“Il primo a scoprire che in ogni uomo c'è del buono fu un cannibale.”
Ivan della Mea
Se non usano gli occhi, la bocca
e i piedi, non provano sofferenza, non interagiscono, anzi non servono a nulla.
Abbiamo un modo di dire chiarissimo a questo proposito: “Essere un vegetale!”
Lo usiamo per indicare un buono a
niente, un inetto, l’amorfo, e anche quando le funzioni mentali cessano
parliamo di “stato vegetativo”, “una
condizione caratterizzata dalla ripresa della veglia, senza contenuto di
coscienza e consapevolezza di sé e dell'ambiente circostante”.
Jim Carrey in "Scemo e più scemo" |
In pratica, senza tanti sofismi,
tanto per le capacità mentali (assenti), quanto per l’inetto, il nostro termine
di paragone è la pianta. Le piante crescono e questo ci basta, si certo ci
restituiscono l’ossigeno, ci nutrono, ma stringi stringi, sono prive di “vita”.
Perché noi tutte le volte che parliamo di vita abbiamo le idee molto chiare.
Se c’è vita nell’universo la
immaginiamo quanto più possibile simile a noi, o agli altri animali, e se
invece non ci somigliasse per niente? Se gli alieni fossero dei vegetali? Come
ne “L'invasione degli ultracorpi” il film del 1956 diretto da Don Siegel, dove
giganteschi baccelli s’impossessano dei corpi e della volontà degli uomini.
Scena da "L'invasione degli ultracorpi" |
Roba
da ridere viene da dire, ma neanche tanto, se poi fossi un vegano o un
vegetariano eviterei del tutto la risata.
Un apprezzamento di sicuro
all’etica vegeto-vegana che cerca di limitare la sofferenza degli animali e si
batte per l’antispecismo, il movimento che rifiuta la superiorità umana
rispetto a quella cosiddetta animale. La capacità di provare dolore, emozioni, di
interagire con l'esterno, di manifestare una volontà, di intrattenere rapporti
sociali, non sono prerogative solo degli uomini, appartengono anche agli
animali altri, e allora bisogna non solo nutrirsi, ma anche vestirsi con
prodotti esclusivamente vegetali… niente, neanche derivati animali come miele,
latte, uova. Solo vegetali.
Ho usato il termine apprezzamento
di proposito.
Perché esiste una così grande
varietà di piante... se solo una “bestia” può dominare tutta l'esistenza?
Da piccola l’universo che meglio
comprendevo era un castagneto (non che oggi sia tanto diverso), con le sue
felci, i cespugli di erica, la vecchia quercia, strani funghi svolazzanti
simili alle gonne di certe ballerine e proprio in questo periodo i primi
ciclamini, il muschio mi faceva letteralmente impazzire; ci fu un periodo che
apparvero dei girasoli, rimasero per qualche stagione e poi sparirono così come
erano arrivati, viaggiatori pensai. C’era anche la radura che fioriva in
primavera, macchie rosse, bianche, gialle, azzurre, meglio ma molto meglio
delle mie matite colorate… Mia madre mi chiedeva “ma cos’è che fai, sparisci
per ore”, come spiegarglielo con le parole, non si poteva proprio.
Un giorno dissi a mio nonno: «Lo sai
che le piante parlano!», lui sorrise e mi disse che era il vento. Non mi
convinse molto, non mi facevo convincere tanto facilmente, ma allora non avevo tante
espressioni per spiegarmi e la mia convinzione, come tante di quelle che si
hanno da bambini, sbiadì con gli anni. E siccome la mia mente è tutto tranne che
una libreria ordinata, fu una lettura singolare a ripescare quel ricordo
stipato chissà dove.
Avevo 19 anni quando mi passò tra le mani uno studio di
alcuni ricercatori tedeschi di fitosociologia: le piante avevano una struttura
sociale e comunicavano tra loro.
La piccola Santa riemerse dal fondo
dei fondi al grido: «Avevo ragione!!!!»
Avete presente la faccia che si ha
quando qualcuno ci da ragione? Ecco, quella! Anche se siamo soli e nessuno ci
vede i tratti si ridisegnano tra il compiaciuto e il “l’avevo detto io!”.
Che bella sensazione il non sentirsi
soli, sapere che altri vanno più in là delle facili etichette, di ciò che è
“normale” fermandosi alla sola apparenza. Ci ostiniamo a misurare tutto con il
nostro solito metro, ingannevole per altro.
Incapaci come siamo di cogliere la portata della diversità animale, la nostra, come possiamo cogliere quella vegetale?
Stefano Mancuso direttore del
LINV (Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale qui)
e della rivista «Plant Signaling & Behavior», studia la comunicazione nelle
piante ed è uno dei fondatori della neurobiologia vegetale.
Insieme al suo team di
ricercatori dell’Università di Firenze e al gruppo di Frantisek Baluska
dell’Università di Bonn hanno fatto una scoperta che rappresenta una svolta per
ciò che conosciamo dei vegetali.
Le piante hanno “una testa
pensante”, nelle radici un gruppo di cellule, analoghe ai nostri neuroni,
elabora le informazioni della pianta, un cervello a rete che consente non solo
“di comunicare, ma persino di avere una memoria e una sorta di autocoscienza”.
“Una prova di "intelligenza
vegetale", del resto, è il comportamento in caso di difficoltà. Le piante
agiscono infatti con lo stesso sistema prova-errore degli animali: davanti a un
problema procedono per tentativi fino a trovare la soluzione ottimale di cui,
poi, si ricordano quando si presenta una situazione simile. Se per esempio
manca acqua, aumentano lo spessore dell'epidermide, ne chiudono le aperture,
gli stomi, evitando la traspirazione. Riducono poi il numero di foglie
aumentando quello delle radici per esplorare zone vicine.” (continua qui)
Le piante sono dunque esseri
intelligenti, capaci anche di ascoltare quanto accade intorno a loro.
Monica
Gagliano, ecologa evoluzionista della University of Western Australia, spiega
come "le piante sono in grado di riconoscere se quello che gli cresce
accanto sia o meno un buon vicino" e si suppone "che questa informazione sia veicolata da
un segnale acustico".
Lo studio condotto da Monica
Gagliano e Michael Renton porta a credere che le piante oltre a "vedere"
la luce emessa dai loro vicini e "sentire l'odore" di sostanze
chimiche, funzioni già note agli scienziati, possano anche "ascoltare i
suoni" emessi da altre piante.
Con un linguaggio intuitivo, e
allo stesso tempo universale, fatto di “suoni” riconoscono i vicini e si
regolano di conseguenza. Lo facciamo anche noi, le “vibrazioni sonore” dei
nostri vicini ci influenzano eccome, secondo le circostanze, l’intensità o
l’umore… È proprio vero, l’amore per il vicino passa anche per noi attraverso
“il volume” della voce.
Magari agli agricoltori per far
crescere rigogliose le loro piante sarà sufficiente fare ascoltare della buona
musica, lo immagina anche Michael Renton coautore, insieme alla dottoressa
Gagliano, dello studio pubblicato su BMC Ecology (continua qui).
“Se per sollevarci dalle varie
necessità che ci opprimono… impiegassimo la metà dell’energia di cui dà prova
un qualsiasi fiorellino dei nostri giardini, possiamo ben credere che la nostra
sorte sarebbe molto diversa da quella che in effetti è.”
A dirlo è Maurice
Maeterlinck nell’opera “L’intelligenza dei fiori” pubblicata nel 1907.
Qui non c’è nulla di immobile,
rassegnato, pacifico, il mondo vegetale che si apre ai nostri occhi è fatto di
“astuzie, espedienti, macchinazioni e trabocchetti” per ribellarsi all’immobilità
a cui sembra destinato.
La descrizione della delicata
Silene italiana, apparentemente timorosa, ne è un esempio. Per evitare gli
insetti “orna i suoi gambi di peli ghiandolari dai quali cola un liquido
vischioso a cui i parassiti si impigliano…” tanto che “i contadini del Sud
usano la pianta come acchiappamosche nelle loro abitazioni”.
Silene italiana |
Per raccontarci poi che tra le
Orchidee “troviamo le manifestazioni più perfette e armoniose dell’intelligenza
vegetale… il genio della pianta raggiunge le sue estreme vette, aprendo, con
una passione rara, un varco nel muro di confine tra i diversi regni.”
Calcola minuziosamente tempo e
spazio, secerne due diversi tipi di liquido, tossine, seleziona, misura, solo
per preservare la sua specie, sarebbe davvero troppo lungo raccontarlo in poche
righe, bisogna leggerlo.
Orchidea- Cortesia ©Paola Assandri Photo 2016 |
E alla fine direte anche voi: Altro che “vegetali”!
“A lungo il nostro ottusissimo
orgoglio”, scrive ancora Maeterlinck, “ci ha fatto credere di essere creature
miracolose, uniche… senza legami certi con tutte le altre forme di vita, e, in
ogni caso, dotate di una facoltà insolita, incomparabile, mostruosa. Sarebbe
meglio per noi non essere tanto prodigiosi, dato che abbiamo imparato che i
prodigi non tardano a sparire nella normale evoluzione della natura."
Scena da "E venne il giorno" |
Sarà per questo, o per
scongiurare un’apocalisse concepita dalle piante come nel film E venne il giorno (The Happening) di M. Night
Shyamalan, che l’artista concettuale e filosofo sperimentale Jonathon Keats ha inaugurato il primo
ristorante al mondo per piante.
Avete capito bene, Jonathon Keats ha aperto un ristorante per vegetali, The Photosynthetic Restaurant, qui i
commensali sono le piante, e per nostra fortuna il piatto non siamo noi!, il
menu è a base di luce, per fornire loro non solo l'energia, ma anche un’
esperienza deliziosa.
"Onestamente sono sorpreso
che nessun altro abbia fatto questo", ha dichiarato Mr. Keats nel
comunicato stampa, "Per quasi mezzo miliardo di anni, le piante hanno consumato
una dieta di fotoni a casaccio, servita indiscriminatamente dal sole, senza il
minimo pensiero dato al godimento culinario."
The Photosynthetic Restaurant, photo by Jonathon Keats. |
Il ristorante servirà due menu
diversi. Uno all’avanguardia e uno tipico che seguirà la stagionalità. “Lavorare
con la stagionalità è, credo,” dice Jonathon
Keats, “l'essenza della grande cucina, e penso che le piante apprezzeranno
questo. Almeno, spero che lo facciano !” (continua qui )
E cosa c’è di meglio per
allentare le tensioni accumulate del guardarsi un film, avrà pensato Mr. Keats
realizzando anche un piccante dopocena apposta per le piante.
Si tratta del primo film al mondo
porno-vegetale, ''Cinema Botanica''. Un video di sei minuti sull’impollinazione
viene proiettato sulle foglie, finalmente anche per loro l’impollinazione senza
censure.
"Cinema Botanica" ©REUTERS / Jonathon Keats / Handout |
"È molto noioso,” spiega Jonathon Keats, “ma fa parte dell'essenza
della pornografia, che è molto ripetitiva", si tratta di un progetto “per
portare il cinema al regno vegetale, ma anche per dare la possibilità agli
esseri umani di riflettere…” (continua qui)
E dovremmo riflettere attentamente
su alcuni dati che riporto, perché non è detto che ci sia la possibilità di meditare
in eterno:
7.466.119.561 la popolazione mondiale attuale
4.654.059 ettari di foresta
distrutta quest'anno
10.739.156 ettari di desertificazione
quest'anno
33.675.779.490 tonnellate di
emissioni di CO2 quest'anno
8.763.424 tonnellate di sostanze
tossiche rilasciate nell'ambiente quest'anno
(Fonte
http://www.worldometers.info/it/)
« Io sono lo strumento della natura! Il suo spirito! La sua volontà!
Anzi... sono io Madre Natura. Ed è giunto il momento che noi piante ci
riprendiamo il mondo che è nostro di diritto perché non è carino prendersi
gioco di Madre Natura. »
(Poison Ivy in Batman & Robin)
State sereni!
P.s. "Io non amo proprio gli estremismi, anche quando dettati da una buona causa. Mi pare che si sia perso il buon senso del vivere dietro gli accanimenti."
P.s. "Io non amo proprio gli estremismi, anche quando dettati da una buona causa. Mi pare che si sia perso il buon senso del vivere dietro gli accanimenti."
Grazie per il video a
- In apertura post immagine da Hooverphonic "Mad About You"
- Le immagini in questo post provengono dal web e sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio
Grazie Santa! Il post è come sempre ricco e interessante, e hai colto perfettamente lo spirito di Mr K!
RispondiEliminaAvrei preferito essere una pianta Silvia, piuttosto che combattere con google traslate, ma se il risultato è stato quello sperato resto nella mia pelle ;)
EliminaUn'icona Mr K!
:** (due baci, uno anche per lui da devota)
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaEh ma si scoprirà che anche i sassi hanno una dignità. Moriremo di fame XD
RispondiEliminaBello questo articolo, e mi ha fatto piacere leggere i tuoi ricordi del passato: avevi percepito la voce delle piante!!
Moz-
Mi hai fatto tornare in mente Horta (Star Trek- Il mostro dell'oscurità), hai proprio ragione Moz ;)
EliminaSono bei ricordi, interrotti bruscamente e non solo dall'alluvione, ma in questo caso possiamo stare tranquilli è tutto immobile, continua a non cambiare niente.
In fondo qualche certezza bisogna pure averla, ti pare?
Grazie, un abbraccio :*
Geniale questo post, che, tra il serio e il faceto, pone delle problematiche interessanti su di noi, e sul rapporto con il diverso da noi. Altrettanto geniale il ristorante di Jonathon Keats e il film porno per piante. Sono riflessioni che faccio spesso anche io, sono riflessioni utili per farci compiere dei passi in avanti, e magari, un domani, vivere solo dei raggi del sole come le piante ... come dei veri figli dei fiori.
RispondiEliminaWow mi do alla botanica ^_^ grazie Alli... Il punto focale credo sia quello legato all'evoluzione, a cui dovremmo fare molta attenzione.
EliminaE non sei così lontano, circolano notizie sui c.d. "respiriani" che si nutrono di sola aria. Mi auguro che si tratti di notizie infondate, anche se non mi stupisco di nulla.
Io ho accettato la catena alimentare, quello che non accetto sono gli sprechi, le colture/allevamenti intensivi ecc. ecc. ecc. l'elenco è lunghissimo.
Che dirti continuo a sognare un mondo migliore, che fa rima con fiore ;)
Baci
eh, ma io lo so da sempre :) un po' come te, ho ascoltato la voce e la musica...
RispondiEliminabel post!
Perchè ci vuole orecchio ;)
EliminaGrazie Silvia per questo unisono :D
:*
Beh almeno l'aumento delle emissioni di Co2 che preoccupa noi del regno animale, renderà felice i figli di quello vegetale :) visto che oltre che di luce le piante si nutrono anche di anidride carbonica trattenendo il carbonio e liberando l'ossigeno.
RispondiEliminaBisogna prendersi la responsabilità della propria esistenza, come sempre è vero che "Mors tua vita mea"
occorre esserne consapevoli.
Bell'articolo Santa.
Su disboscamento, emissione di Co2 e sostanze tossiche e pesticidi e fame e e e, un'occhiatona bisognerebbe darla.
EliminaPer il resto, carissima Vera, io la catena alimentare l'ho accettata, gli estremismi, tutti, mi fanno da sempre paura.
Vorrei essere consapevole dell'equilibrio ;)
Grazie di cuore Vera.
Io rispetto le scelte alimentari di tutti, certamente gli estremismi come hai scritto anche te, fanno veramente paura.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Concordo pienamente Cavaliere, il rispetto è la prima cosa.
EliminaUn caro saluto.
Bellissimo post. Me l'ero perso, ma ha colpito così tanto Alli che l'ha nominato più volte a cena. Finalmente recupero, e scopro di essermi "portata avanti" perché il cinema porno per piante di Johnathon l'avevo visto a Berlino :) Considerato che preferisco la mia Matilde a qualsiasi animale domestico dovrei sapere già tutto, invece casco dalle nuvole sia con gli studi scientifici sia con l'idea stessa che le piante siano così vive. Stupida me. Sono comunque anche io per una dieta equilibrata senza sprechi, ma non basta, dovrò leggere qualcuno degli articoli che segnali, spero non siano tutti in inglese.
RispondiEliminaBuon 2017 equilibrato Santa :)
Agli "alligatori" le piante dovrebbero interessare poco, se non come parte del loro ecosistema, Alli fa proprio eccezione :))
EliminaScherzi a parte, grazie Elle per le tue parole e soprattutto per questo augurio: equilibrio. Una tra le tante magnifiche parole che oramai sottovalutiamo.
Se avrai modo leggi il libro Maeterlinck "L’intelligenza dei fiori”, forse un po' eccessivamente "mistico", ma di sicuro interesse per la parte botanica e sul lavoro di Mancuso e del LINV si trovano anche articoli e video molto interessanti in rete.
È sempre il solito problema della diversità, non facciamo mai sforzi per comprendere ciò che non ci somiglia... A parte il mitico Mr. Keats, di cui sono un'estimatrice.
Per quanto riguarda il cibo abbiamo poi perso, credo, il senso della misura in tutti i sensi, tra allevamenti e colture intensive, antibiotici e pesticidi, obesità e fame. E in tutto questo storture e fanatismi vari.
Il rispetto e l'equilibrio, come ben rimarchi, sarebbero davvero un buon cibo per tutti noi...
Cara Elle, allora per il 2017 un brindisi all'equilibrio.
Auguri anche in palude con un pizzico di follia ovviamente :**
Le tue visite guidate sono sempre una goduria, cara Santa! Questa umile e istruttiva immersione nel mondo vegetale si distingue particolarmente per assortimento di prospettive, bellezza e profondità. Complimenti (e grazie) per la... trasmissione!
RispondiEliminaGrazie mille DOC, felice di averti "intrattenuto" piacevolmente :)
EliminaLa natura è una grande maestra, e noi siamo come la frase che a volte gli insegnanti dicevano a scuola:"... è intelligente, ma non s'impegna".
Direi che ci impegniamo davvero poco...
Cari saluti.
Me la cavo dicendo..."manca ARMONIA" L'UNIVERSO È ARMONICO LA TERRA PURE...BASTA SAPERE OSSERVATE, LE PIANTE SONO "FERME", VIVONO CRESCONO MUOIONO NELLO STESSO POSTO, SIAMO NOI A "SPOSTARLE", NOI UMANI ABBIAMO PERSO L'ARMONIA DI CIÒ CHE CI CIRCONDA...MADRE TERRA AVEVA BISOGNO DI RESPIRARE E CI HA MESSO IN QUARANTENA...
RispondiEliminaCorrado
Benvenuto Corrado, in questo luogo dove possiamo muoverci, mentre fuori di qui siamo "fermi", attendiamo. Grazie per aver usato questa profonda parola, io parlo spesso di "buon senso", equilibrio. Qualcosa che abbiamo sempre usato, quando eravamo nomadi, quando poi, attraverso le colture e l'allevamento, abbiamo scoperto che potevamo essere stanziali. L'industrializzazione e il capitale hanno cancellato questo stato, abbiamo dimenticato i cinque regni degli esseri viventi Animalia, Protista, Plantae e Fungi (animali, batteri, piante e funghi). Gli altri regni con cui dovremmo vivere in armonia. Abbiamo sostituito tutto con il profitto, i personalismi, l'autoreferenzialità. Il collasso è inevitabile e si mostra su diverse scale, anche qui, riprendendo le tue parole, "basta sapere osservare".
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