lunedì 5 maggio 2014

STRADE. Al museo s'incontrano le strade del mondo

A dire il vero mi ero ritagliata del tempo per visitare la mostra I Vincenzi “argentieri e bisuttieri della Real Casa”.  Questo prima, prima che il mio occhio intravedesse nell’ultima sala delle scarpe e i versi di Antonio Machado: “Tu che sei in viaggio, sono le tue orme la strada, nient’altro… la strada la fai tu andando…e girandoti indietro vedrai il sentiero che mai più calpesterai…”
Ero al crocevia dovevo scegliere ho deciso di andare avanti verso le strade e ho perso me stessa (questo l’ho scoperto dopo).
La sinergia di un gruppo di cittadini modenesi provenienti da diversi continenti ha reso possibile congiungere idealmente le strade di Argentina, Congo, Albania, Marocco, Colombia, Romania, Russia, Turchia, Ucraina, Filippine, Perù, Togo, Camerun, CostaD’Avorio, Bangladesh.
E’ nata la mostra “Strade. Al museo si incontrano le strade del mondo”, visitabile fino all’8 giugno 2014 al Museo Civico Archeologico di Modena. 

Materiali allestiti in successione, un percorso di memorie e odori, di vita pulsante, varia e uguale. Storie di migranti, uomini che camminano, perché se non cammini non vai da nessuna parte! Pensate al nostro pellegrino che percorreva la Via Emilia o la Francigena armato di bordone, bisaccia e calzari. Proprio memorie di tempi andati. I giochi in strada dei bambini, la campana, le belle statuine, le biglie, guardia e ladri. Eh si, memorie di tempi andati. Oggi i bambini di strada, malnutriti, tossici, sessualmente sfruttati, figli abbandonati e dimenticati, fuggiti o scacciati perché posseduti da spiriti maligni, figli della crisi o della guerra o semplicemente figli di “carogne”. Ma la strada è anche festa e sagre. Colori, suoni e odori. Le strade e le contraddizioni dei “viaggiatori”.
Come scrive Lawrence Ferlinghetti in The Long Street:  …”strada piena fino in fondo delle voci del mondo… anche le voci di tempi andati: …felici infelici, di vergini di amanti ingegneri, commercianti lattai, banchieri, possidenti massaie pimpanti pubblicitari e studenti che parlano parlano e avanti parlando vanno avanti … Ecco la lunga strada …ch’è la più lunga del mondo …Va per tutti i paesi e le città …Hong Kong, langhe affamate, paesaggi di Oakland e dei suoi ponti Roma fatata, Berlino dei miraggi, Dublino che non c’è mai stata: …ecco la lunga strada andare girare intorno al mondo”
Bastano questi versi a tracciare il percorso di questa mostra. La percorro con gli occhi, la prima stazione è quella delle scarpe,"i piedi si stancano prima del cuore, bisogna averne cura quando si viaggia" (per quelli che non avessero letto il post Viaggi diversi inversi…), la via delle spezie, il cibo di strada, il pan di via degli Elfi. A dire il vero ho in mente, anzi in bocca, dell’altro, sembro il cane di Pavlov. Arancini, doner Kebab, pollo tandori, panelle, caldarroste, hotdog, crêpe, un tripudio di sapori.  E poi i nomi delle strade, la folla nelle strade da Il Quarto stato in poi, perché in strada ci si confronta, si cresce, in strada vive il dissenso, la ribellione. Dalle strade dell’Ucraina a quelle delle Siria. Cammini. E l’altra faccia: il carnevale di Rio, i funerali di New Orleans, i matrimoni a New Delhi. Siamo esseri “immondi, però bellissimi”, cito spesso il vanto di Giuditta nel “Il piccolo diavolo” di Benigni. Sono ripetitiva, pazienza!
Cammino per le strade del mondo e mi perdo, perdo me stessa, ancora in fuga verso il mio destino.

STRADE Immagini di un percorso







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