Sogna come se dovessi vivere per sempre; vivi come se dovessi morire oggi.
Oscar Wilde
A fine anno, 2016, ho ricevuto un
messaggio pubblicitario, li per lì non ho neanche fatto caso, l’occhio si era
concentrato sull’ultima parola, “price” prezzo, anzi miglior prezzo, così al
solito stavo per cestinarlo quando ho fatto appena in tempo a vedere la prima
di parola: Funeral.
Accidenti, mi sono detta, che è?
È arrivata la mia ora? I data
scientiste del Web oltre a
registrare i miei gusti, preferenze e opinioni, hanno trovato il modo di
prevedere la data della mia morte, chiudo così un capitolo della mia vita.
Poco male, visto che a fine anno
la tradizione vuole che si buttino via le cose vecchie e superflue eccomi
pronta per la differenziata, organico mi raccomando, anche se lo ammetto l’evento
mi ha trovata fortemente impreparata, avete presente la perlescenza di sudore
freddo? Ecco, qualcosa del genere. Perché non è così facile, mica muori e ti
gettano nella pattumiera differenziata, oltretutto dovrebbero sezionarmi in
pezzi piccoli, seghe, sangue, una scena proprio splatter. Troppe energie e non
dimentichiamo gli ostacoli legali anche per chi ha tutto il diritto di voler
morire. Così mi sono decisa a leggere il messaggio.
La mail mi segnalava questo
impensato sito: “Funeral best price” qui, il funerale al prezzo migliore. S’inserisce
la località, il tipo di servizio che si desidera e il sito effettua
gratuitamente una ricerca comparando i prezzi tra le agenzie di pompe funebri
più vicine e più convenienti.
Comodissimo e utile, come dice lo slogan di una campagna pubblicitaria francese: “Pensate ai vostri parenti”, riferendosi ovviamente alle spese per il funerale.
Cosa comunque abbastanza diffusa
da noi, quella cioè di risparmiare e mettere da parte una certa somma per il
funerale, per lo meno lo era.
Sinceramente non ho mai pensato a
creare un fondo per le mie “esequie”, lo stesso pensare alla morte è un po’
sfuggente. In molti, forse, ci siamo trovati in situazioni talmente angoscianti
da volere la morte come via di uscita, spesso quasi un espediente letterario,
in altre ossessivo, ma di sicuro ha toccato tutti noi di certo con la perdita
di affetti talmente cari da annientarci.
Non credo di dire nulla di strano
affermando che la morte il più delle volte fa paura perché inevitabile, essa
pone fine a tutto e come tale diventa terrificante.
Da bambini ci diverte. L’orrido,
i cadaveri, eccitano la fantasia, crescendo poi prendiamo le distanze,
cominciamo a usare parole che segnano quasi una linea di confine, “passato a
miglior vita”, “caro estinto”, “esequie”. Nella nostra cultura il rapporto con
la morte è conflittuale.
Mentre rifletto, il capodanno
passa e io sono ancora ad annaspare nel mio quotidiano, immutato anche nel 2017.
Così a gennaio, ancora viva e vegetuccia, da morta morta suppongo mi sarebbe
stato difficile, leggo uno dei post di Patalice, ma guarda un po’ che strana
combinazione (pensai), mentre rifletto sulla morte lei scrive “buona vita,
pensando alla morte... allegria portami via!”
qui,
per mezza fortuna non abbiamo sbadigliato contemporaneamente, altrimenti,
stando alle superstizioni ci sarebbe toccato morire nello stesso giorno o andare
insieme ad un pranzo, quest’ultimo comunque non mi dispiacerebbe, magari ci
divertiremmo anche.
Ecco divertire, pensare alla
morte allegramente potrebbe essere un approccio più salutare, superare
addirittura la dignità di certe culture orientali, dove la morte non viene
vissuta con sgomento, ma rientra nel naturale corso della vita, quasi un’opportunità
senza alcun rimpianto o timore.
«Cerchiamo di entrare nella morte ad occhi aperti»,
come direbbe l’imperatore Publio Elio Traiano Adriano di Marguerite Yourcenar, e magari sorridenti.
A ispirarci con ironica seduzione
potrebbe essere il calendario della Lindner, una società polacca di servizi
funebri che, nella cattolicissima Polonia, pubblicizza il funerale con sexy
pin-up in situazioni farsesche.
Altro che Antonius Block, del Settimo sigillo, che sfida la morte a scacchi, i pubblicitari della Lindner hanno pensato a tavoli verdi ben più piccanti.
Altro che Antonius Block, del Settimo sigillo, che sfida la morte a scacchi, i pubblicitari della Lindner hanno pensato a tavoli verdi ben più piccanti.
Già vedere il “Tristo mietitore”, non dico allegro,
ma affascinante rincuora non poco, come nel caso dell’agenzia di pubblicità Rich
per la Requiem Funeral Service olandese, che propone un’irresistibile
personificazione della morte; non so se ricordate
Brad Pitt, nel ruolo della morte, in Vi
presento Joe Black, mhhh in questi casi il detto “mi fai morire” è
giustificato appieno.
Anche qui comunque è un espediente patinato, non ci aiuta ad accettarla come parte di noi, ci lusinga, sicuramente più interessante la proposta sempre della società Rich, il libro da colorare “Requiem”.
Un colouring book funebre destinato ai bambini con illustrazioni da colorare, un mix di urne, casse da morto, fiori, “becchini” da vestire.
Magari guardando insieme ai
bambini l’allegro spot dell’ Outlet del funerale qui, «Vita da cicala? Tanto poi c'è ... Outlet
del funerale».
Ebbene si, da noi, a Cologno
Monzese, c’è anche l’outlet funebre, dove trovi le occasioni imperdibili, un po’
come andare a fare shopping.
Insomma questa morte che ci alita continuamente addosso e ci porta a spasso a braccetto, accettiamola con allegria anche nelle piccole cose, chessò, regaliamo bare portachiavi, chiavette USB, calendari, libri da colorare o magari una bella libreria che diventa bara fai-da-te, funzionale, elegante e al bisogno a portata di mano, anzi di morto.
Insomma questa morte che ci alita continuamente addosso e ci porta a spasso a braccetto, accettiamola con allegria anche nelle piccole cose, chessò, regaliamo bare portachiavi, chiavette USB, calendari, libri da colorare o magari una bella libreria che diventa bara fai-da-te, funzionale, elegante e al bisogno a portata di mano, anzi di morto.
Il designer William Warren ha
pensato infatti a un’idea innovativa di riciclo della libreria che da moderno scaffale,
si trasforma in una pratica bara.
Shelves for Life è la libreria progettata per durare tutta la vita, facilmente montabile grazie al kit in dotazione e alle istruzioni, i mobili Ikea hanno fatto scuola, ricordate il loro slogan "Spazio alla vita"?
Qui lo slogan è intuitivo, come il montaggio:
Shelves for Life è la libreria progettata per durare tutta la vita, facilmente montabile grazie al kit in dotazione e alle istruzioni, i mobili Ikea hanno fatto scuola, ricordate il loro slogan "Spazio alla vita"?
Qui lo slogan è intuitivo, come il montaggio:
Spazio alla morte
Una volta che abbiamo familiarizzato
con la morte forse riusciremmo a considerarla con le parole di Steve Jobs
pronunciate in un discorso ai neolaureati della Standford University il 12
giugno 2005.
La morte con tutta probabilità è la più grande invenzione della vita. Spazza via il vecchio per far spazio al nuovo.
Steve Jobs
E dovendo partire per “l’eterno
viaggio” mi pare altresì egoista che gli altri restino a casa, per cui un bel "funerale
che ti manda in vacanza".
“Weekend, con il morto” è stata la simpatica idea di due giovani imprenditori romani, la San Marco onoranze funebri qui, nel quartiere della Magliana, ad ogni cliente che organizza il funerale offre una vacanza.
Avete presente, quando si parla
di cibo cotto bene e gustoso, la frase “È
la morte sua”? Ecco, vorrei imparare
questo…
State bene!
- In apertura post "Calendario Lindner 2014"
- Le immagini in questo post provengono dal Web e sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio.
Mia cara è proprio un pensiero che cerco di scacciare ripetutamente dalla mia mente, altro che " outlet"..no no no...ne ho orrore confesso, ci sono passata vicinissima, spesso combatto con il dolore, l'ho vista sugli affetti familiari...e dai faccimoci una bella risata e pensiamo a questa vita dura, estrema ma talvolte bella..
RispondiEliminaTi adoro!
Come non comprenderti carissima Nella. Nel dolore cerco di dare una chiave di lettura diversa alle emozioni, il dolore dobbiamo accettarlo e farlo scorrere.
EliminaÈ l'idea di morte, che pur appartenendoci dal momento della nascita, non riusciamo a gestire.
Viviamo, mi pare un buon punto di partenza.
Un abbraccio grande :**
Beh, vogliamo parlare della serie Six Feet Under? :)
RispondiEliminaIn ogni caso, ho un approccio abbastanza sereno con la morte, quando è naturale ovviamente.
So che nulla dura in eterno e mi sta bene.
Però ammetto che ancora non mi riprendo da quella di mio nonno, così inaspettata e repentina...
Moz-
Bellissima quando la vidi Moz, un amico mi prestò tutto il cofanetto. Maratone week end, allegri ricordi ;)
EliminaNon è per nulla facile accettare la morte delle persone che amiamo, forse far entrare la morte nella nostra vita in modo diverso potrebbe aiutarci... Anche in modo scanzonato, chissà. Mi dispiace per tuo nonno, è successo anche a me, ho perso parte della mia famiglia e non avevo strumenti per affrontarlo.
Cerco strumenti mortali ;)
Divertente, molto divertente, la morte è una delle uniche certezze della vita, e vivere non è altro che cercare di allontanare il più possibile questo momento. Credo sia importante vivere bene, in salute, e, come diceva James Dean: vivi intensamente, muori giovane e lascia un bel cadavere. Lui, sfortunatamente è morto giovane, quindi la frase ha assunto un significato sbagliato, che secondo me va interpretato così: se vivrai intensamente, morirai giovane (anche a 90 anni) e lascerai un bel cadavere, che non è altro che la tua bella vita passata ... l'unica cosa che resterà ...
RispondiEliminaAh, sono riuscita a farti sorridere Alli :D
EliminaL'intento è quello di "esorcizzare", o meglio trattare della morte come per un qualsiasi altro argomento.
Quando ne parliamo intendo, quando accade dovrebbe invece aiutarci, soprattutto nel normale decorso della vita, a saper gestire il dolore.
Che poi è come sostieni tu attraverso le parole di Dean, viviamo intensamente, anzi viviamo.
Accade sempre più spesso che ci priviamo di vivere, è questo credo sia peggio della morte fisica...
Buona vita!
qua a Lugano mi capita spesso di vedere sul retro di un autobus la pubblicità di una ditta di onoranze funebri con due tizi che per come sono agghindati sembrano un incrocio fra camerieri, chef, prestigiatori.
RispondiEliminaCiao And, mi hai fatto tornare in mente la pubblicità di un'agenzia di pompe funebri modenese. Più volte ho avuto la tentazione di chiamarli per suggerire di cambiare foto o fotografo. Nell'intento forse di trasmettere "cordoglio" i due titolari avevano a dir poco un'espressione lugubre e inquietante... Quando si dice "vedere la morte in faccia", io la immaginavo così :D
EliminaDi sicuro meglio la tua, almeno si ha la certezza di un servizio di catering con intrattenimento annesso ;)
Un abbraccio vitale :D
Io ci ridevo sempre sulla morte, più che altro perché era vietato scherzare. Per non apparecchiare, una volta, ho detto a mia madre "aspetta, sta passando un aereo: se precipita sulla casa e muoriamo tutti, io ho apparecchiato per niente". Mia madre si è fatta il segno della croce prima di spedirmi ad apparecchiare senza storie ;)
RispondiEliminaEro anche curiosa di sapere come erano morte le persone. Hai ragione, crescendo c'è un altro approccio, ci si avvicina alla morte in tutti i sensi, perché comprendiamo meglio che significa FINE. Io non so che rapporto ho con la morte, perché finalmente ci penso meno (è inutile, quando si sta male, si è insoddisfatti, tristi ecc il pensiero arriva lì, vuoi per farci più male con questa minaccia, vuoi perché sarebbe semmai una liberazione), però in generale ciò che mi ha sempre terrorizzato era il pensiero di morire prima di riuscire a fare tutto, non credo che il pensiero un funerale spiritoso mi avrebbe consolata! Ora che ho fatto tutto quello che mi ha sempre incuriosita, non ci penso più molto, eppure sento che un po' la paura di andar via lasciando qualcosa di incompiuto, fosse anche solo questo commento, mi spaventa.
ahahahaha
Santa, che post che ti vengono, e che razza di mail che ricevi! Io solo proposte di conoscere ragazze russe molto disponibili, e invece la vita vera è in Polonia! ;)
Un abbraccio vivo! 'notte :)
Naturalmente gli errori nel mio commento sono dovuti alla fretta di commentare prima di morire ;)
EliminaDomani ci sentiamo di nuovo per esser certe di esserci ancora, ciauu!
M'incuriosisce, Elle, il fatto che ricevi proposte da ragazze russe... Devi assolutamente raccontarmelo :D
EliminaA me come vedi arrivano quelle dei funerali, pensa neanche dei "necrofori", forse da qui il mio bisogno di trovare un risvolto allegro alla morte.
Io l'ho sempre vissuta a modo mio, non sempre compresa dagli altri, perchè spesso, parlo delle mie esperienze ovviamente, viene vissuta in un misto tra dolore, ritualità, convenzioni sociali.
Riflettendo anche sulle tue considerazioni mi trovo in sintonia, solo che se dovessi morire adesso, sarei, usando le parole di Alli, un bruttissimo cadavere. Ho fatto pochissimo delle cose che avrei voluto e questa incompiutezza, come dici bene tu, mi rende "impreparata". Devo darmi da fare, prendo le tue parole come un consiglio...
Ahahahah domani ci saremo di sicuro, solo per fare un dispetto all'Accademia della Crusca. Anche i miei post sono pieni di errori di sicuro, spesso li scrivo al momento e li posto al volo, figurati. Tra punteggiatura, sintassi, grammatica, non oso pensare.
Ma il blog è soprattutto un diario, anzi a tale proposito qui c'è un detto popolare che ben si adatta all'argomento:
"Non piango perchè sono vecchio e devo morire, ma piango per quanto ancora ho da imparare"
Baci :**
Eccoci, ci siamo anche oggi :D
EliminaBe' dall'oggetto della mail (in inglese) io capisco così, spero di non aver frainteso, chissà cosa mi sono persa cestinandole ;)
Quanto all'essere "impreparati" io mi sono portata avanti grazie alle mie angosce infantili, non tutto il male viene per nuocere, vedi? Ben venga il blog diario spontaneo, io che da tre giorni sono su un post, perfezionista, quando non ne posso più riesco al massimo a prendermi una pausa di un mese, ma pubblicare senza rileggere e correggere mille volte mi spaventa più della morte ahahah (povera me).
Quanto alle convenzioni sociali: io mi rifiuto di andare ai funerali, morto è morto. Ecco.
Ps. mi piace il detto popolare!
Eccomi!!! Ci sono anch'io :D
EliminaVale anche per me, a volte ci sono post che richiedono ricerche, argomenti che ho voglia di condividere, ma l'errore salta sempre fuori, vuoi per distrazione o altro. Mi consolo pensando che "i difetti" ci rendono più umani, con questo non giustifico i miei errori, soprattutto adesso che si parla tanto di analfabetismo, grammatica, corrette informazioni, cerco solo di non essere severa visto che al momento mi sforzo, per svariati disastri, ad essere qui.
Mi sarebbe piaciuto non commettere altri di errori, che finiscono col pesare più dei macigni.
Ma come dice il detto... Ho da imparare.
Buona domenica.
Troppo forte il post! Non ricco e bello come il tuo, ma avrei potuto farlo io perchè talvolta mi attraversano pensieri simili. In ogni caso, tra qualche compleanno farò testamento e organizzerò tutto per il mio funerale e per la mia dipartita. E poi penserò solo a vivere gli anni - pochi o molti - che mi restano. Ti abbraccio.
RispondiEliminaGrazie Maria, puoi sempre prendere spunto per farne uno tuo, le tue considerazioni ci arricchirebbero. Io a parte essere iscritta all'Aido da quando sono diventata maggiorenne non ho mai fatto altro. Se dovesse restare qualcosa preferisco la cremazione, lascio le urne ai grandi che vanno ricordati ;)
EliminaE se ci fosse un'agenzia che regala un week end opterei per quella...
Insomma un po' come il versetto del vangelo di Giovanni:
“Se il chicco di grano non cade in terra e non muore, rimane solo; se invece muore, porta molto frutto”.
Ovviamente in questa mia interpretazione tutta personale, ma so che con te posso farlo.
Intanto Buona Vita, è questo che conta...
Ti abbraccio forte anch'io.
Meglio sdrammatizzare la morte, anche perché bisogna vivere.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Ed a volte non è neanche facile Cavaliere...
EliminaViviamo ;)
Buona domenica.
Quando ero ragazzina passavo l'estate in montagna; nel gruppo che si formava lassù c'era un ragazzo più anziano degli altri l'unico con il grande pregio d'avere l'automobile per scorazzarci nei dintorni. Veniva da Reggio Emilia (mi pare) si chiamava Enrico e l'auto su cui ci caricava era quella di lavoro, provvisoriamente liberata dalle croci e dalle lanterne :D Sull'ampio pianale posteriore rivestito di lamiera c'era posto in abbondanza.
RispondiEliminaSono così tra i non molti ad essere andata a zonzo nel retro di un carro funebre potendolo ancora raccontare ;)
Ecco, anche questo mi manca Vera. Immagino che a quell'età la cosa vi abbia divertito parecchio.
EliminaLa percezione cambia molto con gli anni, da adulti di solito affrontiamo tutto diversamente soprattutto la morte.
Mi hai fatto tornare in mente un bellissimo film "Harold e Maude", a proposito di carro funebre e di morte. Penso tu lo abbia visto, ma se non lo conosci guardalo, merita.
Ora mi faccio un giro anch'io sdraiata, vado a trovare Morfeo :D :D
Buona domenica.
Strepitoso, questo tuo bazar funebre :D Mi chiedo se ci sia qualche aspetto della nostra esistenza che non sia stato ancora sviscerato all'inverosimile (pur di cavarne profitto): ma è un errore pensare che niente potrà ancora stupirci, a quanto vedo! E comunque i colouring book non li compro finché non daranno in omaggio anche una bambola assassina... Buon week-end, carissima: grazie dello spasso!
RispondiEliminaPiù che la bambola, caro Doc, sarebbe meglio Il pagliaccio assassino, forse più in tema con lo scherzo :D
EliminaE se ti ho regalato qualche sorriso ben vengano gli "stupori" ;)
Grazie!
Ti auguro una buona settimana.
A presto.