Anche negli esseri umani sono rimaste alcune piccole stelle cadenti, sebbene la maggior parte di essi se le sia lasciate sfuggire. Ma in me si trova ancora l'intero universo − e io posso lottare anche contro un altro mondo.
Else Lasker-Schüler, da
Lettera a Karl Kraus del 5 luglio 1912
Fuga dal mondo
Io nell’immenso voglio
tornare a me,
già mi fiorisce il colchico autunnale dell’anima,
forse è già troppo tardi per tornare.
perché voi mi asfissiate di voi stessi.
Vorrei tirare fili intorno a me
per mettere fine alla babele!
fuorviarvi,
confondervi,
per fuggire
verso me.
Else
Lasker-Schüler
Elberfeld, 11 febbraio 1869 – Gerusalemme, 22 gennaio 1945
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Te solo
In una cinta di nuvole il cielo
porta la curva luna.
Sotto l’icona-falce
nella tua mano voglio riposare.
Il mio volere dev’essere sempre
quello della tempesta – sono un mare
senza riva.
Pure dacché tu cerchi
le mie conchiglie, il cuore mi risplende.
Giace
sul mio fondo, incantato.
Forse è il mondo il mio cuore,
bussa –
E te solo oramai cerca –
Come devo chiamarti?
Con l’ascesa al potere di Adolf Hitler le sue opere furono vietate e bruciate, le minacce naziste la costrinsero a fuggire a Zurigo. “A Zurigo, tuttavia, le venne vietato di pubblicare. Compì due viaggi in Palestina, nel 1934 e nel 1937. Nel 1938 le fu revocata la cittadinanza tedesca e nel 1939 compì il terzo viaggio in Palestina.”
Non tornò mai più nella sua patria, l’esilio continuò fino alla morte.
Sia in Svizzera che in Palestina, Lasker-Schüler sapeva che "le siepi straniere circondano il cuore dell'esilio".
“Le tre
visite fatte a Gerusalemme possono essere considerate come disperati tentativi per
rendere reale la sua visione della Terra degli Ebrei e farle scrivere un contributo
nella "costruzione della Palestina; Non sono stata inattiva nel lavoro di
Dio" (citato in J. Hessing “Else
Lasker-Schüler and Her People,” Ariel 41 -1976, p. 67).
Eppure, ha anche concluso: "Ho immaginato diversamente la mia vita a Gerusalemme. . . e morirò qui di tristezza. . . Qui non c'è calore."
Eppure, ha anche concluso: "Ho immaginato diversamente la mia vita a Gerusalemme. . . e morirò qui di tristezza. . . Qui non c'è calore."
Come opera di amore e riconciliazione tra ebrei e arabi, scrisse la sua ultima opera in prosa, Das Hebräerland (La terra degli Ebrei).
Else Lasker-Schüler e
Herwarth Walden al Café des Westens, tavolo a destra
Ritrovo abituale dei "Moderni" - Berlino, maggio 1905
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Al mio popolo
S’infradicia la rupe
da cui provengo,
da cui canto di Dio…
Precipito d’un tratto dalla via
e mi sbriciolo tutta
in me lontano, sola
sulla roccia del pianto, verso il mare.
Ho tanto deviato
dal fermento di mosto del mio sangue.
E sempre, sempre ancora l’eco in me
se terrifico a oriente
il fradicio pietrame,
il mio popolo,
a Dio leva il suo grido.
Disegno di Else Lasker-Schüler, Il serpente |
Abramo e Isacco
Si costruì nel paese di Eden
Abramo una città di terra e foglia
e a parlare con Dio si esercitò.
Gli angeli amavano riposarsi innanzi
alla sua pia capanna –
li conosceva Abramo uno per uno;
e lasciavano i loro passi alati
celesti segni.
Finché, balzati su nei loro sogni,
udirono belare
i martoriati arieti
(Isacco ci giocava ai sacrifici
dietro le piante della liquirizia) –
E Dio ammonì: Abramo!!
Egli spezzò dalla cresta del mare
le conchiglie e la spugna per ornare
sui ceppi alto l’altare.
E portò il figlio unico, legato sulla schiena
per soddisfare il suo grande Signore:
ma Egli amò il suo servo.
Se Franz
Kafka rimase sconvolto dal suo stile di vita bohémien, Karl Kraus la considerava
“il più forte e impervio fenomeno lirico della Germania moderna”. Un critico la
definì "la rappresentante più radicale della poesia radicale
moderna". Con la raccolta di poesie Meine Wunder (e in particolare con la poesia
Ein alter Tibetteppich) Else Schüler divenne nel 1911 una delle principali
esponenti dell'espressionismo.
Grazie per il video a LYRIK & MUSIK (nonprofit channel)
Al trasfigurato
Amaro e scarso era il mio pane, morto –
ed ambra l’oro
delle mie guance.
Con le pantere striscio
nelle tane la notte.
È tanta la mia pena nel dolore
crepuscolare… seppure le stelle
mi scendano a dormire nella mano.
Del loro lume tu mi meravigli –
ma la pena
della mia solitudine t’è ignota.
Le belve per le strade
hanno pietà di me; quell’ululare
suona infine amoroso.
Ma sfuggito alla terra, presso il Sinai
trasfigurato tu sorridi –
lontano estraneo passi oltre il mio mondo.
Noi miniature di Dio creiamo miniature del mondo.
Else
Lasker-Schüler, Il mio cuore e altri scritti
A Dio
Tu non freni le buone stelle né le cattive –
tutti
scorrono i loro umori.
Il solco mi dolora sulla fronte,
la profonda corona dall’opprimente luce.
Ed è muto il mio mondo –
i miei umori, tu non li frenasti.
Dio, dove sei?
Vicino al cuore tuo vorrei origliare,
con la tua più remota vicinanza mutarmi,
quando
nel tuo regno trasfigurate d’oro
da mille beatitudini di luce prorompono
tutte le buone e le cattive fonti.
Poesie da Ballate ebraiche e altre poesie
A cura di Maura Del Serra
Else Lasker-Schüler vestita come il principe Yussuf mentre suona il flauto |
Ascolta
Io mi prendo nelle notti
Le rose della tua bocca
Che nessun’altra ci beva.
Quella che ti abbraccia
Mi deruba dei miei brividi
Che intorno al tuo corpo io dipinsi.
Io sono il tuo ciglio di strada.
Quella che ti sfiora
Precipita.
Senti il mio vivere
Dovunque
Come orlo lontano?
Sono triste
I tuoi baci fanno buio, sulla mia bocca.
Io non ti sono più cara.
E come giungesti – !
Azzurro di paradiso;
Alla tua più dolce fonte
Il mio cuore faceva il giocoliere.
Ora lo voglio truccare
Come le puttane il rosa
Appassito dei fianchi di rosso.
I nostri occhi sono socchiusi,
Come un cielo morente –
La luna è invecchiata.
La notte non si sveglia più.
Tu non ti ricordi di me.
Dove me ne andrò con questo cuore?
Poesie da Sull’ultima stella
A cura di Nicola Giardini
Grazie Mr. Mistery
Altre poesie di Else Lasker-Schüler potrete leggerle in Poesia in rete
Fonti:
Else Lasker-Schüler - Wikipedia
Else Lasker-Schüler by
Henrik Eger - Drama Around the Globe
#difendiamolapoesia #difendiamolefonti
- Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio.
Cara Santa, ricordi amari di un tempo che speriamo non ritornino più.
RispondiEliminaCiao e buon inizio delle settimana con un forte abbraccio e un orriso:-)
Tomaso
Siamo comunque in tempi bui Tomaso, giovani che non hanno conosciuto certi orrori e che ne sembrano affascinati... Un'età critica anche questa.
EliminaBuon inizio e buona settimana anche a te.
Un abbraccio, carissimo.
Ammetto che non conoscevo questa poetessa ma ho trovato le sue poesie molto intense, alcune poi le ho amate tantissimo come "Al mio popolo". Brava Santa, sono sempre post di spessore quelli che si possono leggere da te.
RispondiEliminaGrazie mille Daniele, detto da un "militante rockpoeta" non può che farmi un immenso piacere.
EliminaCi sono talmente tante grandi voci della poesia che non basterebbe una vita intera a ricordarle, non solo per la forza del verso, ma anche per la forza del loro vissuto.
Forza e anche dolore, come nel caso di Else Lasker-Schüler.
Non conoscevo questa poetessa, anche lei vittima di tempi terribili e impossibili da dimenticare. Un saluto
RispondiEliminaHo sempre pensato, Mirtillo, che la poesia ci aiuta a conoscere e ricordare, non è solo "canto". Un sentire personale che si fa storia restando "presente".
EliminaUn caro saluto anche a te.
Non la conoscevo, belle e tristi le poesie, bella e affascinante anche la panchina di questa domenica :)
RispondiEliminaMi fa piacere Alvise che sia una bella scoperta. Ho scelto la pietra che per gli ebrei ha un valore simbolico di memoria e legame, una panchina per sedersi e ricordare...
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