mercoledì 1 febbraio 2017

Il muro di Trump e altri pensieri clandestini. Ancora quattro chiacchiere al Webar.



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“Se alzi un muro, pensa a ciò che resta fuori!”
Italo Calvino da Il barone rampante


Il presidente degli Stati Uniti d'America Donald Trump firma due ordini esecutivi sull’immigrazione e la sicurezza delle frontiere. 

Un ordine impedisce l’ingresso ai cittadini di sette paesi Iran, Iraq, Libia, Siria, Somalia, Sudan e lo Yemen, e sospende tutte le procedure di asilo per tre mesi. Motivi di sicurezza.

L’altro dà il via alla costruzione del muro al confine con il Messico. Freno ai clandestini.

Lo so che qui al Webar me ne sto solitamente con la Gazzetta dello Sport in una mano e Donne e motori nell’altra, ma questo parlare di muri non so perché mi fa tornare in mente Fuga da Alcatraz, la storia dell'evasione dei fratelli John e Clarence Anglin e Frank Morris che con i cucchiai rubati alla mensa erano riusciti a scavare un buco nel muro della loro cella. Anche dall’invulnerabile prigione di Alcatraz si poteva scappare, basta un cucchiaio per realizzare l'impossibile.


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Omaggio a Marcel Aymé - Parigi, rue Norvin - Cortesia Ti racconto un viaggio

Dove ci sono prigioni e muri il pensiero è quello di oltrepassarli, in qualsiasi modo, anche a costo della morte. I muri da sempre fanno ombra alla libertà, tanto che proprio nella terra di Trump, all'entrata del porto al centro della baia di Manhattan, s’innalza il simbolo degli Stati Uniti d’America:  La Statua della Libertà, “La Libertà che illumina il mondo” è appunto il nome di questo monumento simbolo.

Non c’è un muro, ma una scultura di 93 metri che porta inciso sul piedistallo un sonetto della poetessa statunitense Emma Lazarus a rendere omaggio a un’America patria della libertà e a nuovo mondo per milioni d’immigrati.

« Antiche terre, – ella con labbro muto
Grida – a voi la gran pompa! A me sol date
Le masse antiche e povere e assetate
Di libertà! A me l’umil rifiuto
D’ogni lido, i reietti, i vinti! A loro
La luce accendo su la porta d’oro. »

Da The New Colossus di Emma Lazarus trad. di Joseph Tusiani qui


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Emigranti in arrivo al porto di New York salutano la Statua della Libertà 


“Dal 1840 al 1920 nel Nuovo Mondo giunsero 37 milioni di persone, la maggior parte provenienti dalla Germania, dall'Italia, dall'Irlanda, Scozia, Galles e Russia. Per grandi linee, la maggior parte degli immigrati italiani, ebrei e irlandesi rimasero lungo l'east coast, stabilendosi nelle grandi città come New York, mentre tedeschi e mitteleuropei si stabilirono nel midwest, lavorando nell'industria o come minatori.”  qui 

Ma ci pensate!? Reietti, vinti, umili che scappano dalle loro miserie per riscattarsi in un'America "terra promessa". Anche i nonni paterni dell’oggi presidente Donald Trump furono emigranti, partiti dalla Germania, come pare la madre di Trump, partita anche lei da un villaggio scozzese alla ricerca di una nuova vita, quella del sogno americano.


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Emigranti su una nave delle linee atlantiche in viaggio per l'America, 1906

E se i suoi antenati avessero trovato un muro al posto della fiaccola? Chissà oggi se e cosa sarebbe l’uomo Donald Trump.

Ho bisogno però di dirla una cosa, siamo tutti così concentrati sul muro di Trump che non ci accorgiamo che di muri ce ne sono parecchi, è sempre un fatto di potere e ricchezza a richiamare l’attenzione più agguerrita.

In Francia a Calais c’è il muro finanziato dagli inglesi, 4 metri di altezza per bloccare i migranti, e il muro costruito dagli israeliani lungo il confine con la Cisgiordania vogliamo dimenticarlo.


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Deportati ebrei, 1942


Israele che dovrebbe comprendere più di tutti, per la sua storia, il suo passato di esodi e ospitalità,  la drammaticità dei muri; come per gli americani che sono solo figli di migranti, a parte i nativi, e gli stessi italiani che sono migranti da sempre.

I muri, forse poco noti, sono in Europa, in Asia, in Arabia, in Africa se ne contano circa 70 e sono in aumento.
“Purtroppo sono più numerosi gli uomini che costruiscono muri di quelli che costruiscono ponti.”
Proverbio cinese


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L’impoverimento della classe media sta consentendo una bieca strumentalizzazione delle migrazioni verso i nazionalismi, l'odio, la chiusura. 

Bisogna pur dare le colpe a qualcuno se si sta male ed è salutare puntare l’attenzione sugli stranieri e creare le cosiddette “gated communities” (comunità recintate), che se circoscritte ad aree residenziali private, dove è vietato l’accesso se non si è residenti, sembra ora estendersi agli stati nella loro totalità. 
Stati “ricchi” s’intende, come per i residenti delle “gated communities” recintati e vigilati per tenere fuori “i problemi”.

Tutte le separazioni del resto riposano sui “problemi” mai risolti delle disuguaglianze economiche, così ci inventiamo muri e razze. L’establishment detta le regole e trova la soluzione nel limitare i diritti di alcuni, senza pensare che limitando il diritto di uno mette a rischio il diritto di tutti.

Fate caso ai vecchi e nuovi colonialismi e al terrorismo che ne è figlio.

Ricchezza e potere vanno a braccetto, petrolio, gas, minerali, droga e chi più ne ha ne metta, richiedono una popolazione soggiogata e manipolabile su cui è facile fare presa con fondamentalismi e specchietti, così abbiamo paesi che vengono armati per creare guerre interne che li rendano ancora più sottomessi, poi disarmati dagli stessi paesi che li hanno armati. Un gioco di strategie che con il terrorismo raggiunge l’apice della perversione più spietata.

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Ditemi che non c’è nulla di diabolico nel fatto che a morire negli attacchi terroristici sono sempre le persone comuni, dove c’è gente che lavora, gente che passeggia, e come reazione s’inaspriscono le limitazioni dei diritti, di tutti, in nome della sicurezza si fomenta di continuo l’odio per lo straniero. Mi sto infilando in un discorso a dir poco complesso e delicato, e questo non è il luogo, oltre ad essere smisuratamente stanca per poterlo affrontare.

Diciamo che la colpa è degli immigrati, così siamo tutti tranquilli. Ma siamo proprio sicuri? O è quello che “dobbiamo” credere? 


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Behind The Wall – ph David Appleby, 1981


Fateci caso, osservate, riflettete. Le solite quattro chiacchiere da Webar le mie, ma una cosa mi sembra evidente che a rimetterci sono sempre quelli in bassola “massa” spinta a farsi la guerra a vicenda,  appunto la guerra tra poveri, dove i poveri diventano sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi e blindati, 

Il problema non sono i flussi migratori, il problema sono le politiche criminali che vengono attuate, è l’incapacità dei governi a pensare al bene comune, è la "gente comune" che si lascia infinocchiare dal fumo gettato negli occhi (si dice così mi pare).

70 anni di pace non ci hanno insegnato niente, abbiamo dimenticato cosa comportano le guerre, pensiamo appartengano a paesi lontani, “incivili”, non ci accorgiamo che passare dai “muri”, dai nazionalismi, a un nuovo devastante conflitto il passo è breve.

“Il nemico è entro le nostre porte. È con il nostro fasto, con la nostra follia, con la nostra criminalità che dobbiamo combattere.”
 Marco Tullio Cicerone.

La storia sembra non averci insegnato proprio nulla.

«Un mondo che si considera prospero e civile, segnato da disuguaglianze e squilibri al suo interno, ma forte di un’amministrazione stabile e di un’economia integrata; all’esterno, popoli costretti a sopravvivere con risorse insufficienti, minacciati dalla fame e dalla guerra, e che sempre più spesso chiedono di entrare; una frontiera militarizzata per filtrare profughi e immigrati; e autorità di governo che debbono decidere volta per volta il comportamento da tenere verso queste emergenze, con una gamma di opzioni che va dall’allontanamento forzato all’accoglienza in massa, dalla fissazione di quote d’ingresso all’offerta di aiuti umanitari e posti di lavoro. Potrebbe sembrare una descrizione del nostro mondo, e invece è la situazione in cui si trovò per secoli l’impero romano di fronte ai barbari, prima che si esaurisse, con conseguenze catastrofiche, la sua capacità di gestire in modo controllato la sfida dell’immigrazione.»

Tratto da “Barbari – Immigrati, profughi, deportati nell’impero romano” di Alessandro Barbero


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P.S.
“Tu sai quanto ci guadagno sugli immigrati? C'hai idea? Il traffico di droga rende meno.”
 Da un’intercettazione a Salvatore Buzzi, fondatore e capo della cooperativa “29 giugno”

(A buon intenditor poche parole)


State bene!




  • Le immagini in questo post provengono dal web e sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio


14 commenti :

  1. Pensa che il mio sogno è creare un paesino con tanto di territori naturalisti ma come fosse una utopica gated community :D
    In ogni caso, vero che i muri sono tanti e ce ne sono ovunque... ma non si dice mai che quello di Trump esiste da anni, fatto da Clinton XD

    Moz-

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Spero che il tuo "sogno" si realizzi Moz, magari senza necessità di muri che ce ne sono fin troppi visibili e invisibili. Sono in tanti a voler tentare di costruire villaggi ecosostenibili, pensa ad Eotopia, ad Auroville, me ne vengono in mente queste, magari uno di questi giorni cerco di fare un post riassumendo queste esperienze, mandami anche la tua così la inserisco.
      Per il muro ho dato per scontato che la gente sappia già della sua esistenza da decenni, credo che spendano più per le forze di controllo lungo il muro che per la polizia interna.
      Mi riferivo al nuovo progetto. Invece di studiare nuovi approcci per risolvere l'immigrazione costruiscono recinti, è questa posizione su cui si dovrebbe riflettere. I muri non fanno altro che creare alla lunga problemi ancora più gravi senza risolvere niente.
      Magari il tuo paesino potrebbe aprirci nuovi orizzonti ;)

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    3. Vero, i muri in questo modo sono limiti in tutti i sensi.
      Hai ragione.
      Ma anche ipotetiche difese, come nel medioevo.
      E' difficile mediare tra le due cose...

      Moz-

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    4. Tornare al medioevo a me terrorizza Moz, mi sembra già di sfiorarlo...

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  2. Troppi muri ci sono nel mondo e non solo fisici, ma soprattutto nelle menti di molte persone.
    Saluti a presto.

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    1. Quelli mentali sono i più pericolosi Cavaliere.
      Covano senza fare tanto clamore e quando si manifestano è dura porre rimedi.
      Dovremmo "destrutturare" prima questi.
      Un caro saluto

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  3. A me sembra che si stia andando, in questo periodo, in una direzione opposta a quella intrapresa sino a trent'anni (più o meno) fa. Si ritorna ad essere primitivi, in molti e diversi campi del nostro vivere. Trump è un'esempio di questo ritorno al primitivo, come lo era Bush quando aveva giurato vendetta a quelli che la sua amministrazione voleva considerare responsabili dell'attacco al World Trade Center. Forse a livello planetario quello è stato proprio l'inizio di questa inversione. Forse lo stesso Obama non è stato all'altezza delle aspettative di coloro che avevano votato per lui, difficile cambiare l'assetto finanziario di questo sistema. E allora, più dei discorsi valgono i proclami violenti, le azioni eclatanti, come la costruzione di muri o l'espulsione di immigrati, l'appellarsi a valori di fede religiosa, poiché la maggioranza è in grado di farli propri, senza bisogno di capirli. Bisogna tenere alta la guardia, ancor di più, in questa situazione. schierarsi sempre dalla parte del meno irrazionale, non parlo di uomini, parlo di idee, tenerle vive e diffonderle, ogni volta che si può, non delegare mai, né rinunciare ad esprimere il proprio punto di vista, contrario all'idiozia, alla cattiveria, alla violenza, all'idea di superiorità di una religione o di un popolo su un'altro. Essere partecipi, ognuno nella sua misura, ognuno nel suo modo. Ciao Santa :-)*

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    1. In questo mio micro — µ blog cerco sempre cara Bibliomatilda, lo sai, di provare anche a riflettere ad alta voce, si fa per dire, perchè frutto dell'idiozia è pure "l'urlo" senza motivo solo per dissentire, quasi una moda.
      Tornando a quanto amaramente fai notare, è più facile accettare i proclami, istillare paure, piuttosto che analizzare la situazione nel suo complesso, il male che la finanza ha procurato a tutti in questi anni.
      Gli interessi, dei c.d. capitalisti su territori sensibili, dove le persone smettono di essere esseri umani, ma merci.
      È più facile il "fondamentalismo" della "ragione", quest'ultima richiederebbe il sacrificio di pensare.
      Come dici tu, perchè il tutto è complesso, siamo dentro una maglia fittissima, non dobbiamo mai rinunciare, fino a quando ci sarà dato, la possibilità di esprimere idee e tenerle vive, e soprattutto informarci quanto più possibile evitando di essere, come spesso dico, tubi digerenti.
      Un abbraccio forte :**

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  4. Il verbo "chiudere" mi fa venire in mente la legge delle chiudende imposta nel milleottocento e qualcosa in Sardegna dal re di Sardegna che però in Sardegna non ci aveva mai messo piede e che praticamente obbligava alla proprietà privata, perché imponeva a pastori e agricoltori, che fino ad allora avevano usufruito della terra secondo il bisogno, a chiudere la loro proprietà, cioè il primo che chiudeva teneva. Immagina il casino. Nottetempo si andava a spostare il muro un po' più in là per avere quei trenta cm in più di proprietà (la comodità del muretto a secco, vedi?), e poi giù di schioppettate per punire il presunto ladro, per non parlare di chi non aveva fatto in tempo a recintarsi nemmeno la casa.
    Poi mi viene in mente il muro di Berlino, che doveva tenere lontani i capitalisti.
    E la muraglia cinese... c'è sempre qualcuno da tenere lontano, ma è assurdo che succeda ancora oggi che ci riempiamo la bocca di paroloni come "libertà" e invece non ne sappiamo proprio niente!

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    1. Ci potrebbe illuminare tanto la storia passata Elle, soprattutto sugli errori e orrori commessi. La c.d. globalizzazione è stata un vero fallimento per certi versi, dalle aperture delle frontiere vogliamo passare alla chiusura. Ritorno al passato, qualcosa di veramente grottesco.
      Mi sa che si torna pure alle "schioppettate", che sento in giro piacciono tanto, non si parla d'altro che di emergenza sicurezza.
      In fondo come per i contadini/pastori ci stanno dicendo di tirare su palizzate (fisiche e mentali) e sparare sul nemico costruito ad hoc...
      Credo che oggi valga più che mai a proposito di libertà questa citazione: “Il difficile non è raggiungere qualcosa, è liberarsi dalla condizione in cui si è” (M. Duras)
      Buon fine settimana.

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  5. Santa furiosa... santa subito!! sempre belli i tuoi post. Un altro libro istruttivo anche se un po' datato: "l'Orda quando gli albanesi eravamo noi" giusto per riprendere un po' le giuste prospettive.

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    1. Nooo Vera che finisco martire :D
      Grazie per le tue parole. Credo sia interessante la sua lettura per comprendere dinamiche e prospettive di migrazioni e integrazioni, sembra quasi che il problema migranti siano nato adesso.
      Eppure siamo così avanzati, abbiamo tanti strumenti, ma ciò nonostante si è al collasso (soprattutto mentale).
      Girano slogan, e si fa pressione mediatica, assurdi e terrificanti.
      Più che santi servirebbero "ricondizionatori" mentali, ma sarebbe oltremodo un rischio anche questo.
      Mah, è un mondo difficile...
      Però bellissimo ;)
      Sereno fine settimana.

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  6. Davvero niente di nuovo sotto il sole, purtroppo. Bellissimo post anche questo. Brava! Buona settimana.

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