«- Un Natale
allegro! o che motivo hai tu di stare allegro? che diritto? Sei povero
abbastanza, mi pare.
- Via, via... Che diritto avete voi di essere triste? che
ragione avete di essere uggioso? Siete ricco abbastanza, mi pare. » (Charles
Dickens, Un canto di Natale – da Liber Liber qui)
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A tutto ci si abitua, anche alla bellezza, a forza di vederle le cose non ti stupiscono più, le sfiori, le attraversi e non ci fai più caso. La prima volta no, la prima volta hai l'espressione da "deficiente", le labbra semiaperte, l'occhio sgranato e il corpo irrequieto che non riesce a stare fermo. Non capita tanto spesso, ma quando accade hai voglia di gridarlo scriverlo ai quattro venti (insomma, una cosa del genere).
Vi accompagno nella "cripta" dello show room Laruffa Luppino qui (a Reggio Calabria) sotto le volte nude, recuperate grazie alla sensibilità dei curatori, in via del Torrione. Siamo nell'area Griso-Labocetta , una delle aree archeologiche più importanti della città (qui).
Interni show room Laruffa Luppino (RC) |
Per farvi ascoltare il "canto di Natale".
Interpreti, protagonisti, personaggi:
- i Poeti del Lunedì di Anassilaos qui
I Poeti del Lunedì di Anassilaos durante il "reading" Canto di Natale |
- Giuseppe Nicolò e "l'immortalità della musica" qui
Girando la manovella del suo His Master’s racconta di musica e non solo: la voce di Caruso nei Pagliacci, versioni jazz delle musiche di Natale, Bing Crosby e le canzoni pop di Natale, il Natale in trincea del 1914, aneddoti e storie che hanno fatto la grande musica. Si può stare ad ascoltarlo per ore...
Giuseppe Nicolò mostra un disco 78 giri a una faccia della sua collezione |
- Alessandro Allegra, proprio di questi giorni il Primo premio per la sezione Arti figurative al Concorso Nazionale Letterario d'Arte e Cultura "Giuseppe Gioachino Belli", pittore qui
Il pittore Alessandro Allegra mentre realizza il ritratto di Enrico Caruso |
- le Poesie una piccola selezione (scelta del tutto arbitraria e soggettiva, e sofferta devo ammetterlo)
Buona lettura
Mercato di Natale, Henry Manizer Matveevich (1847-1925) |
Facciata natalizia napoletana (legge Carlo Menga)
Ai poveri balconi delle case felici
zeppe di strilli, inferme, in alto alle cornici,
ove il cielo dei fili si perde nell'albore
murario delle cupole e nel freddo del cuore,
- e Napoli nell'agro falsetto trova il piglio
grinzoso, la sua matria ridicola di figlio-
di scena è la facciata ove il Natale mostra
i melloni, le sorbe, l'uva dei merletti
di carta, i fichi d'India. (E' la nomenclatura
del far tutto con cura.) Qui sbiadiva la nostra
fanciullezza pensosa: la stanza, i vecchi letti,
il Vesuvio dipinto sul mare di Bengala.
Era l'aria festiva, era l'aria di tutti,
la porta sulla scala aperta ai pastori
che piangevano i lutti, il bambino che viene
in braccio alle novene.
Era un vederci fuori
di noi, "al vento, al gelo", per restar dentro, al fiato
di quel primo passato ove albeggiava il cielo.
Ho dipinto un ricordo, il ricordo ha la mano
paffuta di geloni per quel mangiare poco
in mostra sui balconi, ma dipingo per gioco.
Alfonso Gatto (Salerno,
17 luglio 1909 – Orbetello, 8 marzo 1976)
La notte Santa (legge Nanni Barbaro)
- Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell'osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.
Il campanile scocca
lentamente le sei.
- Avete un po' di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po' di posto per me e per Giuseppe?
- Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe
Il campanile scocca
lentamente le sette.
- Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
- Tutto l'albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell'osteria più sotto.
Il campanile scocca
lentamente le otto.
- O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
- S'attende la cometa. Tutto l'albergo ho pieno
d'astronomi e di dotti, qui giunti d'ogni dove.
Il campanile scocca
lentamente le nove.
- Ostessa dei Tre Merli, pietà d'una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
- Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci...
Il campanile scocca
lentamente le dieci.
- Oste di Cesarea... - Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L'albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell'alta e bassa gente.
Il campanile scocca
le undici lentamente.
La neve! - ecco una stalla! - Avrà posto per due?
- Che freddo! - Siamo a sosta - Ma quanta neve, quanta!
Un po' ci scalderanno quell'asino e quel bue...
Maria già trascolora, divinamente affranta...
Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.
È nato!
Alleluja! Alleluja!
È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d'un astro divino.
Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!
Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill'anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.
Per quattro mill'anni s'attese
quest'ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!
Risplende d'un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.
È nato!
Alleluja! Alleluja!
Guido Gozzano (Torino, 19 dicembre 1883 – Torino, 9 agosto
1916)
Grazie a
Sonetto XXI (legge Daniela Scuncia)
Qui non è il loco umil, nè le pietose
Braccia della gran Madre, nè i
Pastori,
Nè del pietoso Vecchio i dolci
amori,
Nè l’Angeliche voci alte e
gioiose;
Nè dei Re sapienti le pompose
Offerte, fatte con soavi
ardori:
Ma ci sei tu, che te medesmo
onori,
Signor, cagion di tutte
l’altre cose.
So che quel vero, che nasceti, Dio
Sei qui, nè invidio altrui, ma
ben pietade
Ho sol di me; non ch’io
giungessi tardo:
Non è il tempo infelice, ma son’io
Misera, che per fede ancor non
ardo,
Come essi per vederti in
quella etade.
Vittoria Colonna (Marino, aprile 1490 – Roma, 25 febbraio 1547)
Show room Laruffa Luppino: grammofoni collezione privata Giuseppe Nicolò |
Natale de guerra (legge Francesca Neri)
Ammalappena che s'è fatto giorno
la prima luce è entrata ne la stalla
e er Bambinello s'è guardato intorno.
- Che freddo, mamma mia! Chi m'aripara?
Che freddo, mamma mia! Chi m'ariscalla?
- Fijo, la legna è diventata rara
e costa troppo cara pè compralla...
- E l'asinello mio dov'è finito?
- Trasporta la mitraja
sur campo de battaja: è requisito.
- Er bove? - Pure quello…
fu mannato ar macello.
- Ma li Re Maggi arriveno? - E' impossibbile
perchè nun c'è la stella che li guida;
la stella nun vò uscì: poco se fida
pè paura de quarche diriggibbile...-
Er Bambinello ha chiesto:- Indove stanno
tutti li campagnoli che l'antr'anno
portaveno la robba ne la grotta?
Nun c'è neppuro un sacco de polenta,
nemmanco una frocella de ricotta...
- Fijo, li campagnoli stanno in guerra,
tutti ar campo e combatteno. La mano
che seminava er grano
e che serviva pè vangà la terra
adesso viè addoprata unicamente per ammazzà la gente...
Guarda, laggiù, li lampi
de li bombardamenti!
Li senti, Dio ce scampi,
li quattrocentoventi
che spaccheno li campi?-
Ner dì così la Madre der Signore
s'è stretta er Fijo ar core
e s'è asciugata l'occhi cò le fasce.
Una lagrima amara pè chi nasce,
una lagrima dòrce pè chi more...
Trilussa
pseudonimo di Carlo Alberto Camillo Mariano Salustri (Roma, 26 ottobre
1871 – Roma, 21 dicembre 1950)
Giuseppe Nicolò mentre abbassa la punta sul 78 giri, grammofono His Master’s |
Natale (legge Domenico Nava)
Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l'asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v'è pace nel cuore dell'uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c'è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?
Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno
1968)
Grazie a
I re magi (legge Stefano Iorfida)
I bei vegliardi dallo scettro d'oro
che per la neve, sotto il ciel sereno,
sostar sommessi alla mia porta udia
la notte della santa Epifania,
o son morti di freddo o son malati
nei paesi del sole,
i bei vegliardi dallo scettro d'oro!
Emilio Praga (Gorla, 18 dicembre 1839 – Milano, 26 dicembre
1875)
La “Tregua di Natale”, da Illustrated London News del 9 gennaio 1915 © LAPUTA |
Natale (legge Mimma Licastro)
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Napoli, il 26 dicembre 1916
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto, 8 febbraio 1888 –
Milano, 1º giugno 1970)
Il Poeta della domenica vi augura
Buone Feste e Felice Anno Nuovo
#difendiamo la Poesia che c'è in ognuno di noi
Contagiate e fatevi contagiare dall'allegria
soprattutto state sereni
Girotondo attorno all'albero di Natale, Viggo Johansen (1891) |
- In apertura post "Fuoco con panchina" da Accessori presepe di Babu e Meme qui che ringrazio
Molto bello questo post natalizio, lontano da retorica e lustrini. Decisamente vero e poetico.
RispondiEliminaDischi che avevano più di 100 anni, il luogo, la poesia, la pittura, ti assicuro Alli è stato emozionante. Sarà che sto vivendo adesso la città, ma sto incontrando persone, luoghi ed emozioni buone. Le racconto mentre le incontro. So(u)pportate. Buone Feste (le tue feste, anzi Elle, quest'anno sono davvero speciali) :**
EliminaUna vera "Carola di Natale", magnifico viaggio,poetico.
RispondiEliminaCi sono momenti che non ti aspetti e ti sorprendono. Avevo bisogno di condividerlo, spero sia riuscita a trasmettere un po' del "senso" di bello che mi ha dato. Un abbraccio Giovanni e di cuore serene feste :**
Eliminabello!!!Una Reggio che non ti aspetti...ed una Santa così generosa da offrici il bello, che di questi tempi bui, è molto più di una ricchezza.La Tregua di Natale, semplicemente stupenda, quando anche le guerre erano, perdonami l'azzardo, umane.
RispondiEliminagrazie per la splendida condivisione.
ancora un altro augurio e un abbraccio :**
Ci sono angoli in questa città inaspettati, ed entusiasmi affamati. Io, non lo nascondo, vivo tutto come fosse la prima volta, non saprei fare altrimenti.
EliminaSiamo noi Silvia incapaci di tregue con il nostro anti-umanesimo e la nostra scellerata corsa alla distruzione. È festa! Tregua. Solo abbracci e pensieri belli o sexy a scelta :D
Baci
Complimenti per il bel post e ti auguro delle serene feste.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Grazie Cavaliere, ho provato a farmi dare le chiavi dello show room per festeggiare, ma non c'è stato niente da fare mi dovrò accontentare di starmene serenamente a casa :D (ma ho parecchio da leggere)
EliminaTanti cari auguri :**
Quella di Trilussa è la più simpatica. Queste niziative sono sempre piacevoli, sopratutto per il luogo, perché si pens che il meglio sia sempre altrove, invece con un po' di passione di può tutto.
RispondiEliminaBuone feste!
Ehm.. simpatica per la lingua, l'argomento sì, certo, è tragico...
EliminaVero Elle, hai colto una parte del mio stupore. È straordinario vedere persone che "fanno", invece di stare tutto il tempo a lagnarsi, curano con amore le loro passioni e condividono spazi.
EliminaIo quest'anno sono molto Natale di Ungaretti, ma il Girotondo attorno all'albero mi lascia ben sperare :D
Feste Felici in palude ;)
Buone feste piene di bellezza, cara pescatrice di perle :-)
RispondiEliminaGrazie favolosa perla...
EliminaAuguro anche a te d'incontrare sempre la bellezza.
Buone e gioiose feste con un pizzico di peperoncino (oramai vivo al sud :D). Ti abbraccio:**
Il tuo post mi ha suggerito una lettura di "Natale" di Pessoa (scrittore per cui ho particolare predilezione), che non conoscevo; poesia apparentemente più tradizionale, rispetto a quelle che conosco del poeta, ma intrisa di malinconia e nostalgia dell'impossibile...
RispondiEliminaIniziativa lodevole, e si rimpiange di non aver partecipato.
Benvenuta Asaka, grazie per la visita e la preziosa segnalazione, non la conoscevo, la condivido qui nei commenti e altrove, va letta e conservata per rifletterci su; perché noi siamo facili a dimenticare (è un tratto distintivo della nostra specie).
EliminaTi auguro buone feste e spero a presto :**
Natale (Fernando Pessoa)
Nasce un Dio. Altri muoiono. Non ci è giunta
né ci ha lasciato la verità: è cambiato l’Errore.
Abbiamo ora un’altra Eternità,
e ciò che è passato in fondo era migliore.
Cieca, la Scienza ara la gleba inutile.
Folle, la Fede vive il sogno del suo culto.
Un nuovo Dio è solo una parola.
Non credere o cercare: tutto è occulto.
Santa, ciao, Buon Natale di poesia, che bello questo post, che bella la meraviglia :-)*
RispondiEliminaFeste buone anche a te Matilda, e tanta bellezza di poesia e di vita :**
EliminaBellissimo Guido Gozzano, con le sue rime a ricordare le filastrocche dei bambini, ma lucido e malinconico e ironico.
RispondiEliminaIo amo Gozzano, adoravo la lettura che ne faceva Paolo Poli :)
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