimo arrivo o magari siamo dentro un loop senza partenze, né arrivi, in un perpetuo"Icontriamoci sempre"... 

Antonio Calabrò, Pino Strati, Giocchino Criaco e Daniela Mazzeo

16 commenti :

  1. Anime Nere mi era piaciuto molto, soprattutto la prima parte, più selvaggia. Dei libri scritti da uomini, con protagoniste donne, e che narrano le donne, invece, diffido sempre. Per me è come se un uomo possa solo fingere di esaltare la donna, per relegarla in realtà ancor più al suo ruolo (sono proprio critica) ...è davvero raro che un uomo mi convinca in questi casi, e quel "ci scambieremo i ruoli" del brano citato non mi aiuta... Ma posso sempre sbagliarmi.

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    1. In letteratura spesso, più che donne, siamo “immagini”, costruzioni, vagheggiamenti. Come non darti ragione. Ma uno scrittore deve essere tutti i suoi personaggi, l’androgino per eccellenza degli antichi greci, senza dimenticare che esistono luoghi dove il femminino è altra cosa, la donna è un rigurgito sociale fatto di ammaestramenti. Discorsi appassionanti, sarebbe interessante una serata “in diretta”. Magari dopo la lettura… Lo metto tra i propositi “buoni” del nuovo anno. A presto Elle e buona settimana :**

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  2. Bellissimo il brano che hai citato, anche se comprendo le critiche di Elle.
    Sei una grande presentatrice di libri!

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    1. Wow ti adoro Silvia @----;----
      Solo che adesso sono terrorizzata… tu non sai il perché, io si ;)

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    1. Come ho detto ad Elle, potrebbe essere un’idea il ritrovarsi a parlarne dopo la lettura.
      Grazie Andrea, sarò ancora presente a “singhiozzo” che è un po’ come vivo ad esso. Cerca di passare una serena settimana :**

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  4. invece io che mi fregio di conoscere questa terra(almeno un po') e la sua gente capisco bene il concetto espresso dall' autore, su queste donne mute, ma che ascoltano e vigilano, sanno ma non si aprono.Tutte le stazioncine di Reggio si aprono subito sul viaggio, come Pellaro...la mia età della felicità.
    Devo molto alla Calabria.
    Leggerò il saltazoppo :)
    Santina, così si chiamava la ragazza, che divideva il cortile della casa, in mezzo agli alberi di bergamotti, al limitare della fiumara.

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    1. Una mia omonima, che caso!
      Le donne qui meritano un discorso a parte, complesso e sfaccettato, come i luoghi. Parlando con le persone, visitando i luoghi se ne può comprendere la storia o almeno una parte di essa. Vale un po’ per tutte le cose, se non le viviamo ne abbiamo solo un’immagine.
      Per ora buona lettura Silvia e a presto :**

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  5. capisco la sfiducia... ma dopo la lettura ne riparliamo
    gc

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    1. Certamente, bisogna leggerlo per parlarne e non solo, ora più che mai ho bisogno di una favola… quindi dico a presto e grazie per la visita.
      Un caro saluto :)

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  6. Condivido le critiche di Elle, devo ancora leggere il libro precedente (e quando lo farò? ... mi interessa molto, avendo apprezzato un sacco il film), comunque sempre interessanti le tue segnalazioni.

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    1. Leggili quando puoi. “Anime nere” quasi a chiusura di un ciclo, “Il saltozoppo” si apre ad altri percorsi. Chissà, magari ne riparleremo ;)
      Grazie e buona settimana Alli.

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  7. Ottima segnalazione e soprattutto bentornata.
    Saluti a presto.

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    1. Grazie Cavaliere, provo a condividere incontri stimolanti e piacevoli.
      Ancora non sono tornata del tutto, ma sono sulla buona strada :)
      Una serena settimana.

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  8. Mamma mia che meraviglia quello che hai scritto e le parole del " Salto Zoppo " che hai riportato mi hanno veramente invaso lo stomaco.Avvinghiarsi alla persona che si ama come un geco al muro,fare a pezzi la crosta che lo imprigiona,addossare le proprie narici per dargli respiro..semplicemente magico...ancora , ancora..Lo leggerò
    Ti stringo forte amica mia...

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    1. come dice una delle protagoniste, Agnese:“io scaverò tanto fino a che ci metto l'amore”.
      Anche in amore bisogna essere ostinati, se si tratta di amore ovviamente, altrimenti sbiadisce col tempo, evapora come un disegno fatto con l'acqua.
      Un abbraccio grande Nella e a presto :**

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