…per chi arriva, per chi è di passaggio, per chi vuole trattenersi sorseggiando un buon vino o gustare una birra, per chi non ha sonno e chiede un caffè
… e le delizie gastronomiche, gli amici, gli ospiti, la musica dal vivo, mentre la moka gorgoglia, e il giusto calore al Webar
Oggi Terlano bianco e cestini di pasta brisée ripieni con crema al parmigiano... Intanto...
Si accendono i riflettori
Oggi Terlano bianco e cestini di pasta brisée ripieni con crema al parmigiano... Intanto...
Si accendono i riflettori
Monologo... io canto le donne
Racconta Chatwin che i miti
aborigeni sulla creazione raccontano di leggendarie figure totemiche che nel
tempo del Sogno aveva percorso in lungo e in largo il continente cantando il
nome di ogni cosa in cui s’imbattevano e che con quel loro canto avevano fatto
esistere il mondo.
Un canto è contemporaneamente mappa e antenna, un canto ti aiuta a ritrovare la strada, il canto fa venire fuori la terra.
Un canto è contemporaneamente mappa e antenna, un canto ti aiuta a ritrovare la strada, il canto fa venire fuori la terra.
Gli aborigeni sono convinti che
tutti gli esseri viventi, ma tutto quello che esiste nel mondo sia stato creato
tutto insieme segretamente, sonnecchi sotto la superficie terrestre in attesa
di essere cantato.
E dunque io canto le donne, “le donne, i cavallier, l’arme, gli
amori, le cortesie, l’audaci imprese io canto”. Le audaci imprese io canto, perché
davvero audace impresa è ostinarsi a spiegare
che non esiste una sola questione femminile che non riguardi l’intera umanità, l’intera
terra.
Che la questione femminile è la Questione. Che sul possesso e il
controllo delle donne si gioca il futuro di tutto! L’infinita guerra di questi
uomini vuoti sempre a cercare altrove la ragione di un verbo, il senso, la
misura. Audace impresa è ostinarsi a vivere con interezza e pretendere di più e
aggiungere “più uno” alla contabilità dell’infinito. Audace impresa è
invecchiare conoscendo da prima i luoghi atroci
che ti toccheranno, popolati da donne come te malate o solo vecchie, col
tormento di una memoria monca e l’insulto di sentirsi dire: “Guardi nonna che
bei cioccolatini! Guardi che bravi, son venuti a trovarla.” E mai nessuno che
ti chieda con pudore: “Ci pensi mai? Ti stai preparando? hai mai paura?”
Audace impresa ostinarsi a vivere
in un mondo ostile ed insensato per le donne, i cavalier, l’arme, gli amori, le
cortesie… Ma che bella parola: “Cortesie”. Evoca un mondo antico, regole
indiscusse, attenzione, rispetto, soprattutto rispetto. E invece basta! Finito!
È cambiata l’aria, non son più tempi per queste stronzate. Ma quali cortesie?
“Ma fatemi capire, per quale
motivo dovremmo: aprirvi la porta, cedervi il posto, pagarvi il conto? Anzi,
andrete in pensione alla stessa età nostra. L’avete voluta la parità?”
“ Veramente, veramente noi volevamo
qualcosina in più. Noi volevamo sancire la nostra superiorità. Solo che l’abbiamo
chiamata differenza, per quieto vivere. Volevamo provare a stabile noi le regole,
volevamo tornare ad essere erinni, streghe, fate, parche, divinità. Noi
volevamo il potere, volevamo cortesemente rivoluzionare la vita, ma di tutto e
tutti.”
E tutti lavorare meno e meglio,
non soltanto le donne, i cavalier, l’arme, gli amori… Ma sì, e cantiamoli gli
Amori delle donne che sono infiniti e inauditi e incomprensibili e infelici.
Soprattutto infelici. Masochisti, psicosomatici, autolesionisti. Omo, etero,
bi. Poli orientati. Materni, coniugali, collettivi, orfici e dionisiaci,
romantici e lascivi a cantare la vita delle donne, a scandire la storia delle
donne.
I cavalier, l’arme… L’arme. Che
lo si sappia una volta per tutte: la prima causa di morte delle donne, tutte le
donne, in tutto il mondo, macabro esempio di globalizzazione, è la violenza,
soprattutto domestica.
Sono i coltelli alla gola, i
pugni, i calci, le forbici di casa, le mutilazioni genitali, gli stupri, il
commercio dei corpi, le neonate uccise,
sono le pietre, l’acido, le semiautomatiche con regolare porto d’armi. Sono… i
vicini che non sentono, le denunce inutili, le fughe disperate.
E quel giorno in tribunale,
quando potresti farlo condannare davvero, lui il nemico, lui il mostro, lui
l’orco, lui: il terrore dei tuoi figli! Ma no, no, è lo stesso ragazzo delle
feste sulla spiaggia, delle foto del matrimonio, del mutuo per la casa. Lo
stesso che oggi piange e giura che non lo farà mai più.
Le armi che ogni giorno
massacrano le donne e… i Cavalieri, quelli che ci mancano. I Cavalieri, gli
uomini, i protagonisti, che ci hanno stordito per millenni con ogni possibile
rumore di battaglia e hanno riscritto la storia come piace a loro e hanno
dimenticato cosa voleva dire far vivere la terra e ci hanno dato tutto quello
che ci potevano dare. E adesso è proprio chiaro che non basta.
”Se vuoi giocare, io devo sapere,
sei dama o cavaliere?”
Dama è cavaliere. Come le Vergini
Giurate d’Albania, come le antiche creature delle origini, le leggendarie
viaggiatrici, che nel tempo del sogno sapevano condurre le canoe. Perché loro
soltanto avevano imparato a cantare ogni mare e fiume e corso d’acqua e a ogni
colpo di remo corrispondeva un canto. E a ogni canto un luogo e solo chi
conosceva il canto riusciva a non smarrirsi nelle lande scoperchiate del fuori.
E questo aveva a che fare con la musica. Questo è ciò che serve! E questo finalmente
basta!
Le donne…io canto…Le donne.
Lella Costa monologo tratto dallo spettacolo "Ragazze"
Si ringrazia per il video
L'Alligatore alla console presenta Nick Drake: ... Artista totale, che dimostra quanto sia importante l'apparire, rispetto all'essere, o, per meglio dire, quanto sia importante vendersi, rispetto alla qualità di quello che si vende (punta qui e fai clik) ... E poi ascoltate
Si ringrazia per il video mouthfuloflead
Day is done
When the day is done
Down to earth then
sinks the sun
Along with
everything that was lost and won
When the day is done
When the day is done
Hope so much your
race will be all run
Then you find you
jumped the gun
Have to go back
where you begun
When the day is done
When the night is
cold
Some get by but some
get old
Just to show life's
not made of gold
When the night is
cold
When the bird has
flown
Got no one to call
your own
Got no place to call
your home
When the bird had
flown
When the game's been
fought
You sped the ball
across the court
Lost much sooner
that you would've thought
Now the game's been
fought
When the party's
through
Seems so very sad
for you
Didn't do the things
you meant to do
Now there's no time
to start anew
Now the party's
through
When the day is done
Down to earth then
sinks the sun
Along with
everything that was lost and won
When the day is done
|
Il giorno è passato
Quando il giorno è passato
Sulla terra poi affoga il sole
Insieme a tutte le conquiste e le perdite
Quando il giorno è passato
Quando il giorno è passato
Spero tanto la tua corsa sia conclusa
Poi scopri di aver bruciato le tappe
Devi tornare dove hai cominciato
Quando il giorno è passato
Quando la notte è fredda
Alcuni la superano, altri invecchiano
Perchè la vita non è fatta d'oro
Quando la notte è fredda
Quando l'uccello è volato via
Non hai nessuno a farti compagnia
Non hai nessun posto da chiamare casa
Quando l'uccello è volato via
Quando la partita è finita
Porti la palla in fondo al cortile
Hai perso molto prima delle tue aspettative
E ora la partita è finita
Quando la festa è conclusa
E' davvero triste per te
Non hai fatto le cose che volevi
E ora non c'è più tempo per ricominciare
Ora la festa è conclusa
Quando il giorno è passato
Sulla terra poi affoga il sole
Insieme a tutte le conquiste e le perdite
Quando il giorno è passato
testo e traduzione Matteo Maculotti
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beh, a Nick Drake non si può resistere :)
RispondiEliminaCiao franz, la buona musica ubriaca ^_^
RispondiEliminastraordinario nick drake.
RispondiEliminanon ho mai smesso di ascoltarlo.
andrea
Che dire? Sono un ignorante! Non conoscevo Nick Drake. Devo anche dire però, che grazie ad Alligatore ho conosciuto nomi di musicisti, e anche alcuni scrittori, belli e importanti. In fondo il tempo che si passa sui blog serve a qualcosa, o no? Chiedo scusa. Mi è comunque apparsa bellissima la musica e il testo della canzone. Chatwin e i canti degli aborigeni non mi trovavano invece impreparata, neppure le donne o le cortesie a loro dedicate. Sui cavalieri, poi, ne ho pieno il cuore e l'immaginazione; qualcuno mi è sembrato addirittura di toccarlo, a volte, poi, come è naturale, è volato via sul suo cavallo alato :-)
RispondiEliminaCiao Andrea, è solo triste pensare a quanta poca "considerazione" abbia avuto. Ma come diceva un altro grande, Frank Zappa, non è l'idrogeno la sostanza base dell'universo, la vera sostanza che lo compone è la stupidità!
RispondiEliminaPost toccante, cara Santa. Colpita dal monologo di Lella Costa (che conosco e apprezzo) e ... affondata dalla dolcezza di Nick Drake (mi associo all'ignoranza di bibliomatilda: di Drake conoscevo solo sir Francis e le sue imprese piratesche!). Grazie davvero. Buona serata.
RispondiEliminaAmmetto: neanch'io conoscevo Nick Drake. E sono contento, perchè ho qualcosa di nuovo (e mi pare ottimo) ancora tutto da gustare. Intanto, da questo bel brano, ho come l'impressione che i Coldplay vi abbiano attinto un po'. Lella Costa è impareggiabile. Complimenti allo staff del Webar, posticino davvero accogliente.
RispondiEliminaCiao matilda, scusa dovrebbero chiederla quelli che hanno perso "la curiosità". È la curiosità e la condivisione che fa crescere, godiamone quanto più si può. Per i cavalieri il problema e che... lasciassero almeno il cavallo! Mi hai fatto tornare in mente il "grande" Ronzinante.
RispondiEliminaCiao mari, è vero si affonda dentro la sua musica... e anche la sua fu purtroppo un'impresa anche se amara. Buona serata anche a te.
RispondiEliminaCiao Doc, bello lo spettacolo Ragazze, carico di spunti e riflessioni e lei sempreverde. Son felice che ti sia piaciuto il Webar, allora c'è da organizzare l'happy hour... Grazie.
RispondiEliminaGrazie Santa S. per la citazione, ma ancora di più per il magnifico post di cibo e cultura (seguo Lella Costa da anni, ultimamente l'avevo persa di vista, ma merita ancora molto ascolto) e per aver fatto conoscere il grande Nick Drake, a chi non lo conosceva (dico a DOC che è vero, Drake è riscontrabile in molti altri, saccheggiato e/o amabilmente citato da tantissimi dopo di lui).
RispondiEliminaCiao Alligatore, grazie a te. Hai portato Buona Musica e visto il successo della serata magari tornerai al Webar regalando altre "perle". Siamo affamati di Bello :)
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