Un pomeriggio di questa
stravagante estate, tanto stravagante, quanto poco estate. Ma caldo o non
caldo, mi prende lo stesso quell’indolenza, quella non voglia di fare
sonnolenta. Non aspetto nessuno (così credevo).
Mi sento la mosca sul corno del bue. Ricordate la storiella?
L'ospite
inatteso di Thomas Mccarthy, 2008
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Un giorno una mosca si posò sul
corno di un bue, mentre questo tirava l’aratro. Passa un moscone; vede la mosca
e le domanda: <Che fai mosca?> E quella tutta impettita:<Ariamo!>
Il bisogno di stare pigra per un
pezzetto di giorno. Oziare sul “corno”
delle ore, mentre queste tirano fino a sera e poi nascondermi all’ombra. Finestre
socchiuse, il divano malinconico anche lui con i suoi diavoli, che oggi non si
muovono nemmeno per una dozzina di anime, un blues nella stanza, un blues di Robert Johnson …oooo sono arrivato all’incrocio, baby, ho
guardato ad est e ad ovest… ooooeeee … sono caduto in ginocchio
Tutto disattivato, spento. Un
bicchiere colmo quasi fino all’orlo di acqua fresca, solo acqua. Pronta a
spiccare la caduta, a giacere indolente. Come se tutto questo rito servisse a
qualcosa!
L’ospite è sempre in agguato, voi credete
forse che arrivi per il piacere della mia compagnia, abbia sentito la nostalgia
e si sia premurato di correre da me? Ebbene disingannatevi.
E’ tutto regolato dalla legge di Murphy. “La probabilità che qualcosa accada è inversamente proporzionale alla sua desiderabilità”. Se desiderate qualcuno, quello non verrà mai. Se decidete di sonnecchiare, appena sdraiati squillano i telefoni contemporaneamente, se ne avete più di uno, e suonano anche alla porta, oltre al latrato dei cani, materializzatisi dal nulla e agli strilli del neonato, partorito nel preciso istante in cui la palpebra si abbassa!
Ma torniamo al nostro ospite, se l’ospite arriva, è arrivato ed è sacro. “Hospes” e “hostis”, ospite e straniero, l’assonanza di due termini che a ben guardare sono la stessa parola, anche se oggi “hostis” è divenuto “ostile” e lo straniero è un nemico.
Lo
straniero, l’ospite devono essere trattati con rispetto, con “ospitalità”, perché
la civiltà cresce e si sviluppa anche con l’accoglienza.
Perché gli altri siamo anche noi. Succede a tutti, anche a me di essere ospite.
Il
mio ospite inaspettato, anzi inaspettata e per di più straniera, il “diverso” era
oramai in casa. Cosa fare? Sii gentile e generosa, ma… non ci sono ma! Lascia
che familiarizzi con il tuo ambiente, magari allontanati con una scusa e dai
modo che si rilassi, prepara qualcosa da bere, da mangiare, lascia che si senta
a proprio agio.
Non amo mettere in mostra le vite altrui, ma c’è sempre un’eccezione. Costumi diversi, bisogni diversi, sicuramente, ma… e questa volta c’è il ma, a tutto c’è un limite. Mi allontano, lascio il mio bicchiere d’ acqua fresca in bella vista ed ecco lo spettacolo.
Ecco
come ho visto l’ospite lavarsi nel mio bicchiere d’acqua.
Mi
sono nascosta per spiare i movimenti, non sarà etico, eppure avere un telefono
con la telecamera ti stuzzica, m’improvviso detective. Cerco di non dare
nell'occhio e via agli scatti. Non sono un fotografo e non ho il tempo
di regolare l’obbiettivo. Ne salvo solo alcuni.
Buona
visione!
< Troppa luce, che strano. Sembrano lampi, meglio muoversi prima che la Santa arrivi e poi altro che furiosa >
<Finalmente sola! Che pomeriggio, mi sento tutta appiccicosa, ma questa è acqua! La Santa è uscita. Disinvolta, fai finta di niente.>
<Si è acqua, ma come faccio? La vedo e non la tocco. Sarà un miraggio? Il gioco degli specchi. Specchio, specchio, ahhhhhhh vetro. Allora c'è un'entrata.>
<Forza bambola, non provarci nemmeno a scivolare che quella tra un po' torna. E inizia a fissarmi, neanche arrivassi da Marte.>
< Ecco ci siamo! Uno sforzo. Oh issa! Troppo viscido, troppa fatica... forza! >
< Ora è una passeggiata. scivolare verso la goduria. E se non è acqua? Magari sarà una di quelle bibite vischiose. >
< Non sento odori particolari. Sembra trasparente e fresca, si fresca. Un bagnetto veloce. Pochi minuti.>
< Lo so, lo so non è educato! Ma quanto mi piace farmi una nuotatina. Libera, con le zampe in movimento. Siii nuotare, con le zampe dentro questo spicchio di mare, trullallero, trullallà aaaaaa >
< Non c'è ancora. Via alle bolle. Come faccio io le bolle nell'acqua nessuno! Shhhh sentite che goduria. E poi mi piace è tutto verde. Erba liquida per i miei sensi >
< Troppa luce, che strano. Sembrano lampi, meglio muoversi prima che la Santa arrivi e poi altro che furiosa >
< Ma quanto è dura la salita, se sbaglio per me è la fine. Concentrazione, manca poco. Il più è fatto, non guardare giù, non guardare giù.>
< Mi avessero detto che avrei fatto il funanbolo... non ho più l'età per queste scorribande. Devo rimettermi in equilibrio.>
< Adesso devo scappare. Salutare, non salutare. Capirà? Non credo. Forse domani ritorno, magari porto qualcosa. Chissà se le piacciono le mele. Ma come la porto una mela? Ci penserò domani. >
< Volo dell'angelo. Presa! Ho una leggera appetenza. Nuotare mette fame. Ecco il programma: mangiare e dormire. O dormire e mangiare? Questo è il dilemma!>
- "Anche agli animali le cose non vanno bene quando entrano in contatto con l'uomo, non fosse altro che solamente attraverso la videocamera per essere ripresi."
Bel reportage e simpatica la coccinella! Forte!!! 😂😂😂😂😂😂😂😂
RispondiEliminaNon sapevo che amassero l'acqua però... sono animaletti molto utilo intanto. Adorano mangiare gli afidi e sono più ecologiche degli insetticidi poi sono belle!
Grazie per il link! 😊
Sono contenta di averti fatto sorridere Patricia, fu un pomeriggio strano, e la scena lo fu ancora di più, inverosimile.
EliminaUna coccinella stra-vagante :D
Utilissime di sicuro e in quel momento anche a me, mi risollevò il morale.