giovedì 17 dicembre 2015

Una casa da funghi: Phil Ross e la mycotecture. Per il futuro "fungi mainstream".


Phil Ross con in testa un vaso di fungo, immagine blogs.scientificamerican.com qui

Ieri qui ha piovuto, finalmente, odore di terra bagnata, ci voleva proprio! Non è durata molto, il tempo necessario di farmi venire voglia di funghi, lo so e ve l’ho anche detto che non è vero che i funghi spuntano dopo la pioggia, lo avevo scritto parlando di buche qui,
Che dirvi, saranno gli odori, le frasi fatte, ma io ho l’acquolina, un piatto di funghi arrostiti, trifolati o crudi con insalata, scaglie di parmigiano e un filo di balsamico.

Ha ragione un mio amico, ogni tanto s’indigna ed esclama: “Pensano solo a mangiare!”.
Anch’io, eccomi ridotta come Homer Simpson: “Non rimandare a domani quello che puoi mangiare oggi!”. Fortuna che al mondo esistono tipi umani evoluti, quelli che ad esempio solo guardando una pallina scivolare nel fango  hanno l’intuizione e tac ti realizzano la penna “a sfera”.

Io guardo un fungo e penso al grado di soddisfazione del mio stomaco, Phil Ross al contrario guarda un fungo e pensa ad un’alternativa sostenibile al legno, alla plastica, ai materiali di uso comune.

Chi è Phil Ross?

Definirlo semplicemente un artista è riduttivo, laureato con un BFA nel 1991 presso l'Istituto d'arte di San Francisco e con un MFA nel 2000 presso la Stanford University di Palo Alto in  California, è soprattutto un ricercatore. Le sue opere d'arte sembrano rispondere alla necessità di collocare dei sistemi naturali all'interno di un contesto sociale. qui

E cosa c’entrano i funghi con Phil Ross? Ve lo state chiedendo o no?

Vi rispondo immediatamente, lui con i funghi costruisce tavoli, sedie, interamente naturali e compostabili,  mobili privi di tossine e soprattutto biodegradabili.


 Phil Ross e Kasha nella loro casa di funghi, immagine theworkshopresidence.tumblr.com qui

L’incontro di Ross con i funghi avviene durante il periodo universitario, poco più che ventenne, durante i turni in un centro  per malati terminali; qui conosce un’esperta in medicina tradizionale cinese che gli parla dei poteri di guarigione del fungo Reishi, talvolta definito in alcune traduzioni cinesi "fungo dell'immortalità", è uno dei più antichi funghi utilizzato nella medicina cinese per i suoi benefici al sistema immunitario umano.

Ross ha iniziato raccogliendo quelli selvatici nelle foreste del Golden Gate Bridge, a nord di San Francisco, per mangiarli (anche) e a scopo medico. Fino a quando non realizzò nel suo studio uno spazio per sperimentare con i funghi e coltivarli.

Parte da qui la visionaria idea di realizzare un materiale nuovo e sostenibile di “fungo”Utilizzando della segatura o altri sottoprodotti legnosi come base per coltivare i funghi, Ross crea delle colture di Ganoderma lucidum,  il Reishi di cui sopra, che si sviluppano in un paio di settimane, da qui passa alla fase della lavorazione, che non sto a spiegarvi nel dettaglio, molto sinteticamente la fibra di fungo viene messa in appositi stampi e cotta,  in una fase successiva con questo prodotto, che Ross ha battezzato "mycotecture" , vengono realizzati mobili e mattoni.


Phil Ross con in mano un mattone in mycotecture all'inaugurazione di “Intimate Science”, immagine andreagrover.com qui

Ovviamente è tutto in fase di studio, intanto è un materiale che potrebbe sostituire integralmente la schiuma per imballaggi prodotta dal petrolio greggio, come sta già facendo la società Ecovative di New York,  alcuni ingegneri lo considerano addirittura "molto promettente" come materiale da costruzione, c'è ancora da studiare e mettere a punto la sua resistenza all'esterno, ma a differenza di altri prodotti da costruzione non contiene sostanze cancerogene e gli impieghi potrebbero essere molteplici.

Ci vorrà comunque del tempo prima di esclamare "per fortuna ho un fungo sulla testa", al momento di Phil Ross è possibile acquistare in un  negozio di San Francisco solo sgabelli, sedie o tavolini, e direi non proprio a buon mercato, si va dai 300 euro per uno sgabello a 3.000 euro per una sedia. Ma volete mettere il piacere di stare seduti su un fungo e se le cose dovessero andare male, pare, se ho letto bene, sia commestibile, insomma si può anche mangiare. 

Non c’è rimedio per me, sono fissata, vado a farmi uno spuntino: la casetta di marzapane!
Certo che col fungo non ci sarebbe il rischio diabete, anzi se vi elencassi tutti i benefici attribuiti al Reishi non correreste più alcun rischio e non mangereste altro, ma finirei col rovinarvi le feste, ve li elenco dopo la befana, promesso.

da Scientic American qui
conosci meglio Phil Ross qui

10 commenti :

  1. Uhm, non mi giunge nuovo... sono sicura che Mr K lo conosce. Tra poco torno in trasferta, andrò a vedere il negozio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Aspetto il tuo reportage, sono curiosa. Avrai la possibilità di "testarle" e annusarle, fammi sapere se odorano di fungo. E poi mi piacerebbe tanto ospitare Mr K... dici che si può fare?

      Elimina
  2. Sicuramente una casa molto originale!
    Saluti a presto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Futurista sicuramente "puffolandia", ma interessante come soluzione per alcuni impieghi. Staremo a vedere Cavaliere. Buon fine settimana.

      Elimina
  3. il problema sarà forse per l'odore, forse. Comunque sono molto interessata a sapere tutto sul Reishi, non perché aneli all'immortalità quanto al mio (purtroppo) diabete. A dopo la Befana.
    ciao :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ti anticipo che ha un sapore amarognolo. E mi raccomando, anche se è dura non farti tentare durante le feste, soprattutto stai lontana dalle casette di marzapane. A presto :*

      Elimina
    2. per fortuna non preferisco i dolci e il marzapane non mi piace per niente, però adoro il pandoro, ma ho una strategia, sento il profumo e mi sazio ;)

      Elimina
    3. La tua strategia vele per molte cose :))

      Elimina
  4. Interessante, intrigante, innovativo. Grazie di questo mico- ecologico -reportage!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E pensare che dopo la penicillina, le insidiose muffe e i trifolati i funghi mi facevano pensare ai puffi, invece guarda che ti combina il sig. Ross.
      Gli artisti, come faremmo senza!?
      Un abbraccio

      Elimina

Torna su