martedì 9 dicembre 2014

L'aspettativa di un film: Interstellar. La recensione di Paolo Attivissimo, parole che potrebbero essere anche le mie.


Aspettavo anch'io questo film, probabilmente perché ho esaurito le mie forze e cercavo qualcosa, un sogno che andasse oltre, oltre la claustrofobica ripetizione d'inconcludenza a cui assisto
quotidianamente. Interstellar sembrava rispondeva alle mie aspettative, la regia di Christopher Nolan e un cast riguardevole Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Michael Caine, Matt Damon. Ma soprattutto la nostra sfida di sempre: lo spazio. O almeno la vecchia sfida di un sempre passato, prima che ci riavvolgessimo su noi stessi come serpi  all'ombra. A parte qualche colpo di coda, come si trasale nel dormiveglia quando si sente un rumore, con la missione Rosetta e l'atterraggio della sonda Philae sulla  Cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko o i  tweets di Samantha Cristoforetti.



Così ho aspettato, certe cose vanno assaporate, senza fretta, gli ultimi giorni di programmazione, niente calca, niente recensioni lette, solo lo schermo aperto sullo sguardo. 
Che dire: ho visto un film! Ho pagato il biglietto 5 euro, niente male. Sono stata in buona compagnia e a casa ho iniziato a leggere i post delle "autorità", quelli che di cinema se ne intendono, perché avevo bisogno di trovare conforto alla mia delusione "emozionale". Potevo essermi sbagliata tanto? Tra le varie recensioni sono andata a leggermi anche quella di Paolo Attivissimo, è un film di fantascienza mi dico e per di più basato su un trattato di fisica teorica. Vi è mai capitato di leggere qualcosa e di pensare che sia stato scritto pensando a voi? Ecco, a me è successo con la recensione di Attivissimo. Sicuramente l'avrete letta, sicuramente avrete visto il film da un po', ma io l'ho visto solo adesso e volevo condividere questo "sogno" mancato. 
Vi lascio alla recensione di Paolo Attivissimo, parole che potrebbero essere anche le mie.
Il Disinformatico
12.11.14   195 commenti
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Recensione: Interstellar
L'articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.

Premessa: non pretendo che condividiate quello che sto per scrivere. Semplicemente, alcuni di voi hanno chiesto la mia opinione su Interstellar e quindi la pubblico qui per gli interessati. Ma la scrivo anche per lenire catarticamente il dolore mentale che mi ha causato il film. Non rivelerò dettagli della trama prima della sezione intitolata Spoiler da qui in poi. Ma vi avviso subito che la trama è una stronzata. Se non vi fidate di me, leggete cosa ne dice l'astronomo e geek Phil Plait.

Avete presente quei film dove alla prima inquadratura è già chiaro come va a finire e chi è il cattivo? Interstellar è così. E i dialoghi sono presi dagli scarti di Armageddon: oscillano fra toni di tentata poesia talmente retorici da risultare ridicoli e battute da pilota macho che sembrano prese di peso da un film di Schwarzenegger.

Quello che mi rode maggiormente è che le premesse erano stupende. C'è un regista che venero, Christopher Nolan, abile tessitore di trame complesse e intriganti (The Prestige, Inception, Memento) e aggressivo sostenitore degli effetti speciali fisici e della pellicola al posto del digitale (con risultati assolutamente strepitosi anche in Interstellar). C'è un tema che mi fa venire il magone al solo pensarci: l'umanità che si chiude ottusamente in se stessa invece di rispondere al richiamo dell'esplorazione dell'Universo, mentre quelli che non si arrendono all'idea di finire come topi in trappola fanno un ultimo, disperato tentativo di sfuggire alla propria culla trasformatasi in una tomba sterile e polverosa.

Il parallelo con le missioni Apollo, citate più volte nel film, è lampante. Abbiamo osato, abbiamo avuto successo, siamo arrivati sulla Luna sei volte, abbiamo mosso i nostri primi, incerti passi nel cosmo, quelli che dobbiamo compiere come specie se vogliamo sfuggire all'inesorabile destino di questo pianeta... e ci siamo fermati. Troppo presi a pensare all'oggi, al subito, al prossimo post su Facebook, per pensare a fare, a costruire per il futuro, ad avere il coraggio di sfidare un universo che terrificante nella sua vastità inconcepibile ma che al tempo stesso è il nostro destino. Siamo esploratori, pronti a rischiare e a sacrificarci per scoprire nuove terre, o siamo pavide scimmie condannate a starcene chiuse nella tana a contemplarci l'ombelico e incancrenirci?

A me del film resta la buona voglia di pannocchia di mais grigliata e la poesia di Dylan Thomas che "infuria". Per 5 euro ho barattato un sogno: il wormhole con una grigliata di mais e Dylan Thomas. Vi pare poco?

Non andartene docile in quella buona notte
di Dylan Thomas
Non andartene docile in quella buona notte,
 I vecchi dovrebbero bruciare e delirare al serrarsi del giorno;
Infuria, infuria, contro il morire della luce.
Benché i saggi conoscano alla fine che la tenebra è giusta
Perchè dalle loro parole non diramarono fulmini
Non se ne vanno docili in quella buona notte,
I probi, con l'ultima onda, gridando quanto splendide
Le loro deboli gesta danzerebbero in una verde baia,
S'infuriano, s'infuriano contro il morire della luce.
Gli impulsivi che il sole presero al volo e cantarono,
Troppo tardi imparando d'averne afflitto il cammino,
Non se ne vanno docili in quella buona notte.
Gli austeri, prossimi alla morte, con cieca vista accorgendosi
Che occhi spenti potevano brillare come meteore e gioire,
S'infuriano, s'infuriano contro il morire della luce.
E tu, padre mio, là sulla triste altura maledicimi,
Benedicimi, ora, con le tue lacrime furiose, te ne prego.
Non andartene docile in quella buona notte.
Infuriati, infuriati contro il morire della luce.
(traduzione di Ariodante Marianni)

11 commenti :

  1. Io non l'ho visto, ho visto solo il trailer e non mi dispiace. il problema è che i film di nolan mi lasciano sempre un po' freddino.

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  2. le aspettative sono una trappola...

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  3. Come al solito... qui i cinema quasi non esistono!!!! Non ho visto il film! Bellissima la recensione nel raccontare delle aspettative. Come si fa a non averne quando si parla di tensione dell'uomo alla conoscenza? Uno tende a sognare l'insognabile, l'impossibile un'infinito davvero tale, per quanto riguarda la poesia meravigliosa di Dylan Thomas l'avevo respirata anch'io attraverso un libro fantastico, http://bibliomatilda.blogspot.it/search/label/Jackson%20Pollock

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  4. Quindi, se ho ben capito, sarebbe un buon film muto? :-D
    Ah, le aspettative, ne so qualcosa...

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  5. Le aspettative.......... neve e cemento.

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  6. Ciao Andrea. A me piace Nolan (neanche Memento? Bellissima sceneggiatura). La fotografia del film è splendida, alcune scene strepitose. Ma come ho scritto mi aspettavo "altro" e le premesse c'erano tutte.

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  7. Ciao Ismaele. Letta la tua recensione, avrei dovuto farlo prima, ma è bello così a volte. L'aspettativa è pur sempre una previsione. E anche se tradisce le attese si guadagna sempre qualcosa... chessò magari la lezione a leggere prima le tue recensioni :)

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  8. Ciao Matilda. Era proprio questo: uno spunto eccezionale per ristabilire la nostra natura di "viaggiatori" (un po' il messaggio di Star Trek e dell'Enterprise). Beh, come vedi ho avuto una buona scusa per postare una splendida poesia e dopo andrò a leggere il tuo post.

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  9. Perdonate il lamento: perchè non riesco ad attivare le risposte nidificate ai commenti? ahhhhhhhhhhhh

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  10. Ciao Silvia. Non parlarmi di aspettative, ma come ho detto ad Ismaele: facciamo del risultato un trampolino. Lo so sembra una frase da Fb, semplicistica, ma a volte possiamo fare buon uso anche di una delusione. Sul muto approvo. Un giorno mia madre guardava qualcosa in tv senza l'audio, le ho chiesto il perchè. Mi ha risposto che dicevano "scemenze", ma le immagini erano bellissime. Abbiamo sempre qualcosa da imparare dalle mamme :)

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  11. Ciao Anonimo. Hai condensato bene le aspettative, sono qualcosa di soffice e di duro. Soffice nell'attesa, duro quando ci sbatti il muso. Sarebbe facile non aspettarsi nulla, il difficile è avere tutti i denti rotti, ma nonostante ciò tenerti stretto il momento della neve. Ne so qualcosa. La neve ti consente di andare avanti. Lode alle neve.

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