domenica 13 settembre 2015

Il Poeta della domenica... Giacomo Leopardi

Io non ho bisogno di stima, né di gloria, né di altre cose simili; ma ho bisogno d'amore.


XXVIII .  A se stesso

Or poserai per sempre,
Stanco mio cor. Perì l'inganno estremo,
Ch'eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
In noi di cari inganni,
Non che la speme, il desiderio è spento.

Posa per sempre. Assai
Palpitasti. Non val cosa nessuna
I moti tuoi, nè di sospiri è degna
La terra. Amaro e noia
La vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T'acqueta omai. Dispera
L'ultima volta. Al gener nostro il fato
Non donò che il morire. Omai disprezza
Te, la natura, il brutto
Poter che, ascoso, a comun danno impera,
E l'infinita vanità del tutto.

(da i Canti - Firenze, prima di settembre 1833)




Giacomo Leopardi
Recanati, 29 giugno 1798 – Napoli, 14 giugno 1837
Ritratto fotografico degli anni '30



XXXVII.  Odi, Melisso    

ALCETA

Odi, Melisso: io vo' contarti un sogno
Di questa notte, che mi torna a mente
In riveder la luna. Io me ne stava
Alla finestra che risponde al prato,
Guardando in alto: ed ecco all'improvviso
Distaccasi la luna; e mi parea
Che quanto nel cader s'approssimava,
Tanto crescesse al guardo; infin che venne
A dar di colpo in mezzo al prato; ed era
Grande quanto una secchia, e di scintille
Vomitava una nebbia, che stridea
Sì forte come quando un carbon vivo
Nell'acqua immergi e spegni. Anzi a quel modo
La luna, come ho detto, in mezzo al prato
Si spegneva annerando a poco a poco,
E ne fumavan l'erbe intorno intorno.
Allor mirando in ciel, vidi rimaso
Come un barlume, o un'orma, anzi una nicchia,
Ond'ella fosse svelta; in cotal guisa,
Ch'io n'agghiacciava; e ancor non m'assicuro.

MELISSO

E ben hai che temer, che agevol cosa
Fora cader la luna in sul tuo campo.

ALCETA

Chi sa? non veggiam noi spesso di state
Cader le stelle?

MELISSO

Egli ci ha tante stelle,
Che picciol danno è cader l'una o l'altra
Di loro, e mille rimaner. Ma sola
Ha questa luna in ciel, che da nessuno
Cader fu vista mai se non in sogno.

(da i Canti - Recanati, 1819)





L'attore Elio Germano recita un adattamento e riduzione de "La ginestra" di Giacomo Leopardi. 
Dal film "Il giovane favoloso" di Mario Martone (pubblicato da Pietro Silvano che ringrazio




XII.  L'infinito    

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.

(da i Canti - Recanati, 1819)





Il maestro Aroldo Foà recita "All'Italia" di Giacomo Leopardi. (pubblicato da Vincenzo Valdella che ringrazio)



XI.  Il passero solitario   

D'in su la vetta della torre antica,
Passero solitario, alla campagna
Cantando vai finchè non more il giorno;
Ed erra l'armonia per questa valle.
Primavera dintorno
Brilla nell'aria, e per li campi esulta,
Sì ch'a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
Gli altri augelli contenti, a gara insieme
Per lo libero ciel fan mille giri,
Pur festeggiando il lor tempo migliore:
Tu pensoso in disparte il tutto miri;
Non compagni, non voli,
Non ti cal d'allegria, schivi gli spassi;
Canti, e così trapassi
Dell'anno e di tua vita il più bel fiore.

Oimè, quanto somiglia
Al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
Della novella età dolce famiglia,
E te german di giovinezza, amore,
Sospiro acerbo de' provetti giorni
Non curo, io non so come; anzi da loro
Quasi fuggo lontano;
Quasi romito, e strano
Al mio loco natio,
Passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch'omai cede alla sera,
Festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
Odi spesso un tonar di ferree canne,
Che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
La gioventù del loco
Lascia le case, e per le vie si spande;
E mira ed è mirata, e in cor s'allegra.
Io solitario in questa
Rimota parte alla campagna uscendo,
Ogni diletto e gioco
Indugio in altro tempo: e intanto il guardo
Steso nell'aria aprica
Mi fere il Sol che tra lontani monti,
Dopo il giorno sereno,
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.

Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia voto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.

(da i Canti - Recanati, primavera 1829 o 1830)




Giacomo Leopardi e l'amico Antonio Ranieri, scena dal film  "Il giovane favoloso" 

"Ranieri mio, tu non mi abbandonerai però mai, né ti raffredderai nell'amarmi. Io non voglio che tu ti sacrifichi per me, anzi desidero ardentemente che tu provvegga prima d'ogni cosa al tuo ben essere: ma qualunque partito tu pigli, tu disporrai le cose in modo, che noi viviamo l'uno per l'altro, o almeno io per te; sola ed ultima mia speranza. Addio, anima mia. Ti stringo al mio cuore, che in ogni evento possibile e non possibile, sarà eternamente tuo" 
(Giacomo Leopardi Lettere, Salani, Firenze 1958; lettera 481, 11/12/1832).



Antonio Ranieri
Napoli, 8 settembre 1806 – Portici, 4 gennaio 1888

Ritratto fotografico - www.giovannidallorto.com
Trascrizione della lettera  inviata dal poeta Giacomo Leopardi  al fratello Carlo Leopardi a Recanati
Roma il 20 febbraio 1823 


"Una delle lettere più celebri e toccanti di Giacomo Leopardi, data per dispersa per decenni, è stata battuta a un’asta di manoscritti letterari dalla casa Bloosmbury a Roma giovedì 11 dicembre con un prezzo record. L’autografo di due pagine, inviato dal poeta da Roma il 20 febbraio 1823 al fratello Carlo Leopardi a Recanati, è stato valutato, infatti, tra 40mila e 45mila euro. Una stima decisamente da primato per un manoscritto di Leopardi dovuta, spiega lo specialista Fabio Bertolo di Bloomsbury, anche al fatto che la lettera era conosciuta ma introvabile per quasi 150 anni. Si trovava in realtà in una collezione privata italiana ed è stata esposta al pubblico una sola volta, in occasione della mostra ‘Leopardi a Roma’ nel 1998. «’Venerdì 15 febbraio 1823 fui a visitare il sepolcro del Tasso, e ci piansi. Questo è il primo e l’unico piacere che ho provato in Roma». Così inizia il passo cruciale..." qui

Per leggere le lettere raccolte e ordinate da Prospero Viani  qui




Biblioteca Leopardi - Palazzo Leopardi di Recanati


«La biblioteca Leopardi si deve soprattutto all'opera di Monaldo Leopardi, padre del Poeta... nel suo Testamento dove lasciò scritto di averla raccolta "con grandi cure e dispendj, non solo per vantaggio e comododo dei [suoi] discendenti, ma ancora per utile e bene dei [suoi] concittadini Recanatesi". Scrisse inoltre "I Primogeniti pro tempore dovranno aprirla di quando in quando a comodo pubblico dei Cittadini..." » qui



In apertura post "La panchina solitaria"  di  Claudia Weber  qui 










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  • 11 commenti :

    1. Ciao, Santa, sei tornata! Felicità, per te, per me e per la tua magnifica scelta!
      Un bacio e un abbraccio :-)*

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      1. Sono tornata col "giovane favoloso" (quanto mi piace appellare così il Leopardi) e straFelice di trovarti... checchè ne dicano i critici a me è piaciuto il film di Martone.
        Una miriade di baci e abbracci sono in arretrato e in astinenza (di tutto comunque) :*

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    2. Ciao Santa, bentornata! E con l'adorato Leopardi, nientemeno (anche a me è piaciuto il film di Martone)!

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      1. ... e Bentrovata, che bello :))))
        si ricomincia da sempre con l'aiuto dei più cari.
        Baci e abbracci a profusione :*

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    3. Post "favoloso"! Io adoro Leopardi. E il film di Martone, che ho recensito nel blog, non mi è affatto dispiaciuto. Contenta del tuo ritorno. Ti invio un abbraccio affettuoso. E un augurio sentito di buona salute ...

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      1. Che bello ritrovarti anche qui Maria. Mi spiace di non riuscire a seguire i tuoi post come vorrei e quelli di tutti gli altri amici... al momento mi trovo dietro la siepe.
        So che passerà, ma ci vuole del tempo per riequilibrare il tutto... grazie con tutto l'affetto :*

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    4. Leopardi è uno dei miei poeti fondamentali, uno dei passaggi dall'infanzia all'adolescenza e tutto merito di mia sorella che mentre lo studiava al classico me lo spiegò bene. Quando eravamo nelle Marche andammo pure a Recanati. Confesso però che un corso su Leopardi fu uno dei motivi per la mia fuga dall'università. Un corso sui Paralipomeni della Batracomiomachia. Il testo è molto bello ma quel corso era davvero soporifero con un professore totalmente incapace di trasmettere qualunque amore per la letteratura ai suoi allievi. Ricordo parecchi studenti appisolati e una mia amica mi disse che fu una strage all'esame.

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      1. Suppongo colpa del magister... la.guerra tra rane e topi è una fantastica satira favolistica. Ma sono d'accordo su una cosa, esistono anche cattivi insegnanti. Peccato soprattutto per la tua fuga :*

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    5. Suppongo colpa del magister... la.guerra tra rane e topi è una fantastica satira favolistica. Ma sono d'accordo su una cosa, esistono anche cattivi insegnanti. Peccato soprattutto per la tua fuga :*

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    6. Favolosa scelta, uno dei più grandi poeti di tutti i tempi.
      Serena domenica.

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