Ultimo incontro nello spazio poesia dedicato alle amiche, uno spazio di condivisione delle loro voci, delle loro emozioni, uno spazio dove raccontano se stesse, tra luoghi, immagini e poesia.
Fare rete non significa solo portare avanti iniziative, progettare, lottare per i propri diritti, ma anche parlare solo di noi, dei pensieri che ci attraversano e spesso finiscono con il cadere su un foglio...
Beato chi divide col prossimo i pesi della vita!
Il mio nome è Nessuno
Gabriella Bortoli
La poesia è una coda. Ti segue sempre, anche quando non le
badi. Pensi ad altro, vivi, ma la tua coda c’è, è sempre stata con te, è nata
con te e vede tutto quello che fai,
ascolta quello che dici e cattura le emozioni profonde della tua voce.
Quando ti giri, sai che la tua coda ha raccolto la polvere per te e diventi consapevole dei luoghi che hai attraversato.
Molto
di quello che scriviamo proviene da zone inesplorate della nostra interiorità e
da vissuti che hanno bisogno di tempo per diventare polline. Per questo la coda
li cattura e ce li trascina dietro fino
a che non arriva il tempo giusto per divenirne consapevoli e iniziare il
cambiamento.
Ho una formazione classica, quindi le mie emozioni indossano
con grande facilità pepli o scudi. Mi esprimo con poesie sin da piccola, da
quando scrivevo di angioletti che piangevano… piangevano!
Ad un certo punto della mia vita ho dovuto chiedermi se
alcune mie esperienze non dipendessero da qualcosa che sceglievo senza
accorgermene. Decisi di iniziare un percorso di psicoanalisi. Dopo due incontri
preliminari il “mio” dottore mi annunciò che
avrei avuto due anni d’attesa prima della terapia. In questo periodo
l’urgenza di spiegare al “mio” dottore quello che vivevo si concretizzava in
composizioni poetiche come: Penelope, Circe, Ulisse, Sirena, che inviavo per
posta.
Il tempo passava ed io cambiavo. Capivo i miei rancori,
illuminavo la figura del “mio” dottore con tutte le mie paure, dipanavamo
insieme il mio passato e tiravo su delle reti con impigliati ricordi ed
emozioni insospettati. E scrivevo.
Il mio modo di scrivere cambiava insieme a me e, alla fine
del mio percorso, mi sono trovata a riconoscere che le poesie più antiche
grondavano di un dolore dissennato e non mi rappresentavano più. Eppure erano
la mia voce di allora, ero io prima dei cambiamenti e della consapevolezza. Che
fare? Buttare tutto o….modificare? Mi sono messa a riscriverle, lasciando i
sentimenti ed asciugando il pianto. Ne nascevano anche di nuove. Il progetto di
“Achei” prendeva forma nella mia mente e nel mio sentire.
Alla fine, quando ormai tutti i miei amici avevano perso la
speranza, (“Ma cosa stai facendo? Un cavallo?” mi chiedeva Rossano Onano, che
aspettava il manoscritto per preparare la prefazione) nel settembre 2013 è nato
“Achei”.
C’è di mezzo anche l’esperienza del terremoto del 2012, che mi ha resa
consapevole che… può accadere di tutto e non abbiamo la certezza di vivere
quanto vorremmo.
Ecco, “Achei” è così: sotto il racconto dell’epica greca
pulsano le esperienze della mia esistenza.
Ecco perché, secondo me, la poesia è una coda.
Gabriella Bortoli
Una matta a Parigi - Gabriella Bortoli |
Sarò
Navigherò le tue vene
percorrendoti
e ti lascerò salpare.
Non sarò ancora
ma gomena docile
che attende il porto
in cui sognare.
Non gonfierò le tue vele
né ti sarò catena,
solo il rumore dell’acqua
che, desiderosa,
lambisce la chiglia
sarò.
Gabriella Bortoli
Da “Achei – l’esilio degli affetti” Ed Il Fiorino
2013
Sono nata da genitori emiliani in un paesino dell'Abruzzo,
il 13 luglio 1955 e dal 1986 vivo e lavoro a Mirandola, in provincia di Modena.
Dopo studi classici mi sono laureata in Filosofia e da tanti
anni insegno Lettere nelle scuole medie inferiori.
Dal 1995 faccio parte del Circolo di
Poesia "La Fonte di Ippocrene" di Modena qui il link, gruppo molto attivo
e di cui si ricorda, oltre ad un Concorso annuale Internazionale di Poesia
anche un lavoro poetico sul Duomo di Modena, “Pietreparlanti”, presentato sul
sagrato in occasione del giubileo del 2000.
Nel 1998, da gennaio
a maggio, per il Servizio Socio-Educativo del Comune di Modena ha
condotto, presso la Biblioteca Sant'Agnese, un laboratorio di espressività poetica per ragazzi, collegato al
Concorso Nazionale "Il Ritorno di Holden" indetto dal Comune di
Modena.
Dal 2000 faccio parte della Compagnia Teatrale “La Zattera”,
di Concordia.
A settembre 2013 ho
finalmente pubblicato il mio primo libro
di poesie “Achei - L’esilio degli affetti” a cui ho lavorato
molti anni e che è stato portato in scena dalla mia Compagnia Teatrale “La
Zattera” nel giugno 2015 a Concordia s/Secchia. Achei ed altri testi (Borges,
Pavese) hanno composto la sceneggiatura di uno spettacolo su una conquista:
dall'umanità perduta nell'illusione della guerra, della seduzione e
dell'immortalità, al viaggio a ritroso, raccogliendo il tempo e i segni da
comprendere, sino al risveglio: l’approdo all’isola ben definita della nostra
(effimera) identità. Solo così il ritorno ad Itaca sarà
possibile.
Nel 2015, insieme ai compagni de “La Fonte d’Ippocrene”, ho
pubblicato alcune liriche nell’Antologia di RossoPietra “Voci accanto”.
Mie poesie sono apparse nelle raccolte edite da “Consulta
Libri e Progetti per la giornata della poesia a cura dell’Unesco : “Il dolore
degli ultimi, il respiro del vento” del 2011, “Approdi” del 2012, “Epicentro”
del 2013 “La donna, il mondo” del 2014, “Madre terra” del 2015 e “Migrazioni”
del 2016 per cui ha ricevuto un Premio come Primo Classificato nella Sezione
Breve raccolta di Poesia Edita del Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo”
di Guidonia (Roma).
Gabriella Bortoli
Amiche - Gabriella Bortoli |
Ifigenia
A rendere propizi venti
mi chiami, favolando
attesa di sposo lontano,
ma il lampo dei tuoi occhi
è fuoco di volontà nascosta.
Flautato, mi induci
al viaggio dell’assenso
mentre respiro l’inganno.
Troppo dolore vedere:
preferisco salire sulla nave
fingendo emozione la paura.
Vele bianche
come abito nuziale
si aprono tese
all’oracolo di morte.
Gabriella Bortoli
Da “Achei – l’esilio degli affetti” Ed Il Fiorino
2013
Venezia, panni stesi - Gabriella Bortoli |
Maria D'Asaro
Perché scrivo?
Intanto cito la canzone Cyrano del nostro Francesco Guccini, quando dice:
“Quando sento il peso di essere sempre sola, mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo …”
Scrivo perché è una
delle cose che riesco a fare discretamente. Ad esempio, ho imparato a recensire
romanzi e saggi e lo faccio con piacere.
E poi mi riconosco in molte delle ragioni citate da Primo
Levi nel saggio L'altrui mestiere
(Einaudi, 1985) da qui:
Perché si scrive, secondo Primo Levi?
1) Perché se ne sente l'impulso o il bisogno. È questa, in
prima approssimazione, la motivazione più disinteressata. L'autore che scrive
perché qualcosa o qualcuno gli detta dentro non opera in vista di un fine; dal
suo lavoro gli potranno venire fama e gloria, ma saranno un di più, un
beneficio aggiunto, non consapevolmente desiderato: un sottoprodotto, insomma.
(…)
2) Per divertire o divertirsi. Fortunatamente, le due
varianti coincidono quasi sempre: è raro che chi scrive per divertire il suo
pubblico non si diverta scrivendo, ed è raro che chi prova piacere nello
scrivere non trasmetta al lettore almeno una porzione del suo divertimento. (…)
3) Per insegnare qualcosa a qualcuno. (…)
4) Per migliorare il mondo (…)
5) Per far conoscere le proprie idee. (…)
6) Per liberarsi da un'angoscia. (…)
7) Per diventare famosi. (…)
8) Per diventare ricchi. (…)
9) Per abitudine. (…)
E poi come non riconoscermi anche in queste affermazioni di
Italo Calvino:
"Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che
venga poi scoperto". “... Scriviamo per rendere possibile al mondo non
scritto di esprimersi attraverso di noi… Dall’altro lato delle parole c’è
qualcosa che cerca di uscire dal silenzio, di significare attraverso il
linguaggio, come battendo colpi su un muro di prigione”.
Maria D'Asaro
Maria D'Asaro |
Stanze
In silenzio …
Attraversale in fretta,
Con fecondo fervore creativo.
Scrivi.
Maria D'Asaro, I petit onze
Amedeo Modigliani, Jeanne Hébuterne con la collana 1917
|
I petit onze nascono da una sorta di necessità interiore. Li
scrivo quando ho l’urgenza di liberarmi di qualcosa.
Prendo a prestito, a questo proposito, le cose bellissime
che Rainer Maria Rilke scrive a "A Franz Xaver Kappus” nello splendido
libro epistolario “Lettera a un giovane poeta”
Parigi, 17 febbraio 1903
Caro Signore,
Rainer Maria Rilke
Il bagolaro spoglio - Maria D'Asaro |
Chissà…
Cosa sente
Un pappagallo verde
Su un bagolaro spoglio …
Canta.
Maria D'Asaro, I petit onze
Una splendida creazione di Adriana - Maria D'Asaro |
Illumina
La vita
Tessendo ogni giorno
Di perle un’allegria,
Colorata.
Maria D'Asaro, I petit onze
Maria D'Asaro, vive
in un'isola ed è affascinata dal mare: mari da sognare, mari da scoprire, mari
da solcare...
In un tema di quarta
elementare, Maruzza scriveva di voler fare l'insegnante, l'assistente sociale,
la giornalista e l'ambasciatrice. Dopo essere stata una psicopedagogista -
incrocio tra una psicologa, un'insegnante e un'assistente sociale - adesso
insegna in una scuola media e collabora con un giornale: "100NOVE".
Per fare l'ambasciatrice o entrare in politica ... deve capire almeno
l'inglese.
Andromaca
Difficile
Il ruolo
Che la storia
Un giorno ti impose,
Andromaca.
Maria D'Asaro, I petit onze
Giorgio De Chirico, Andromaca |
di dolcezza,
te ne andrai
senza averne gustato abbastanza,
digiuna.
Maria D'Asaro, I petit onze
Fabrice Backès, La piccola fiammiferaia |
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La grande paura
[...]
All’infanzia sono sopravvissuta,
all’età adulta sono sopravvissuta.
Quasi niente rispetto alla vita.
Sono sopravvissuta, però.
E adesso, tra le rovine del mio essere,
qualcosa, una ferma utopia, sta per fiorire.
Piera Oppezzo, da Donne in poesia
#difendiamolapoesia #8marzo #difendiamolefonti e per quanto possibile citiamole sempre
Uno spazio interessante e complimenti alle autrici.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Grazie Cavaliere, un momento "intenso" di vicinanza...
EliminaSerena settimana
Grazie, Santa carissima, della tua ospitalità generosa e affettuosa! E complimenti a Gabriella Bortoli: mi ha intrigato parecchio la sua metafora della coda. E poi, che coincidenza il nostro gemellaggio culturale e professionale: anch'io, come lei, dopo studi classici mi sono laureata in Filosofia e da tanti anni insegno Lettere nelle scuole medie inferiori! Un caro abbraccio. Buona domenica e buona settimana.
RispondiEliminaVi ho volute vicine, Maria, farvi incontrare per certe sfumature che vi uniscono. Per me, anche dedicare un po' del mio tempo/spazio ad una cara amica lontana che stimo molto e con cui abbiamo condiviso intensi momenti di poesia e amicizia e ad una cara amica lontana che sa raccontare con perizia e sensibilità la vita.
EliminaUn abbraccio forte e una serena settimana.
Trovo stimolante conoscere nuove poetesse e poter quindi conoscere nuove produzioni e punti di vista emotivi diversi dal mio.
RispondiEliminaSono confronti che trovo anch'io molto importanti, Daniele. Anche ammirare la forza che si ha nel raccontarsi e dare agli altri qualcosa di sé.
EliminaBuona settimana.
Che meraviglia queste condivisioni, queste poetesse che ci tessono tele bellissime e ci fanno scoprire la loro arte in piena umiltà..dallo psicanalista all'amore per il mare..
RispondiEliminaTutto da leggere da gustare da imparare, soprattutto la loro modestia.e bravura.
Grazie Santa di avercele fatte conoscere
Bacio serale!
Grazie carissima Nella. Raccontandoci ci arricchiamo ed è una forza. In ogni cosa che scriviamo lasciamo tracce di noi... e leggendo gli altri scopriamo qualcosa che ci era sfuggito, ma come dice Gabriella ci pensa la "coda" a raccogliere in nostri passaggi ;)
EliminaCi vorrebbe anche un bel colpo di coda a spazzare tutto quello che non dovremmo "trattenere"... Cerchiamo di allenarla questa coda.
Un abbraccio e una serena settimana.
Bel post interessante e pieno di sentimenti.
RispondiEliminaComplimenti alle autrici di queste poesie.
Un Grande Calvino - quando dice "Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto". “... Scriviamo per rendere possibile al mondo non scritto di esprimersi attraverso di noi… Dall’altro lato delle parole c’è qualcosa che cerca di uscire dal silenzio, di significare attraverso il linguaggio, come battendo colpi su un muro di prigione”. Come non essere d'accordo con lui :-) Buon pomeriggio ed ottimo fine settimana in arrivo
La scrittura, cara Arwen, a volte non è facile. È un intreccio di "pudori", di appelli... o anche un esercizio di stile. Non è mai facile darsi agli altri, perchè spesso diventa complicato anche ascoltarsi, quel "muro di prigione", appunto, dove battiamo colpi.
EliminaE come non essere in accordo con le parole, come scrivi tu, del Grande Calvino...
Un sereno fine settimana anche te.
P.S. Bellissima l'immagine di questa panchina di legno davvero particolare :-)
RispondiEliminaÈ una panchina, Arwen, situata nel parco della villa studio del pittore Frederic E. Church ad Olana, sul fiume Hudson. Fotografata da Rehan Lashari.
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