Merhi Somayeh e sua figlia Rana, Foto Ebrahim Noroozi (qui) |
“…Il mondo mi ha voluto per 19 anni. Quella terribile notte sono io che
sarei dovuta morire. Il mio corpo sarebbe stato gettato in qualche vicolo
dimenticato della città…
Io ho imparato che a volte occorre lottare.
…Il primo giorno in cui nella stazione di polizia un vecchio agente scapolo mi ha offeso a causa delle mie unghie, ho capito che la bellezza non è cosa per questo tempo. La bellezza degli sguardi, la bellezza dei pensieri e dei desideri, una bella scrittura, la bellezza degli occhi e di visione, finanche la bellezza di una bella voce…
Implora che venga fatto in modo che subito dopo la mia impiccagione il
mio cuore, i reni, gli occhi e qualsiasi parte del mio corpo che possa essere
trapiantata sia presa e data in dono a qualcuno che ne ha bisogno…
Il mondo non ci ha amate. Non voleva il mio fato. E allora mi arrendo e
abbraccio la morte.
Alla corte di Dio accuserò gli ispettori, accuserò l’ispettore Shamlou,
accuserò il giudice e accuserò i giudici della Suprema Corte che mi hanno
percosso quando ero sveglia e non hanno smesso di torturarmi… accuserò il
dottor Farvandi, accuserò Qassem Shabani e tutti gli ignoranti che con le loro
bugie mi hanno infamato e hanno calpestato i miei diritti e se ne sono fregati
del fatto che a volte ciò che appare vero è lungi dall’esserlo.
Lascia che il vento mi porti via… Cara dolcissima Sholeh, nell’altro
mondo saremo noi gli accusatori e altri gli accusati… Io volevo semplicemente
abbracciarti fino all’ultimo giorno della mia vita. Ti amo.”
Reyhaneh Jabbari giovanissima arredatrice d’interni
è stata impiccata il 25 ottobre del 2014 a Teheran per aver ucciso l’uomo che
aveva tentato di stuprarla, il medico ed ex funzionario dell’intelligence Mortaza
Abdolali Sarbandi. Nell’aprile dello stesso anno scrive la sua lettera
testamento all’amatissima madre Sholeh Pakravan (qui)
Merhi Somayeh, 29 anni, veniva
continuamente picchiata e rinchiusa dal marito Amir Somayeh, finalmente aveva
trovato il coraggio di chiedere il divorzio dal suo aguzzino. Una notte del giugno 2011 Merhi è a letto con
le due figlie più piccole, Nazanin e Rana, il marito, con fredda
determinazione, dopo aver staccato la corrente elettrica, rovescia sui loro
corpi indifesi un secchio pieno di acido. (qui)
Merhi e sua figlia Rana di 3 anni
resteranno deturpate, mutilate e abbracciate fino all’ultimo giorno della loro vita.
In Pakistan, Bangladesh, India, Cambogia,
Cina, Afghanistan, Iran, Africa, Regno Unito... le donne inutili o che osano ribellarsi vengono "cancellate" con l'acido.
Donne come oggetti di proprietà del padre e poi
del marito
Jyoti Singh Pandey, 23 anni studentessa.
Violentata, picchiata e torturata su un autobus di New Delhi in India. Morirà a
causa delle percosse subite.
Jyoti Singh Pandey |
Mukesh Singh, uno dei violentatori,
ha dichiarato in una intervista per il documentario "India's Daughter" che sono le ragazze responsabili dello stupro. (qui)
"Avrebbe dovuto solo stare zitta e lasciarsi stuprare. Allora l'avrebbero
lasciata andare dopo aver finito... Ora, quando violenteranno, non lasceranno andare la ragazza come abbiamo fatto noi. La uccideranno"
Domenica 8 marzo la Bbc britannica
trasmetterà "India's Daughter" in sette paesi
In India viene denunciato uno stupro ogni 22 minuti
Congo
avrebbero tutto per essere
felici, acqua, sole, terra fertile, ma hanno anche minerali preziosi e il coltan ricercatissimo dall'industria iper-tecnologica (per intenderci e perché lo sappiate: smartphone, play station, high tech) e la cassiterite per produrre latta.
Con l'aumento della richiesta mondiale, si è fatta particolarmente accesa la lotta fra gruppi para-militari e guerriglieri per il controllo dei territori congolesi di estrazione.
400 mila donne violentate in un anno, una media di 48 all’ora, quasi
una al minuto.
Le compagnie impegnate nello sfruttamento delle risorse naturali del paese africano, stanno serenamente a guardare. (L'ONU ha pubblicato, nell'ottobre 2002, un rapporto che accusava le compagnie di favorire indirettamente il prosieguo della guerra civile. Nell'inchiesta venne coinvolta anche la H.C Starck, una sussidiaria della Bayer che si occupa della raffinazione di metalli di transizione qui)
Stupro arma politica e di guerra
Italia
avrebbero tutto per essere felici, acqua, sole, terra fertile, arte, ma non hanno gli strumenti idonei per sfruttare la materia prima di questo paese: il cervello.
Sei milioni 743 mila donne che hanno subito violenza fisica e
sessuale, secondo i dati Istat
Ogni anno vengono ammazzate in
media 100 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex
Per non dimenticare mai da dove arriviamo, per non dimenticare mai la lotta di chi ci ha precedute e la lotta che ancora ci tocca, per non riposare su allori inesistenti, per prestare attenzione a nuove forze che spingono verso una neo sudditanza, "perché attraverso le forme
ragionate di potere (teologico, morale, filosofico, politico) -costringeranno- l’umanità a una condizione inautentica, oppressa e consenziente".
“Per lei le imposte, ma non per lei l'istruzione; per lei i sacrifici, ma non per lei gl'impieghi; per lei la severa virtù, ma non per lei gli onori; per lei la concorrenza alle spese nella famiglia, ma non per lei neppur il possesso di sé medesima; per lei la capacità che la fa punire, ma non per lei la capacità che la fa indipendente; forte abbastanza per essere oppressa sotto un cumulo di penosi doveri, abbastanza debole per non poter reggersi da sé stessa...
(Sputiamo su Hegel, Carla Lonzi )
“Per lei le imposte, ma non per lei l'istruzione; per lei i sacrifici, ma non per lei gl'impieghi; per lei la severa virtù, ma non per lei gli onori; per lei la concorrenza alle spese nella famiglia, ma non per lei neppur il possesso di sé medesima; per lei la capacità che la fa punire, ma non per lei la capacità che la fa indipendente; forte abbastanza per essere oppressa sotto un cumulo di penosi doveri, abbastanza debole per non poter reggersi da sé stessa...
Il dovere, fonte del diritto, è cosa santa ed equa, ma il dovere solo
è schiavitù ed oppressione."
(La donna e i suoi rapporti sociali, Anna Maria
Mozzoni - 1864)
Afghanistan
alcune delle restrizioni imposte alle donne dai Talebani:- Divieto per le donne di studiare in scuole, università o altre istituzioni educative.
- Completo divieto per le donne di attività fuori della casa se non accompagnate da un mahram (parente stretto come un padre, un fratello o un marito).
- Obbligo per le donne di indossare un lungo velo (Burqa) che le copre da capo a piedi.
- Sono previste frustate , botte e violenza verbale per le donne non vestite secondo le regole Talebane o per le donne che non hanno le caviglie coperte.
- Divieto per le donne di portare tacchi alti perché producono suono quando camminano (Un uomo non deve sentire i passi di una donna).
- Divieto di uso di cosmetici. ( A molte donne con unghie dipinte sono state tagliate le dita).
- Divieto per le donne di ridere ad alta voce. (Nessun straniero dovrebbe sentire la voce di una donna).
- Modificazione di tutti i nomi di luogo incluso la parola 'donna'. Per esempio, i 'giardini per donne' sono stati chiamati 'giardini di primavera'. (qui)
Afghanistan oggi
Kubra Khademi, 26 anni vive a Kabul e attraversa le sue strade, cammina senza fermarsi. Accanto a lei decine di uomini le urlano parolacce, ridono, alcuni le lanciano pietre. Kote Sangi è il cuore di Kabul e lei l'attraversa pesante dentro la sua Armatura.
Khademi è un'artista multidisciplinare, il 26 febbraio scorso, per protestare contro le molestie sessuali, ha sfilato nel centro di Kabul indossando una corazza. Ha chiamato la sua performance "Armor" (armatura).
In una città dove le donne lottano quotidianamente contro la violenza, le aggressioni, gl'insulti, questo gesto ha schiaffeggiato per 8 minuti, tanto è durata la scena, decenni di soprusi.
Se da un lato si è registrato un miglioramento della condizione femminile con l'accesso delle bambine all'istruzione e una maggiore partecipazione al parlamento afgano, sulle strade le molestie sessuali sono senza controllo, né risposta da parte delle autorità e rappresentano un ostacolo significativo per l'occupazione femminile e la partecipazione alla vita pubblica.
Kubra Khademi |
In una città dove le donne lottano quotidianamente contro la violenza, le aggressioni, gl'insulti, questo gesto ha schiaffeggiato per 8 minuti, tanto è durata la scena, decenni di soprusi.
Se da un lato si è registrato un miglioramento della condizione femminile con l'accesso delle bambine all'istruzione e una maggiore partecipazione al parlamento afgano, sulle strade le molestie sessuali sono senza controllo, né risposta da parte delle autorità e rappresentano un ostacolo significativo per l'occupazione femminile e la partecipazione alla vita pubblica.
«Lo so, la gente guarda il seno e
il culo, non altri posti. Ma io non posso cancellare il mio seno e il mio culo.»
A parlare è proprio Kubra Khademi raggiunta al telefono per un'intervista da Gli stati Generali.
«Sono stata io a scegliere il pezzo di ferro e a tagliarlo, mentre un fabbro
l’ha battuto per ore fino a fargli prendere le mie forme. L’ho scelto perché
ero io.».
Racconta: «La reazione è stata esattamente
come la immaginavo. Mi aspettavo di tutto e mi ero già preparata
psicologicamente. Avevo già immaginato le parolacce e gli insulti che mi
avrebbero detto, i sassi che mi avrebbero potuto tirare. Sono arrivata pronta,
completamente pronta. Sono venuta sapendo quello che mi sarebbe accaduto: le
persone in strada erano scioccate, mi gridavano “vergognati”o “puttana”, mi
tiravano qualunque cosa, anche i sassi. Qualcuno ha provato a toccarmi, ma io
non l’ho sentito: perché stavolta avevo il vestito di ferro con me.»
Alla domanda di come hanno reagito le donne alla suo "atto unico", Khademi conclude così la sua intervista: «Alcune, le più religiose hanno
stigmatizzato la mia performance. Tante altre invece erano dalla mia parte e mi
hanno fatto i complimenti: “La prossima volta che vai in strada, Kubra, ci
uniamo con te così i “tondrou” (religiosi ottusi) capiscono che non sei sola”.
Mi ha fatto piacere avere il sostegno delle donne, ma non mi sento un’icona
femminista: questa è solo la mia arte, i miei pensieri, le mie esperienze.
Armor sono io, è il mio corpo, nulla di più.» (qui)
Brava Kubra! Piccoli passi verso la consapevolezza, il "risorgimento della donna", perché non dobbiamo dimenticare che siamo figlie di una cultura misogina millenaria, ammaestrate dalla storia e dalla violenza, affette dalla "Sindrome di Stoccolma" ...
«...Ciò ha stabilito la prima
divisione definitiva fra dominato e dominatore e l’aggressione fisica, una
volta attuata, ha portato a vedere la donna come “proprietà”.
Il fatto grave è che anche le donne se ne
sono convinte,
ed
hanno preferito diventare proprietà di un unico uomo ( col matrimonio)
piuttosto che essere soggette alla minaccia di tutti...
ma ormai è acqua passata : “It’s history”, come dicono gli anglosassoni. E che diamine ! Dopo le
sudate conquiste, dopo gli indubbi passi in avanti degli anni ’60 e ’70, le
opportunità e la vita delle donne non potranno che migliorare. Quindi , basta
con le lagnanze, e le recriminazioni…
Ma poi… si ritornava al passato… giocoforza abbiamo
dovuto aprire gli occhi…
Purtroppo, capita che un po’ tutti ci comportiamo
come le “persone morte” del film “Il sesto senso”; vediamo solo quello che
vogliamo vedere… “guardandomi attorno, alcuni segnali hanno cominciato
a farsi sinistri (…), le problematiche del mondo del lavoro (…) , la violenza
contro le donne che si è fatta, se possibile, più brutale e diffusa, e la
mercificazione del corpo (…) gli attacchi ai diritti acquisiti…..”
"Le donne che lavorano per 4 studiano, si laureano, prendono
la patente, trovano lavoro .(…) Poi, al momento della verità, le ragazze escono
di scena. Figli, casa, genitori malati, pasti da preparare : guadagnano meno
degli uomini e non vale la pena. Così finalmente i conti tornano…"
"Il problema non è l’opportunità o meno di
stabilire una quota femminile per le posizioni che comportano potere
decisionale e prestigio – in economia come in politica, nelle istituzioni
culturali come nella Corte Costituzionale. Il problema è come ridurre ed evitare
che si riproduca una quota maschile che si avvicina al monopolio.(…)
Nonostante la retorica della parità,
nonostante una uguaglianza sostanziale nei percorsi formativi, nella
partecipazione al mercato del lavoro e negli stessi luoghi di decisione
politica, là dove il potere decisionale rimane nelle mani di un gruppo
ristretto di uomini questi tendono a mantenerlo al proprio interno e a scegliere
solo chi è più simile a loro : altri uomini innanzitutto, con le stesse
caratteristiche culturali, di classe sociale, di etnia, e così via...
A questo punto, è giusto terminare… con Simone De
Beauvoire… :"La disputa continuerà finché gli uomini e le donne non si riconosceranno
come simili".
Sembra un atto al massimo grado scontato , ed
invece abbiamo visto quanto sia difficile.
E poi ricordava una delle frasi più belle scritte
da Karl Marx (da Opere filosofiche , vol. VI ) : (…)
Il rapporto dell’uomo
alla donna è il rapporto più naturale dell’essere umano all'essere umano»
(Donna e linguaggio verbale e Culture che odiano le donne, Carla Maria Carletti - 1979 / 2009)
Siamo il principio della vita
e la vita non ha armature: è nuda in tutta la sua radiosa bellezza!
"La donna e l'armatura", Felice Casorati 1921 |
8 marzo
Auguri a tutte le Donne
"Vola, anima mia, su questa folla ignara,
libero uccello immergiti nel cielo spalancato.
Va' a vedere! e torna dopo aver toccato
il sogno... il mio bel sogno che questa terra ignora."
............
(Marceline Desbordes-Valmore,
versi da Il nido solitario - Poesie inedite 1860)
Quasi dimenticavo....
- Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto.
...e poi ci sono le deficienti che vanno a vedersi le 50 sfumature di merda e sognano la sottomissione...
RispondiEliminasenza capire che sdoganare questa " idea" per quanto nelle camere da letto, nessuno dovrebbe mai metterci parola, assume per l' italiano medio, solo rafforzare sua idea che la donna in fondo, desidera essere sottomessa.
Non ho avuto modo Silvia di vedere le 50 sfumature... Concordo pienamente con te che in camera da letto il mondo deve restare fuori. Ed è quel fuori che lascia sgomenti e su cui dovremmo tutti lavorare, perchè a mio avviso si stanno facendo molti passi in dietro se ci fai caso, anche e soprattutto nelle realtà c.d. "civilizzate". Ti auguro una buona domenica, anzi 50 sfumature di bello :)
Eliminaho avuto la fortuna di avere due nonna, una madre, una sorella e aver incontrato parecchie donne libere. diverse fra loro ma tutte accomunate dalla stessa libertà, voglia di indipendenza, solidarietà e tanto, tanto altro. fra tutte queste donne oggi il mio pensiero va a Ayaan Hirsi Ali.
RispondiEliminaÈ bello quello che dici And. Ma ho voluto ricordare tutte le donne "inutili", quelle della strada che non hanno e non avranno voce. Ha ben evidenziato Kubra con la sua performance quello che le donne, per stragrande maggioranza, rappresentano: seno e culo! La strada per essere simili, (non uguali ci tengo, l'uomo è uomo e la donna è donna) è lunga. Come ho già detto il pericolo è quello di un ritorno al passato.
EliminaStanding ovation. Le foto mi hanno messo i brividi.
RispondiEliminaBenvenuta Ludo. Non amo molto i sensazionalismi, nè rendere spettacolare il dolore e la violenza, ma queste donne meritano di essere ricordate in una giornata che chiamano "festa". E occorre fare gli auguri a tutte le donne per il futuro che si presenta alquanto incerto. Ma noi siamo resistenti :) Grazie della visita e buon fine settimana.
EliminaConcordo con Ludo: un post da standing ovation. Anche a me le foto hanno messo i brividi, ma è un dolore necessario. Grazie. Un abbraccio, ancora più forte perchè pregno di intesa e solidarietà al femminile. Buon 8 marzo e ... seguenti!
RispondiEliminaAnche a te Maria Auguri per tutti i giorni che affronti e chissà magari un giorno l'8 marzo si farà veramente festa. L'uccello della poetessa tornerà in dietro con il ramoscello; tutto deve avere una fine e anche un'inizio. Per ora ci tocca ascoltare i messaggi di facciata anche da chi considera le donne un "sottoprodotto". Un forte abbraccio e una serena settimana.
EliminaIl rispetto verso le donne deve durare tutto l'anno.
RispondiEliminaBuon 8 marzo.
Se solo ci riconoscessimo come esseri umani.... Grazie e buona settimana Cavaliere.
EliminaQuesto post fa stare male, ma trovo che sia il modo migliore di utilizzare un blog: informazione "cruda", nel doppio senso di genuina e - laddove necessario - spietata. Tant'è che, se mi permetti, aggiungerei un altro quadretto da brividi. Da La Repubblica di giovedì scorso, le intercettazioni tra S.B. e Giampaolo Tarantini (processo Escort): «Io c'ho due bambine piccole che è tanto che non vedo, una fa la giornalista in Mediaset allo sport, napoletana, molto simpatica, molto dolce, e l'altra è una bambina di 21 anni brasiliana... comunque siamo 4 maschietti e 9 ragazze...» Il ritorno alla libera circolazione di questo personaggio, accostato alla giornata dedicata alla donna, è quanto di più stridente potesse capitarci... Grazie per la tua sensibilità, Santa; ti faccio gli auguri e rilancio quelli da te rivolti. Che Dio vi benedica.
RispondiEliminaGrazie sul serio per le tue parole Doc, quando si scrive, si sceglie un'immagine, il timore è anche, tra le mille altre cose, di essere fraintesi. Volevo solo mostrare qualcosa che accade quotidianamente, poi possiamo evitare di guardare. La notizia che riporti l'ha ben sintetizzata l'artista Kubra Khadili , agli occhi di molti siamo quello, con la differenza che essendo carne siamo anche da macello, fossimo di metallo ogni tanto qualcuno si romperebbe qualche dente... Come ho detto a Maria, la cosa per me più stridente sono i vari auguri a dx e a manca da chi considera la donna non certo un suo simile. Ma così è se vi pare.... Grazie ancora Doc e una serena settimana...
Eliminamica posso fare tutto io:)
RispondiEliminaun post che è rosario di dolore e resistenza insieme.
Infatti sei un uomo :)))) Solo le donne fanno per 4 :))))
Eliminae si, siamo resistenti, anzi dobbiamo esserlo.
Grazie francesco e buona settimana
Infatti sei un uomo :)))) Solo le donne fanno per 4 :))))
RispondiEliminae si, siamo resistenti, anzi dobbiamo esserlo.
Grazie francesco e buona settimana
Mi hai lasciato senza fiato amica mia, l'ho letto una , due , tre volte questo post..mi sono soffermata sulla prima foto, non potevo staccare gli occhi da quell'orrore..
RispondiEliminaEcco perchè anche odio le festività, questi giorni fasulli mascherati da baldoria e gioia mentre si ha un retrogusto, di morte e sopruso..
La parità , questa parità, che sempre ci sbattono in faccia, almeno ci venga sbattuta, avendola...
Grazie mia cara , grazie di quello che ci hai regalato..
Un bacio serale!
Lo so Nella, a guardare la realtà non si può restare indifferenti. Eppure quel bacio tra Merhi e la figlia Rana per me è un simbolo della "resistenza" e dell'amore che le donne hanno avuto e continuano ad avere. Volevo ricordare queste donne e gli auguri sono per il futuro, che è tutto in salita. Grazie per le tue parole. un fortissimo abbraccio.
Eliminada uomo mi vergogno che ancora oggi le donne debbano subire......
RispondiEliminacomplimenti per questo post
Benvenuto Valerio, basterebbe guardare alla donna come un proprio simile con caratteristiche diverse, ma a volte le cose più semplici sono anche quelle più complesse se si è animati da quell'esecrabile bisogno di sentirsi "onnipotenti" e voler schiavizzare gli altri. Ti ringrazio infinitamente per la tua sensibilità e attenzione. A presto e una serena settimana.
EliminaBrava Santa, il tuo post andrebbe stampato e distribuito nelle scuole.
RispondiEliminaGrazie davvero Silvia per le tue parole, è importante sapere che lo trovi efficace.
EliminaOggi altra brutta notizia secondo un rapporto di Amnesty International, se verranno approvate due proposte di legge all’esame del parlamento, le donne iraniane potranno subire importanti limitazioni nell’uso dei contraccettivi e saranno ulteriormente escluse dal mercato del lavoro se non avranno un figlio. Le donne come "macchine di riproduzione" per aumentare la popolazione.
Bellissimo post, Santa, sull'inumanità. Tutti i fatti che racconti sono di una crudeltà talmente grande e di una cattiveria talmente profonda che è difficile leggerne, che è scioccante pensarci. Ha ragione Silvia, la tua raccolta andrebbe diffusa, fatta leggere ai ragazzi e alle ragazze delle scuole per spiegare che la bruttezza della violenza va combattuta con il coraggio, con la capacità e la forza di andare contro corrente, di ricercare in sé l'energia e sfidare l'ottusità che porta ad agire peggio di macchine malate, guaste, così come l'artista Kubra Khademi ha mostrato.
RispondiEliminaGrazie anche a te Matilda, spero che tu riesca a dare spazio a questa macabra realtà in biblioteca. Come ho risposto a Silvia è di oggi l'ennesima barbarie che ci vede come incubatrici. Se verranno approvate in Iran due proposte di legge le donne "serviranno" a produrre popolazione. Come ho scritto nel post non riposiamo su finti allori, ci sono in atto forze che spingono verso nuove forme di sudditanza.
EliminaUna volta avrei avuto voglia solo di gridare,
RispondiEliminaoggi solo di piangere.
Non so se le giovani che raccolgono l'eredità delle nostre lotte
avranno voglia di continuare a combattere.
Ma la testa rimarrà alta anche se gli occhi saranno umidi
Decenni di guerre sdoganate con la frottola del velo da cui liberare le donne afgane,
foglia di fico sugli interessi di sempre.
Buongiorno Vera, spero lo sia davvero... Ma sono tempi oscuri, potremmo dire se fossimo in un fantasy apocalittico. Che un po' lo siamo, tutto sottosopra, diritti, rapporti umani, presente e quasi, se ci pensi, nessuna voglia di futuro. E tutto cristallizzato nell'ora. E le donne vorrebbero quasi tornare indietro, per quello strano effetto della memoria per cui il passato appare più allettante e invitante del presente e del futuro non resta più traccia. Stamattina sono così e mi dispiace che ti rispondo quasi ad un anno di distanza. Spero lo leggerai ugualmente. Baci
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