"... a questa finestra approdano le strade... angeli, sogni, incubi, scirocchi..." (M.L.S.) |
noi stiamo qui (diglielo
dove abiti)
visibili ai
vedenti (diglielo
dove stai)
noi (quanti siamo –
e noi siamo
chi siamo)
risiediamo
nel luogo
udibile agli udenti
nel luogo
effabile degli esseri parlanti
(luogo-non
luogo
che luogo):
dietro-dentro
davanti alle
parole che (per essere scritte)
sono prima
mangiate divorate sognate
morse svelate
segregate bevute respirate
replicate
respinte inalate espirate amate odiate vinte
tutte (ma
tutte quante) le parole (lor maestà) dipinte
da Il silenzio
scritto, Mariella Bettarini (Firenze,
1942)
Cammino piano, qua sotto
al terzo
piano dorme un condomino
morto. È
tornato morto stasera
dall’ospedale,
gli hanno salito
le scale, gli
hanno aperto la porta
anche senza
suonare, ha usato
per l’ultima
volta il verbo entrare.
Ha dormito
con noialtri condomini
essendo notte
sembrava a noi uguale
ha dormito
otto ore ma poi ancora
e ancora e
ancora oltre la tromba
mattutina dei
soldati, oltre il sole
non è più a
noi uguale. È un condomino
morto.
Scenderà senza piedi le scale.
Era gentile,
stava alla finestra
aveva un
canarino, aveva i suoi millesimi
condominiali,
guarda gli stanno spuntando
le ali.
da Una quieta polvere Vivian Lamarque (Tesero - Trento, 1946)
Attorno a
questo mio corpo
stretto in
mille schegge, io
corro
vendemmiando, sibilando
come il vento
d’estate, che
si nasconde;
attorno a questo
vecchio corpo
che si nasconde
stendo un
velo di paludi sulle
coste
dirupate, per scendere
poi, a patti.
Attorno a
questo corpo dalle
mille paludi,
attorno a questa
miniera
irrequieta, attorno
a questo vaso
di tenerezze
mal esaudite,
mai vidi altro
che pesci ingrandire,
divenire
altro che se
stessi, altro
che una
incontrollabile angoscia
di divenire,
altro che se
stessi nell’arcadia
di un
mondo
letterario che si forniva
combattere,
nelle vacue cene
da
incontrollabili istinti
di
predominio: logori fanciulli
che stiravano
altre membra
pulite come
il sonno, in vacue
miniere.
da Antologia poetica Amelia Rosselli (Parigi, 1930 – Roma,1996)
Crisi
La parola che
odio se il ferro non si piega,
la parola che
transita, cadavere
sopra l’acqua
stagnante_
la parola, la
figlia notarile
di cento
dizionari, la farina
vergine d’acqua
e lievito, lontana
dal farsi
pane_
da I fasti dell’ortica Maria Luisa Spaziani (Torino, 1924 - Roma, 2014)
Grazie per questo prezioso poker poetico al femminile (non conoscevo Mariella Bettarini): assai belle tutte e quattro le liriche. Buona domenica. Un abbraccio.
RispondiEliminaBello che continui a scrivere di poesia.
RispondiEliminagrazie.
and
La mia "top four", ristretta alle poesie più che alle autrici:
RispondiElimina1) Vivian Lamarque (tenerezza fatta verbo)
2) Mariella Bettarini (nettezza e sostanza)
3) Maria Luisa Spaziani (passione e acutezza)
4) Amelia Rosselli (non pervenuto, o recepito)
Grazie, apprezzate di gusto. Buona settimana.
Buongiorno Maruzza, ho conosciuto Mariella Bettarini nel '97, ho amato subito la sua poesia. http://www.mariellabettarini.it/ se hai voglia di leggere di più. Un abbraccio anche a te e buona settimana.
RispondiEliminaBuongiorno Andrea, scrivere di poesia sempre, anche quando non sembra. Grazie a te, ed agli altri amici di web, di esserci. Grazie non come parola "meccanica" (insegna Aragon), ma di valore. Può "suonare" la solita "diceria", per me non lo è. Una buona settimana.
RispondiEliminaBuongiorno Doc. Amelia Rosselli Ha avuto una vita difficile, il padre e il fratello uccisi dai fascisti nel '37, una malattia nervosa, una vita che le ha "regalato" qualche cicatrice, diciamo così. Una poesia dice poco, lo so, la sua poesia è rigorosa e mistica, ma un misticismo sarcastico: "Il mondo è sottile e piano: pochi elefanti vi girano, ottusi." Mi è piaciuta molto la tua "top" essenziale, diretta e soprattutto stimolante... bello vedere con altri occhi. Una buona settimana anche a te.
RispondiEliminasì quel grazie era una grazie sincero perché, l'ho già scritto altrove, mi sento male a vedere com'è trattata la poesia. e quando entro in una libreria e trovo la sezione poesia microscopica con i soliti tre nomi in croce e poi vedo le sezioni cucina o viaggi immense resto senza parole.
RispondiEliminaBentornato Andrea. Qui da me le librerie scompaiono una dopo l'altra e la catena nazionale ha appunto lo scaffale che descrivi, finendo per conoscere poco la grande poesia classica e per nulla le voci nuove. Ci rimane il nostro grazie sincero più che mai e la voglia di condividere versi, tra un singhiozzo e l'altro per quello che ci perdiamo (parlo per me).
RispondiEliminaGrazie Santa, sono bellissime. Pensa che ora sto traducendo un romanzo che parla di una poetessa (poeta? Sì, perché fra l'altro questa parola mi sta creando qualche problema di traduzione...). Lo ha scritto un famoso editor che, ahimè, è uno degli ultimi esemplari di un mondo in declino.
RispondiEliminaBuongiorno Silvia. Gli editor sono rarità da un pò e tu lo sai meglio di me. Una perdita enorme a mio avviso. Io sono politicamente scorretta, per me vale il poeta, questo accanimento sui termini non mi piace. Aggiungi che amo i termini brevi. Per giocare con un grande: il sole scalderebbe allo stesso modo se si chiamasse la sola (ma un romano direbbe che " 'na sola" resterebbe tale anche se si chiamasse sole) :) Pensiamo ad alcuni, molti termini, come fossero neutri e concentriamoci su cose di maggior valore. Come ad esempio quanto detto da And: in libreria la poesia occupa un misero scaffale.
EliminaBellissime mia cara, ma Mariella Bettarini , mi tocca il cure!
RispondiEliminaUn bacio serale!
Buonasera Nella. Mi fa piacere che hai apprezzato questa mia selezione. Ti confesso la difficoltà nello scegliere tra le varie raccolte una sola poesia. Un bacio anche a te.
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