La dama con l'ermellino, Leonardo da Vinci 1488-1490 |
«Come si guarda un quadro: Lo si
guarda a lungo», sono parole di Philippe Daverio. Detta così la cosa sembra
semplice, ma anche guardare è un arte. Lo capisco sempre di più dopo ogni visita
al blog
“senza dedica” (puoi trovarlo qui) di Grazia Agostini. Guardare un quadro è come leggere un testo, possiamo fermarci all’apparenza, guardare la “crosta” o spingerci a “vedere” oltre, inserirlo in uno spazio-tempo in continuo mutamento, ricercare un frammento di realtà o una verità liberandoci dal pregiudizio. È una scoperta.
“senza dedica” (puoi trovarlo qui) di Grazia Agostini. Guardare un quadro è come leggere un testo, possiamo fermarci all’apparenza, guardare la “crosta” o spingerci a “vedere” oltre, inserirlo in uno spazio-tempo in continuo mutamento, ricercare un frammento di realtà o una verità liberandoci dal pregiudizio. È una scoperta.
Il pittore Carlo Carrà diceva:
«Tutto è reale e tutto è vero ciò che veramente vive nello spirito
dell’artista». Il messaggio di Carrà è chiaro, il quadro vive in un libero
rapporto tra il “modello” e l’artista. Dal
dipinto, come surrogato della realtà, si è giunti ad una visione intima,
personale di ciò che si dipinge. Lo storico dell’arte Roberto Salvini ricorda «che
ciascuno di noi vede diversamente dagli altri». Questo superamento della “verosimiglianza”
vale anche a proposito del ritratto. «Il ritratto», dice sempre Salvini, «si
può paragonare ad una biografia» e mette in guardia: «decidete se volete una
fotografia pittorica delle vostre sembianze fisiche o se volete invece un’opera
d’arte… cioè di esprimere, astraendo da ogni preoccupazione di altra natura, in
un linguaggio coerente, il sentimento dell’artista». (Se poi il ritratto, ossia
la somiglianza, e l’interpretazione dell’artista s’incontrano abbiamo la
perfezione. Non trovate?).
Questa necessità di andare oltre
la rassomiglianza, fermandosi alla sola ritrattistica fisionomica, indipendente
dal mondo circostante e dallo “spirito dell’artista”, la sentì fortemente anche
Leonardo da Vinci. La volontà cioè di Leonardo a scavare nei “segni del volto”,
idealizzare o trasfigurare e al contempo di tracciare anche un contenuto
narrativo, quella “biografia” del ritratto di cui Salvini parla.
Nelle sale del Castello del Wawel a Cracovia
(qui il link), è esposto dal maggio del 2012 il dipinto la “Dama con
l’ermellino”, opera straordinaria di Leonardo da Vinci, realizzata tra il 1488
e il 1490, durante il soggiorno milanese di Leonardo. La Dama dovrebbe ritrarre
la giovane amante di Ludovico Maria Sforza detto il Moro, Cecilia Gallerani.
Questo simbolo della grandezza
artistica di Leonardo lo abbiamo sempre ammirato nella sua compiuta perfezione.
La luce che illumina la dama, lo sguardo come di attesa, le perle nere, ogni
cosa qui è degna d’interpretazione, può essere un rimando, una storia a sé, lo
stesso ermellino potrebbe alludere al titolo onorifico di cavaliere dell'Ordine
dell'Ermellino di Ludovico il Moro o al mito greco della Nascita di Ercole, come
si legge ad esempio nella rivista InStoria, dove Elisabetta Gnignera dedica
alla “nostra” Dama e al suo ritratto una serie di articolati brani (qui il link).
Ma se la pittura di Leonardo si
fosse fermata al ritratto tout court, la Dama con l’ermellino non avrebbe oggi
altri contenuti narrativi, non sarebbe evocativa di altre immagini. Aiuta in
questo ragionamento il Layer Amplification Method (LAM), una tecnica messa a
punto dall’ingegnere francese Pascale Cotte, del Lumière Technology
Multispectrale Institute di Parigi. Cotte e il suo team hanno mostrato, proiettando
sul dipinto una luce intensa e misurando poi i suoi riflessi con un sensore
multispettrale, com’era inizialmente il ritratto della giovane Cecilia
Gallerani.
Simulazione grafica LAM della prima versione - © BBC News |
Un ritratto di corte, notevole
sicuramente, ma privo di quell’interpretazione a cui la critica e il nostro
occhio si è abituato. Il LAM di Cotte ci continua a mostrare il lavoro o meglio
la ricerca di Leonardo che in una fase successiva aggiunge un furetto tra le
braccia della Dama. A guardarlo troviamo
due soggetti slegati, sacrificati, senza carattere, né storia.
Simulazione grafica LAM della seconda versione - © BBC News |
E solo nel dipinto “finale” che
Leonardo da Vinci supera la dimensione del ritratto “sembiante”, facendone un’opera d’arte. Leonardo adesso, giocando con alcune sue parole, avrebbe
potuto esclamare: Ecco, sono riuscito a «esprimere il concetto della mente mia».
In questo ritratto si è
realizzato un microcosmo, Cecilia Gallerani è divenuta un pretesto o meglio una
possibilità nelle mente di ser Piero da Vinci, per costruire altre verità in una
continua scoperta. Anche questo ritratto ci ricorda che l’arte non è un
surrogato della realtà, «l’uomo vuole essere più che se stesso», scrive lo
scrittore e filosofo Ernst Fischer, «brama di accogliere in sé il mondo circostante… a unificare nell’arte il
suo io limitato con un’esistenza collettiva». Continua Fischer, «L’uomo sarà
sempre un essere finito, e quindi mai perfetto, in una realtà infinita, della
quale sarà parte e antagonista… con in più la segreta soddisfazione di sapere
che il mondo con cui s’identifica è… superato dalla magia dell’arte… condizione
di “pienezza”, che muove dal finito in tutte le direzioni per dominare l’infinito, (l'arte) può perire soltanto se perisce l’umanità.»
Si ringrazia per il video
l'ho visto a Cracovia, dove è la sua casa, un quadro che non lascia indifferenti.
RispondiEliminaAnche io penso che i quadri vadano ammirati e analizzati a lungo.
RispondiEliminaE' così: un quadro non è solo un disegno, un quadro è un racconto che contiene molti altri racconti. Forse è per questo che amo molto i pittori fiamminghi, con le loro opere ricche di metafore e simbolismi tutti da decifrare...^^
Moz-
lo posso solo immaginare franz. Sono stati davvero eccezionali i cittadini di Cracovia, se il museo esiste e soprattutto grazie alle loro donazioni :)
RispondiEliminaÈ vero Moz, a lungo e anche saperli guardare. Il loro gusto per le miniature e anche il colore è notevole. Quando puoi visita il blog che ho segnalato http://senzadedica.blogspot.it/search/label/van%20Eyck
RispondiEliminaAnche tu catturata dal blog di Grazia, eh? Questi sguardi dentro l'arte sono infinitamente affascinanti.
RispondiEliminaGrande post, ed io mi unisco al grande Daverio. Un quadro lo si guarda a lungo, la nostra mente e i nostri occhi possono o devono correre lontano , se il quadro trafigge la nostra anima.
RispondiEliminaL'interpretazione spesso è puramente soggettiva, ma questa fa parte del gioco dell'arte. I capolavori restano e indipendentemente da tutto possiamo affermare che rendono meno grigia la nostra vita!
Un bacio speciale!
Per me che Carrà significa Raffaella e Salvini soltanto Matteo un post per imparare cose e riflettere.
RispondiEliminaIn realtà è il processo simile che tento di fare con il "mio" cinema (mio nel senso di campo in cui, a differenza di qua, posso dire due cose), ossia cercare di guardare il film a lungo dentro la mia mente e provare a scoprirne, se c'è, l'anima.
E per me scoprirne l'anima vuol dire sapere meno cose possibili di quel film (o di quel quadro restando in tema) ma vedere quanto ogni singolo dettaglio può donarti, può farti immergere.
E' questo uno dei motivi per il quale tendo sempre a salvare od esaltare ogni film, perchè tutti, se li guardi a lungo possono racchiudere un sentimento o una visione che l'artista ha messo dentro.
Poi, tecnicamente, vedere un quadro a lungo è diverso che vedere un film a lungo. Per il quadro quel lungo oltre che metaforico (guardare oltre) è anche un lungo meramente temporale (più lo guardi, più gli stai davanti, più puoi capire o ricevere) mentre per il cinema il tempo lo detta lui, e il lungo è puramente mentale.
Diciamo che nella pittura tu detti il tempo, nella cinematografia lo fa "lui".
Mi dispiace non capire nulla di arte (vado solo a sensazioni) per non poter apprezzare come merita questo bel blog.
Un abbraccio
Ho seguito il consiglio, mi sono soffermato ad ammirare il dipinto più a lungo (spero di poterlo fare "dal vivo", un giorno): mi ha portato fuori dalla cornice, là dove è rivolto lo sguardo di dama e bestiola, e mi sono trovato al cospetto del Maestro, perchè è lui, Leonardo, che sta attirando la mia, la loro e la vostra attenzione. Grazie per la lezione, Santa. Buona serata.
RispondiEliminaCiao Silvia. Si, mi piace molto. Io m'immergerei all'infinito nell'arte ed è interessante scoprire anche modi di guardare diversi dal mio. Ogni occhio è diverso. Buon lavoro
RispondiEliminaBenvenuto Giuseppe "Caden". Ahahahah, strana accoppiata Carrà-Salvini, uno show coi lacrimoni di sicuro. Scherzi a parte, mi piace l'esempio che hai fatto del tempo, amando anch'io il cinema. Il film è una forma d'arte differente. Pensa ad esempio al cinema di Peter Greenaway, alcuni suoi film mi ricordano i quadri, quasi obbligasse la scena ad entrare nell'inquadratura. Io non sono esperta di arte e questo è un blog di "cose" che incontro dove ognuno può esprimere pareri o emozioni. Le mie sono riflessioni su cose che mi emozionano o mi rimandano a considerazioni o ad altre cose. Per cui sei sempre il benvenuto se e quando ti fa piacere. Grazie della visita. Un abbraccio
RispondiEliminaCarissimo Doc, piacerebbe anche me vederlo dal vivo come franz. Sul maestro hai ragione, ma lui è in questo e in tutti i suoi dipinti. Questa riflessione è nata solo dalla scoperta fatta da Cotte e dal come diverse forme generano emozioni differenti. Sul vecchio e caro tema del guardare e vedere. La lezione ci è data da Leonardo. Ti auguro una buona notte.
RispondiEliminaAh, ma sul connubio a volte impressionante tra pittura e cinema non c'è niente da dire...
RispondiEliminaIn questo senso trovo Valhalla Rising di Refn impressionante.
No, ma io non conosco proprio nulla di arte, non è che non ne so riconoscere il valore. Anche perchè credo che sul giudizio di valore di un'opera, scusa la banalità, di oggettività ce ne sia poca e chiunque, anche chi non conosce l'autore o la materia, può raccontare l'emozione o le riflessioni che gli ispirano una data opera d'arte.
Però insomma, nell'arte, e ho letto alcuni tuoi post al riguardo, non conoscere nulla ti porta davvero in una posizione di netta inferiorirà.
Il cinema è molto più popolare e democratico, io credo.
Ma intanto ti metto in blog roll e se avrò il coraggio di dire qualcosa senza castroneggiare torno volentieri :)
Ciao Nella. Sono felice che la Dama con l'ermellino ti abbia entusiasmata. Io quando ho bisogno di quiete e di riempirmi gli occhi vado a guardare una mostra. Ti abbraccio
RispondiEliminaSanta, cerca di risolvere il problema del "rispondi", non funziona.
RispondiEliminaTi darebbe un ordine nei commenti e nelle risposte senza farti fare questi salti mortali e rendere tutto, senza che tu ne abbia colpa, un pò confuso.
Chissà perchè ce l'hai bloccati...
... problema risolto Giuseppe. Spero funzioni e sia stabile. Ispirata da ser da Vinci ho esplorato il web in cerca di risposte. Lui sicuramente avrebbe cercato manuali java da studiare...
EliminaGuarda Giuseppe che nel blog non c'è "arte" in senso accademico, anzi. Trovi post anche sulle auto, ma anche alcune auto sono arte. E se per "castroneggiare" intendi "scherzo/ironia (non conosco la parola) sei il benvenuto. Valhalla Rising, alcune scene mozzafiato ;) ovviamente come dice Salvini, non Matteo, «ciascuno di noi vede diversamente dagli altri»
RispondiEliminaMa io le odio le auto!!!
RispondiEliminaahahahaahha, è vero, ma l'ho scritto solo per ridere eh
sai che c'è? che secondo me siamo molto vicini ma negli stessi macrocosmi siamo interessati a microcosmi diversi.
Nelle discipline dell'immagine te più all'arte ed io più al cinema.
Nella scrittura te alla poesia ed io alla narrativa (anche se nello scrivere per ritmo, semplicemente per ritmo eh, mi avvicino più alla prima).
Ma quel che conta è il macrocosmo di cui sopra, emozionarsi con le arti.
Un abbraccio.
Mi toccherà fare un post sulla bici, anche se ho un debole per i piedi (camminare intendo)! La X1/9 credo la conoscano in pochi. Per emozionarsi occorre tutto anche il cibo ;) Se pensi a Leonardo da Vinci non puoi non pensare ad un macrocosmo. Ti abbraccio Giuseppe
RispondiEliminasuper pezzo questo.
RispondiEliminami hai ricordato il mio professore di storia dell'arte in collegio.
;)
Grazie And. Spero un ricordo piacevole...il potere evocativo delle immagini. Leonardo è un grande maestro ;)
Eliminaun ricordo molto piacevole. devo a lui tantissimo.
Eliminaio vorrei avere la pazienza e le conoscenze adatte per vedere certi quadri davvero...
RispondiEliminaBuongiorno Patalice, credo anche al piacere, al divertimento... un quadro è anche curiosità, storie che rimandano ad altre storie sollecitando l'immaginazione. Prova a dare un'occhiata (io ci entro come un bambino nel negozio di caramelle)
Eliminahttp://senzadedica.blogspot.it/
Anche la Dama in 3D... ancora un modo nuovo di guardare e "pensare" il quadro. Suggestivo
EliminaPost davvero magistrale e commovente insieme. Grazie. Brava! Quando ho la fortuna di ammirare da vicino un'opera d'arte ne sono attratta così tanto da non riuscire a staccarmene ... Mi è capitato a Roma con Apollo e Dafne di Bernini, mi capita con i quadri di Caravaggio (che amo), mi è successo con la Vergine delle Rocce alla National Gallery di Londra. Un abbraccio.
RispondiEliminaMaria mi confondi! Mi vedessi ora farei impallidire il carminio. A Roma ci sono stati momenti che mi sono sentita più minuscola di una formica davanti a tanta meraviglia. La cosa straordinaria è che ogni volta che "riguardo" un quadro scopro altro e le emozioni mutano. Cambiano noi e il quadro diventa quasi materia viva. Un bacio
EliminaPer Leonardo il ripensare e trasformare tutte le sue composizioni era un modus operandi molto usuale. Qui poi devi metterci anche le possibili esigenze della committenza: un attributo iconografico o forse un rimando sottile, potevano essere richiesti anche a ritratto avanzato, in corso d'opera.
RispondiElimina(ti ringrazio di aver citato Salvini: l'ho conosciuto bene,mi sono laureata con lui. Oggi, purtroppo, non va più di moda, ma ha creato delle geniali impostazioni storiche, soprattutto per il Medioevo. Era un gran signore, svagatissimo, perso nei suoi pensieri, elegante, alto, con una meravigliosa chioma di capelli bianchi ricciuti. Che bei ricordi)
Grazie Ody per questo contributo su Salvini, io trovo anche la sua Guida all'arte moderna ricca di grandi spunti di riflessione. Sarà che viaggio per conto mio senza mode o tempo. Ci hai regalato un ritratto umano di ricordi, un acquerello. Ovviamente come ben dici i ritratti, e non solo, su commissione risentivano anche dell'umore del "committente", ma già da Leonardo si sente fortemente il bisogno dell'artista di andare oltre la forma, di tratteggiare dentro la tela anche il suo "spirito".
EliminaScoperta, viaggio, guardare un quadro è un poco dimenticarsi di sé e ritrovarsi nei gesti e nei colori scelti dall'artista per rendere la sua opera o idea, se si vuole. Ciao, Santa.
RispondiEliminaHo anche visitato il blog del link, bello, bello il post su Lorenzo Lotto. Grazie. :-)
Bello, vero Matilda. Per la domenica ho scelto "A letto" di Edouard Vuillard, per ora, perchè come dici tu, mi ritrovo adesso. Ma siamo sempre in movimento (mentale) e i quadri diventano finestre, dove lasciamo ad altri occhi di vedere dimenticandoci, appunto, di noi! Ti abbraccio
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