“L’uomo non sa di più degli altri animali; ne sa di meno. Loro sanno quel che devono sapere. Noi, no.”
da La divina irrealtà
delle cose, Fernando Pessoa – Trad. G. Boni
Abbiamo all’incirca 2 milioni di
anni, anche qualcosina in più, anzi abbiamo impiegato due milioni di anni per
essere quello che siamo. Un gran bel lasso di tempo per svilupparci e di cose
ne abbiamo fatte, parecchie rispetto alle altre specie animali, di sicuro ci
siamo differenziati. Il detto: «Condiscila come vuoi, rimarrà sempre una zucca!»,
ci calza a pennello.
Non possiamo nasconderlo che anche
noi siamo animali, come per la zucca, sebbene abbiamo sviluppato un linguaggio
articolato, ci siamo ripuliti nel corso del tempo, migliorato la postura, perso
peli, abbiamo seminato, raccolto, e poi costruito, sempre di più, in verticale,
orizzontale…
Abbiamo anche finemente pensato
di dotarci di un’anima per distinguerci dagli animali altri, per rimarcare la
nostra superiorità e ripudiare la cosiddetta “bestialità”, ma animali restiamo,
nonostante le nostre tendenze naturali non siano più in armonia con la
cosiddetta civiltà. L’animale risponde all’istinto, che è sempre “buono”, l’uomo
dovrebbe mediare col pensiero concettuale, ma è perennemente in contrasto con
le esigenze della “società umana”.
La cosa che ci viene meglio pensate
un po’ è l’odio e la guerra, che poco ha a che fare con il bene del singolo o
della propria specie, siamo superbi in queste faccende, inimitabili,
articolati. In quanto predatori non ci batte nessuno. Riusciamo ad essere
strategici, spietati, bugiardi… Contraddittori ovviamente, fa parte anche
questo del nostro bagaglio, per lasciarci poi facilmente sedare o meglio
intontire all’occorrenza.
Insomma eccoci iperbolicamente
disarmanti, con la nostra aria da cane bastonato, lo sguardo da pesce lesso, agnelli
tra i lupi, a fare le civette, ad acchiappare farfalle, a crederci i figli
della gallina bianca, a dormire come ghiri, a morire come mosche, a mettere
pulci nell’orecchio, a ingoiare rospi, a strisciare come serpenti o piangere
come vitelli.
Per poi, come scriveva Goethe nel
Faust:
Godere «… come cannibali, come cinquecento scrofe!».
Che variegata specie siamo!
Di diritto o di rovescio il dato
è che da sempre andiamo a braccetto con i nostri simili, suvvia non storcete il
naso, metafore a parte, li amiamo. Vivi o cotti il legame è fortissimo,
naturale direi.
Che animale vorresti essere?
Dimmi che animale ami e ti dirò chi sei!
Quante volte ci siamo trovati in
mezzo a queste discussioni, a porre o a porci 😄 queste domande, a fantasticare sul cambio pelle. Francamente mi soverchia
già l’animale che sono, andare anche a caccia di una seconda pelle non se ne
parla proprio.
Certo posso anche giocare ad
infilarmi in un’altra comunità, sicuramente avrei più cose da imparare che
standomene seduta a rigirare pensieri guastati e tossici. Non perché in loro
debba riconoscere ciò che sono, anzi, ritrovare una diversità perduta e
finalmente liberare l’animale che sono.
Eccomi!
Forse una vita da BONOBO…
Nella Repubblica Democratica del
Congo, il corrispondente Anderson Cooper, mi porta a conoscere i Bonobo. Qui
Potrebbero sembrare degli
Scimpanzè, niente di più sbagliato.
Queste scimmie non si uccidono a
vicenda, attaccano briga sicuramente, ma
alla guerra preferiscono fare l'amore.
Il merito dello slogan pacifista
degli anni ’70 «Fate l'amore, non la guerra» spetterebbe a loro di
diritto.
Il sesso, secondo uno studio
condotto da Frans B.M. de Waal, “è la chiave dell'intera vita sociale del
bonobo.”
La varietà dei contatti erotici tra cui il sesso orale, il massaggio
dei genitali altrui e intensi baci di lingua, pare sia la strategia del bonobo
per evitare conflitti. In pratica usano “il sesso per distrarre l'attenzione e
sciogliere le tensioni.” L’ipotetico svilupparsi di un conflitto, per il cibo,
il gioco, il territorio, viene placato prima dal contatto sessuale. Qui
Tanto amanti della pace, quanto
perseguitati, i Bonobo sono in via di estinzione, vivono in una terra duramente
provata dalla guerra, il Congo, che sicuramente tanto dovrebbe imparare dalle
dinamiche di questa pacifica comunità, tanto avremmo da imparare anche noi.
Una socialità che è riuscita a sviluppare
anche qualcosa che a noi cosiddetti “civilizzati” sfugge, la solidarietà femminile.
Qui le femmine, senza alcun
legame parentale, fanno fronte comune.
Le femmine anziane corrono in
aiuto delle più giovani, indipendentemente da simpatie o antipatie, formando
coalizioni che mantengo “le donne” in una posizione di privilegio. Ma vi
rendete conto di cosa fanno questi animali!
È proprio strano come io
condivida con loro una buona fetta di DNA senza però godere dell’imprinting
genetico, e dire che mi piacerebbe assai riattivare questi geni “avveduti”, non
so a voi, ma a me: orca l’oca se m’intrippa una vita da Bonobo!
Aspetta, forse andrebbe meglio una vita da MEERKAT…
Mi vedo già, tenera, pronta al
sacrificio. Sono i mammiferi più socievoli della terra, conosciuti come Meerkat
o Suricati.
Guardate questo video Qui
Vivono nell’Africa meridionale e
in particolare in Sud Africa, a dominare il gruppo è solitamente una femmina che
insieme al suo fedele partner dà origine ad una discendenza che a sua volta si
prenderà cura dei fratelli più piccoli, si tratta di comunità piccole composte
da 2 o poco più famiglie, composte da madre, padre e figli, che possono
arrivare a contare fino ad un massimo di 30 “individui”, solitamente una
decina, quando i figli trovano il compagno o la compagna a loro volta costituisco
nuove famiglie.
L’organizzazione sociale dei Suricati
è molto sofisticata, ogni membro del gruppo svolge diversi ruoli, babysitter,
tutor, scavatori, ovviamente viene rispettato il diritto alla madri che
allattano di ridurre il tempo dedicato al lavoro, sono proprio degli animali anche
questi Suricati!, e non da ultimo il ruolo fondamentale di sentinella.
Le sentinelle si appostano sul
punto più alto del territorio in prossimità delle tane o costruiscono
montagnole per avere una buona visuale della zona. Se la situazione è
tranquilla, il Suricato di guardia emette dei suoni delicati, rassicurando i
compagni a continuare la ricerca di cibo e le tipiche attività della comunità. Alla
vista del pericolo urla, continua a gridare e mantenere la postazione finchè
tutti gli altri non sono si sono messi al sicuro, capita così che talvolta, per
la sopravvivenza dei compagni, perda la vita.
È questo spirito di sacrificio
che ha permesso la sopravvivenza della specie, l’altruismo è un elemento
imprescindibile, ognuno protegge a costo della vita l’altro. Pensate che in
caso di pericolo ed impossibilità di fuga fanno scudo ai più piccoli con il
proprio corpo.
Credo che passerei il tempo a
piangere proprio come un vitello per la commozione, finirebbero per esiliarmi
ne sono sicura…
E se conducessi una vita da CHALK BASS…
Il suo nome scientifico è Serranus
Tortugarum, un piccolo pesciolino che raggiunge la lunghezza di appena 7/8 cm,
ah che meraviglia, con l’inverno alle porte, poter guizzare felice nel Mar dei
Caraibi, abbagliata dalla bellezza delle barriere coralline al largo di Panama.
Lo stupore non sta certo in
questo, il nostro minuscolo pesce ha una smisurata capacità, è in grado di
cambiare il proprio ruolo sessuale fino a venti volte al giorno. Si chiama “ermafroditismo
simultaneo” e il nostro Chalk Bass ha organi riproduttivi sia maschili sia
femminili, ed è in grado di scambiare i ruoli con grande frequenza in una sola
giornata. Un vero record!
Ma ancora più intrigante il fatto
che pur vivendo in grandi gruppi sociali con un sacco di opportunità di
cambiare partner, le coppie di Serranus Tortugarum sono fedeli.
Mary Hart, dell'Università della
Florida, insieme al marito, l’ornitologo
Andrew Kratter, nei sei mesi di studio al largo della costa di Panama, hanno
constatato come le coppie rimanessero insieme per tutta la durata della ricerca,
fino a quando uno o entrambi non scomparivano definitivamente dal sito di
studio. Una relazione a lungo termine, in pratica finchè morte non li separi.
Questo alto livello di fedeltà
del partner in un pesce non convenzionale ha sorpreso gli stessi scienziati Qui
“Il cambio di sesso”, stando alle
loro osservazioni, tende a generare cooperazione all'interno della coppia e
limitare i tradimenti, ma guarda un po’ che animali anche questi!
Chissà magari imparare a
scambiarci i ruoli potrebbe portare a relazioni più stabili o quanto meno a
conoscerci meglio, se non altro ci faremmo due risate e ridere fa davvero bene
anche alla coppia.
Che faccio? Mi faccio crescere i
baffi? Ma no, che confusione, quello è il pesce gatto!
Ho bevuto troppo, ho la testa per
aria…
In questo stato mi è più facile una vita da TESSITORE…
Quanto mi piace il nome!
Tessitore Sociale o Passero Repubblicano, un piccolo uccello diffuso nell’Africa
subsahariana che raccoglie e intreccia erba per costruire nidi giganteschi. Un
vero e proprio esempio di Cohousing, si
tratta di veri e propri condomini sospesi che possono superare i 5 metri di
larghezza e la tonnellata di peso.
Il nido viene costruito in
società con strutture multifamiliari che possono ospitare fino a 500 uccelli,
sai che orchestra! La zona centrale più calda viene usata per la notte e le
camere esterne per la zona giorno, ci sono aree per la cova, la mensa. Un
lavoro ingegnoso e febbrile per creare un’architettura tra le più spettacolari
al mondo.
L’elemento cardine è la
condivisione del lavoro, pare che chi non collabora al bene comune venga
punito, salvo poi essere reintegrato in caso di “pentimento”.
Mi pare anche giusto, se poi non si
ha voglia di vivere in comunità basta costruirsi delle villette a schiera, i
Tessitori socievoli scelgono anche questa soluzione, che diamine, sono uccelli
repubblicani, la libertà sta anche nel volere una casa monofamiliare.
Incominciamo, inizio pagando la
TOSAP, aspetta prima mi serve il progetto, no no devo comprare il suolo e ci
sono i vincoli paesaggistici poi… meglio l’agenzia immobiliare. Ma sono proprio
fusa, adesso sono un Tessitore. Che bestia sono!
E voi che vita vorreste?
State sereni!
- In apertura post immagini progetto "Segundas Piele" del fotografo Miguel Vallinas qui
- Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio
Il suricate che hai mostrato è Timon de Il Re Leone, praticamente :)
RispondiEliminaDovremmo comunque imparare dai bonobo, sciogliere tensioni con atti d'amore (o sessuali). Ma chi ci guadagnerebbe davvero?
Moz-
Dovrò colmare la lacuna Moz, non ho visto Il Re Leone, ma la foto esprime tutta la tenerezza che mi ispirano :)
EliminaDi sicuro i nostri cugini Bonobo hanno parecchio da insegnarci e molto meno costoso che frequentare corsi per gestire la rabbia o lo stress.
Hai ragione siamo troppo venali per farci influenzare da queste dinamiche sociali.
Io però ti abbraccio ugualmente, gratis ;)
Mi suscita sempre meraviglia e gioia, vedere quante carte sa giocare la natura degli e negli animali. Tre esempi, tre modi diversissimi di vivere la vita fino in fondo.
RispondiEliminaE noi umani, invece, innestiamo sempre il pilota automatico della dissonanza cognitica, e ci ostinimao a ritenerci diversi o superiori, senza imparare per dasvvero, nulla.
Abbiamo le nostre peculiarità Giovanni, siamo capaci di grandi slanci ed estreme bassezze. Diciamo pure che la non-informazione amplifica di più le bassezze. Certo è che avremmo tanto da imparare gli uni dagli altri.
EliminaIo mi sono deliziata a scorrere il tuo reportage fotografico e mi sono arricchita, visto che attualmente vivo da "lumachina", senza quei meravigliosi paesaggi però, ^_^ (per restare in tema)
a parte i lupi e i gatti che mi piacciono tantissimo e verso i quali mi sento affine anche come stile di vita...io da sempre provo affetto e amore per quegli animali disprezzati un po' da tutti tipo: pecore, galline, i maiali. non sai quanto mi piacciono le mucche. alcune settimane fa, dopo tantissimo tempo, sono riuscito ad accarezzare una mucca. tanta emozione.
RispondiEliminaNe sono sicura And, ti ha guardato con i suoi occhi "bovini" e ti sei sciolto :D Mi ha da sempre affascinato la tranquillità delle mucche.
EliminaFino ad ora ho avuto un pessimo rapporto con i piccioni, ovviamente non si può andare con tutti d'accordo ;)
I Bonobo sono dei geni, hanno capito tutto.
RispondiEliminaSono sempre stata affascinata dai cavalli il mio sogno sarebbe stato quello di poter cavalcare, ma è sempre stato al dilà dei miei mezzi.
Per Andrea C.
Hai mai provato a dre una mano ad un vitellino? te la prende subito in bocca e comincia a succhiare, è divertentissimo!
Ma dai, anch'io Vera avrei voluto cavalcare, ma non mi è stato possibile. Però ho avuto la possibilità di trascorrere delle belle giornate con gli asini a Gombola nell'appenino modenese. Ovviamente nulla a che vedere con il cavallo, ma mi hai fatto tornare in mente delle belle giornate serene.
EliminaX Vera C. S^, ho provato qualche anno fa. Succhiava tutto. Poi mi seguiva. tutto interrotto dall'arrivo dalla mamma.
EliminaSuricate, non c'è dubbio, per l'altruismo e la solidarietà e il valore dato ai compagni/e; poi, in un'altra vita pesce azzurro dei caraibi, che divertimento cambiare sesso dev'essere e la barriera corallina come casa, non è quello amore puro? che permette qualsiasi variazione sul tema?
RispondiEliminaNon so se hai letto Orlando della Woolf, spero di si. Certo Orlando ha a disposizione quattro secoli per cambiare sesso, e di sicuro in un lasso di tempo così lungo le variazioni sul tema non mancano.
EliminaSpero che Bibliomatilda si possa concedere delle vacanze con lezioni d'immersione, le tue acque sono piene d'amore ;)
Sono un alligatore amante dei gatti, ma concordo con il vecchio And: le mucche sono animali molto interessanti, per come ti guardano (in Sardegna, mentre andavamo al mare con l'auto, ci siamo trovati circondati da una mandria al passeggio, esperienza incredibile, strana, onirica ... che sguardi avevano quelle mucche).
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EliminaA questo punto Alli non riesco a trattenermi, ti scrivo il testo di una canzone, ovviamente dedicata anche ad And... Sperando che dopo l'ennesimo invio blogger non l'accetti :D :D
EliminaMucca
Mucca che ora mi sei di fronte
-pensa- che strana circostanza
Tu che mi guardi con questi occhi bovini
Tu che mi giudichi che non ti avvicini
Mucca la tua tranquillità
-io e te- quest'aria limpida
Parlami delle trame che tu vedi il giorno
Dell'uomo piccolo di questo mondo
Mucca la tua tranquillità
"il viandante annusò quella strada
e si disse convinto di avere intuito
qualcosa di certo che non fosse la morte
e i telegiornali. Ma adesso i suoi occhi
guardavano oltre e la mucca osservava
e scuoteva la testa col fare discreto
d'amica che ama giudica soffre
ma non interviene. Cosciente del fatto
che un uomo felice non cambia
la propria visione del mondo
difatti il viandante alterò quello sguardo
e credette di amarla
al di là delle forme comuni"
Mucca ma tu il ragazzo ce l'hai?
Su via dai mucca non arrossirai dai
Beh si lo so non sono proprio un bel toro
Però di te mucca m'innamoro
Mucca ma adesso dove vai
-lenta- neanche un saluto fai
Io t'ho stressata per un giorno intero
Io parlo troppo mucca non è vero?
....!mucca every day... I love...! Muuuuuu
(da Neoplastica)
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RispondiEliminaAh, che bello essere un bonobo! Loro li conoscevo, ma gli altri di cui parli no, ti ringrazio di avermeli fatti scoprire. Certo che la razza umana è proprio quella che funziona peggio di tutte :-(
RispondiEliminaBuongiorno Silvia,
Eliminain giro molti si stanno organizzando per chiedere la cittadinanza "bonobo" :D
Se ci conoscono bene, sono certa che la respingeranno ;)
Santa, poi ci sono quelli che, convinti, asseriscono essere l'omosessualità contro natura; di natura certo sanno davvero poco
RispondiEliminaBuongiorno Vera,
Eliminacome ho scritto in apertura post, citando Pessoa:
"... Loro sanno quel che devono sapere. Noi, no."
La necessità di mediare tra "istinto" e "pensiero" non fa altro che portarci a storture...
Sicuramente gli animali sono migliori degli essere umani, loro almeno non fanno guerre e non distruggono il pianeta.
RispondiEliminaSerena giornata.
Caro Cavaliere denaro e potere sono una pandemia... Oltretutto siamo anche riusciti ad alterare l'ecosistema.
EliminaSe loro "distruggono" lo fanno per necessità, mi vengo in mente le cavallette :(
Anche a te una serena giornata
E' un post bellissimissimo! Grazie. Lo citerò in qualche modo nel mio blog. Un abbraccio.
RispondiEliminaChe bello! Ogni tanto "specchiarci" fa bene... :D
EliminaGrazie sempre per la tua stima Maria e la condivisione.
Un forte abbraccio.
Ma perché non dichiariamo la terra "area autoprotetta", e ce ne andiamo ad autodistruggerci su un altro pianeta? Post ricco e interessante, come e più di sempre. Quanto a me, "Cervo a Primavera", aspirante a gabbiano di scogliera: è il motto del mio blog... Buona serata, Santa: è sempre un piacere.
RispondiEliminaGrazie DOC :* che bello ritrovarti qui in mezzo alla natura, quale posto migliore!
EliminaHai proprio ragione, l'Unesco dovrebbe dichiarare tutta la terra "patrimonio", ma serve a poco se non riusciamo a farcelo entrare in zucca.
Noi lanciamo frecce... anche qualche anatema ;)
Tu hai di sicuro le idee più chiare delle mie, Cervo e Gabbiano, io sono più caotica... li amo tutti, a parte qualche fisiologica antipatia ^_^
Serena settimana. Un abbraccio :*