mercoledì 21 gennaio 2015

La Dama con l’ermellino: Leonardo da Vinci e l’invisibile agli occhi. «L’arte… può perire soltanto se perisce l’umanità.»

La dama con l'ermellino, Leonardo da Vinci 1488-1490
«Come si guarda un quadro: Lo si guarda a lungo», sono parole di Philippe Daverio. Detta così la cosa sembra semplice, ma anche guardare è un arte. Lo capisco sempre di più dopo ogni visita al blog
“senza dedica” (puoi trovarlo qui) di Grazia Agostini. Guardare un quadro è come leggere un testo, possiamo fermarci all’apparenza, guardare la “crosta” o spingerci a “vedere” oltre, inserirlo in uno spazio-tempo in continuo mutamento, ricercare un frammento di realtà o una verità liberandoci dal pregiudizio. È una scoperta.
Il pittore Carlo Carrà diceva: «Tutto è reale e tutto è vero ciò che veramente vive nello spirito dell’artista». Il messaggio di Carrà è chiaro, il quadro vive in un libero rapporto tra il “modello” e l’artista.  Dal dipinto, come surrogato della realtà, si è giunti ad una visione intima, personale di ciò che si dipinge. Lo storico dell’arte Roberto Salvini ricorda «che ciascuno di noi vede diversamente dagli altri». Questo superamento della “verosimiglianza” vale anche a proposito del ritratto. «Il ritratto», dice sempre Salvini, «si può paragonare ad una biografia» e mette in guardia: «decidete se volete una fotografia pittorica delle vostre sembianze fisiche o se volete invece un’opera d’arte… cioè di esprimere, astraendo da ogni preoccupazione di altra natura, in un linguaggio coerente, il sentimento dell’artista». (Se poi il ritratto, ossia la somiglianza, e l’interpretazione dell’artista s’incontrano abbiamo la perfezione. Non trovate?).

Questa necessità di andare oltre la rassomiglianza, fermandosi alla sola ritrattistica fisionomica, indipendente dal mondo circostante e dallo “spirito dell’artista”, la sentì fortemente anche Leonardo da Vinci. La volontà cioè di Leonardo a scavare nei “segni del volto”, idealizzare o trasfigurare e al contempo di tracciare anche un contenuto narrativo, quella “biografia” del ritratto di cui Salvini parla.
Nelle sale del Castello del Wawel a Cracovia (qui il link), è esposto dal maggio del 2012 il dipinto la “Dama con l’ermellino”, opera straordinaria di Leonardo da Vinci, realizzata tra il 1488 e il 1490, durante il soggiorno milanese di Leonardo. La Dama dovrebbe ritrarre la giovane amante di Ludovico Maria Sforza detto il Moro, Cecilia Gallerani.
Questo simbolo della grandezza artistica di Leonardo lo abbiamo sempre ammirato nella sua compiuta perfezione. La luce che illumina la dama, lo sguardo come di attesa, le perle nere, ogni cosa qui è degna d’interpretazione, può essere un rimando, una storia a sé, lo stesso ermellino potrebbe alludere al titolo onorifico di cavaliere dell'Ordine dell'Ermellino di Ludovico il Moro o al mito greco della Nascita di Ercole, come si legge ad esempio nella rivista InStoria, dove Elisabetta Gnignera dedica alla “nostra” Dama e al suo ritratto una serie di articolati brani (qui il link).
Ma se la pittura di Leonardo si fosse fermata al ritratto tout court, la Dama con l’ermellino non avrebbe oggi altri contenuti narrativi, non sarebbe evocativa di altre immagini. Aiuta in questo ragionamento il Layer Amplification Method (LAM), una tecnica messa a punto dall’ingegnere francese Pascale Cotte, del Lumière Technology Multispectrale Institute di Parigi. Cotte e il suo team hanno mostrato, proiettando sul dipinto una luce intensa e misurando poi i suoi riflessi con un sensore multispettrale, com’era inizialmente il ritratto della giovane Cecilia Gallerani.

Simulazione grafica LAM della prima versione - © BBC News 
Un ritratto di corte, notevole sicuramente, ma privo di quell’interpretazione a cui la critica e il nostro occhio si è abituato. Il LAM di Cotte ci continua a mostrare il lavoro o meglio la ricerca di Leonardo che in una fase successiva aggiunge un furetto tra le braccia della Dama.  A guardarlo troviamo due soggetti slegati, sacrificati, senza carattere, né storia.


Simulazione grafica LAM della seconda versione - © BBC News 

E solo nel dipinto “finale” che Leonardo da Vinci supera la dimensione del ritratto “sembiante”, facendone un’opera d’arte. Leonardo  adesso, giocando con alcune sue parole, avrebbe potuto esclamare: Ecco, sono riuscito a «esprimere il concetto della mente mia».

In questo ritratto si è realizzato un microcosmo, Cecilia Gallerani è divenuta un pretesto o meglio una possibilità nelle mente di ser Piero da Vinci, per costruire altre verità in una continua scoperta. Anche questo ritratto ci ricorda che l’arte non è un surrogato della realtà, «l’uomo vuole essere più che se stesso», scrive lo scrittore e filosofo Ernst Fischer, «brama di accogliere in sé  il mondo circostante… a unificare nell’arte il suo io limitato con un’esistenza collettiva». Continua Fischer, «L’uomo sarà sempre un essere finito, e quindi mai perfetto, in una realtà infinita, della quale sarà parte e antagonista… con in più la segreta soddisfazione di sapere che il mondo con cui s’identifica è… superato dalla magia dell’arte… condizione di “pienezza”, che muove dal finito in tutte le direzioni per dominare l’infinito, (l'arte) può perire soltanto se perisce l’umanità.»


                                                               Si ringrazia per il video wwwLeonardo3net

30 commenti :

  1. l'ho visto a Cracovia, dove è la sua casa, un quadro che non lascia indifferenti.

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  2. Anche io penso che i quadri vadano ammirati e analizzati a lungo.
    E' così: un quadro non è solo un disegno, un quadro è un racconto che contiene molti altri racconti. Forse è per questo che amo molto i pittori fiamminghi, con le loro opere ricche di metafore e simbolismi tutti da decifrare...^^

    Moz-

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  3. lo posso solo immaginare franz. Sono stati davvero eccezionali i cittadini di Cracovia, se il museo esiste e soprattutto grazie alle loro donazioni :)

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  4. È vero Moz, a lungo e anche saperli guardare. Il loro gusto per le miniature e anche il colore è notevole. Quando puoi visita il blog che ho segnalato http://senzadedica.blogspot.it/search/label/van%20Eyck

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  5. Anche tu catturata dal blog di Grazia, eh? Questi sguardi dentro l'arte sono infinitamente affascinanti.

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  6. Grande post, ed io mi unisco al grande Daverio. Un quadro lo si guarda a lungo, la nostra mente e i nostri occhi possono o devono correre lontano , se il quadro trafigge la nostra anima.
    L'interpretazione spesso è puramente soggettiva, ma questa fa parte del gioco dell'arte. I capolavori restano e indipendentemente da tutto possiamo affermare che rendono meno grigia la nostra vita!
    Un bacio speciale!

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  7. Per me che Carrà significa Raffaella e Salvini soltanto Matteo un post per imparare cose e riflettere.
    In realtà è il processo simile che tento di fare con il "mio" cinema (mio nel senso di campo in cui, a differenza di qua, posso dire due cose), ossia cercare di guardare il film a lungo dentro la mia mente e provare a scoprirne, se c'è, l'anima.
    E per me scoprirne l'anima vuol dire sapere meno cose possibili di quel film (o di quel quadro restando in tema) ma vedere quanto ogni singolo dettaglio può donarti, può farti immergere.
    E' questo uno dei motivi per il quale tendo sempre a salvare od esaltare ogni film, perchè tutti, se li guardi a lungo possono racchiudere un sentimento o una visione che l'artista ha messo dentro.
    Poi, tecnicamente, vedere un quadro a lungo è diverso che vedere un film a lungo. Per il quadro quel lungo oltre che metaforico (guardare oltre) è anche un lungo meramente temporale (più lo guardi, più gli stai davanti, più puoi capire o ricevere) mentre per il cinema il tempo lo detta lui, e il lungo è puramente mentale.
    Diciamo che nella pittura tu detti il tempo, nella cinematografia lo fa "lui".
    Mi dispiace non capire nulla di arte (vado solo a sensazioni) per non poter apprezzare come merita questo bel blog.

    Un abbraccio

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  8. Ho seguito il consiglio, mi sono soffermato ad ammirare il dipinto più a lungo (spero di poterlo fare "dal vivo", un giorno): mi ha portato fuori dalla cornice, là dove è rivolto lo sguardo di dama e bestiola, e mi sono trovato al cospetto del Maestro, perchè è lui, Leonardo, che sta attirando la mia, la loro e la vostra attenzione. Grazie per la lezione, Santa. Buona serata.

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  9. Ciao Silvia. Si, mi piace molto. Io m'immergerei all'infinito nell'arte ed è interessante scoprire anche modi di guardare diversi dal mio. Ogni occhio è diverso. Buon lavoro

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  10. Benvenuto Giuseppe "Caden". Ahahahah, strana accoppiata Carrà-Salvini, uno show coi lacrimoni di sicuro. Scherzi a parte, mi piace l'esempio che hai fatto del tempo, amando anch'io il cinema. Il film è una forma d'arte differente. Pensa ad esempio al cinema di Peter Greenaway, alcuni suoi film mi ricordano i quadri, quasi obbligasse la scena ad entrare nell'inquadratura. Io non sono esperta di arte e questo è un blog di "cose" che incontro dove ognuno può esprimere pareri o emozioni. Le mie sono riflessioni su cose che mi emozionano o mi rimandano a considerazioni o ad altre cose. Per cui sei sempre il benvenuto se e quando ti fa piacere. Grazie della visita. Un abbraccio

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  11. Carissimo Doc, piacerebbe anche me vederlo dal vivo come franz. Sul maestro hai ragione, ma lui è in questo e in tutti i suoi dipinti. Questa riflessione è nata solo dalla scoperta fatta da Cotte e dal come diverse forme generano emozioni differenti. Sul vecchio e caro tema del guardare e vedere. La lezione ci è data da Leonardo. Ti auguro una buona notte.

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  12. Ah, ma sul connubio a volte impressionante tra pittura e cinema non c'è niente da dire...
    In questo senso trovo Valhalla Rising di Refn impressionante.
    No, ma io non conosco proprio nulla di arte, non è che non ne so riconoscere il valore. Anche perchè credo che sul giudizio di valore di un'opera, scusa la banalità, di oggettività ce ne sia poca e chiunque, anche chi non conosce l'autore o la materia, può raccontare l'emozione o le riflessioni che gli ispirano una data opera d'arte.
    Però insomma, nell'arte, e ho letto alcuni tuoi post al riguardo, non conoscere nulla ti porta davvero in una posizione di netta inferiorirà.
    Il cinema è molto più popolare e democratico, io credo.
    Ma intanto ti metto in blog roll e se avrò il coraggio di dire qualcosa senza castroneggiare torno volentieri :)

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  13. Ciao Nella. Sono felice che la Dama con l'ermellino ti abbia entusiasmata. Io quando ho bisogno di quiete e di riempirmi gli occhi vado a guardare una mostra. Ti abbraccio

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  14. Santa, cerca di risolvere il problema del "rispondi", non funziona.
    Ti darebbe un ordine nei commenti e nelle risposte senza farti fare questi salti mortali e rendere tutto, senza che tu ne abbia colpa, un pò confuso.
    Chissà perchè ce l'hai bloccati...

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    1. ... problema risolto Giuseppe. Spero funzioni e sia stabile. Ispirata da ser da Vinci ho esplorato il web in cerca di risposte. Lui sicuramente avrebbe cercato manuali java da studiare...

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  15. Guarda Giuseppe che nel blog non c'è "arte" in senso accademico, anzi. Trovi post anche sulle auto, ma anche alcune auto sono arte. E se per "castroneggiare" intendi "scherzo/ironia (non conosco la parola) sei il benvenuto. Valhalla Rising, alcune scene mozzafiato ;) ovviamente come dice Salvini, non Matteo, «ciascuno di noi vede diversamente dagli altri»

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  16. Ma io le odio le auto!!!


    ahahahaahha, è vero, ma l'ho scritto solo per ridere eh

    sai che c'è? che secondo me siamo molto vicini ma negli stessi macrocosmi siamo interessati a microcosmi diversi.

    Nelle discipline dell'immagine te più all'arte ed io più al cinema.
    Nella scrittura te alla poesia ed io alla narrativa (anche se nello scrivere per ritmo, semplicemente per ritmo eh, mi avvicino più alla prima).

    Ma quel che conta è il macrocosmo di cui sopra, emozionarsi con le arti.

    Un abbraccio.

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  17. Mi toccherà fare un post sulla bici, anche se ho un debole per i piedi (camminare intendo)! La X1/9 credo la conoscano in pochi. Per emozionarsi occorre tutto anche il cibo ;) Se pensi a Leonardo da Vinci non puoi non pensare ad un macrocosmo. Ti abbraccio Giuseppe

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  18. super pezzo questo.
    mi hai ricordato il mio professore di storia dell'arte in collegio.
    ;)

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    1. Grazie And. Spero un ricordo piacevole...il potere evocativo delle immagini. Leonardo è un grande maestro ;)

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    2. un ricordo molto piacevole. devo a lui tantissimo.

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  19. io vorrei avere la pazienza e le conoscenze adatte per vedere certi quadri davvero...

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    1. Buongiorno Patalice, credo anche al piacere, al divertimento... un quadro è anche curiosità, storie che rimandano ad altre storie sollecitando l'immaginazione. Prova a dare un'occhiata (io ci entro come un bambino nel negozio di caramelle)
      http://senzadedica.blogspot.it/

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    2. Anche la Dama in 3D... ancora un modo nuovo di guardare e "pensare" il quadro. Suggestivo

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  20. Post davvero magistrale e commovente insieme. Grazie. Brava! Quando ho la fortuna di ammirare da vicino un'opera d'arte ne sono attratta così tanto da non riuscire a staccarmene ... Mi è capitato a Roma con Apollo e Dafne di Bernini, mi capita con i quadri di Caravaggio (che amo), mi è successo con la Vergine delle Rocce alla National Gallery di Londra. Un abbraccio.

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    1. Maria mi confondi! Mi vedessi ora farei impallidire il carminio. A Roma ci sono stati momenti che mi sono sentita più minuscola di una formica davanti a tanta meraviglia. La cosa straordinaria è che ogni volta che "riguardo" un quadro scopro altro e le emozioni mutano. Cambiano noi e il quadro diventa quasi materia viva. Un bacio

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  21. Per Leonardo il ripensare e trasformare tutte le sue composizioni era un modus operandi molto usuale. Qui poi devi metterci anche le possibili esigenze della committenza: un attributo iconografico o forse un rimando sottile, potevano essere richiesti anche a ritratto avanzato, in corso d'opera.
    (ti ringrazio di aver citato Salvini: l'ho conosciuto bene,mi sono laureata con lui. Oggi, purtroppo, non va più di moda, ma ha creato delle geniali impostazioni storiche, soprattutto per il Medioevo. Era un gran signore, svagatissimo, perso nei suoi pensieri, elegante, alto, con una meravigliosa chioma di capelli bianchi ricciuti. Che bei ricordi)

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    1. Grazie Ody per questo contributo su Salvini, io trovo anche la sua Guida all'arte moderna ricca di grandi spunti di riflessione. Sarà che viaggio per conto mio senza mode o tempo. Ci hai regalato un ritratto umano di ricordi, un acquerello. Ovviamente come ben dici i ritratti, e non solo, su commissione risentivano anche dell'umore del "committente", ma già da Leonardo si sente fortemente il bisogno dell'artista di andare oltre la forma, di tratteggiare dentro la tela anche il suo "spirito".

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  22. Scoperta, viaggio, guardare un quadro è un poco dimenticarsi di sé e ritrovarsi nei gesti e nei colori scelti dall'artista per rendere la sua opera o idea, se si vuole. Ciao, Santa.
    Ho anche visitato il blog del link, bello, bello il post su Lorenzo Lotto. Grazie. :-)

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    1. Bello, vero Matilda. Per la domenica ho scelto "A letto" di Edouard Vuillard, per ora, perchè come dici tu, mi ritrovo adesso. Ma siamo sempre in movimento (mentale) e i quadri diventano finestre, dove lasciamo ad altri occhi di vedere dimenticandoci, appunto, di noi! Ti abbraccio

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