mercoledì 14 gennaio 2015

Attentato a Charlie Hebdo. La libertà di pensare e le prugne della California.


Mi sono risvegliata in questo 2015 nel mezzo di un vero e proprio putiferio. Tutti a gridare: «Je suis Charlie!»
Cosa avrà mai fatto uno scolaro di terza elementare di così straordinario da far dire a tutti di voler essere Charlie Brown? Ho pensato a lui, lo ammetto, al piccolo personaggio di Schulz. La confusione
è durata pochi secondi, ma questo lo sapete già, il grido «Io sono Charlie» era quello di Charlie Hebdo, anzi l’urlo di Charb, Wolinski, Cabu, Tignous, Philippe Honoré, Bernard Maris, Elsa Cayat, Michel Renaud, Mustapha Ourrad, Fréderic Boisseau, Franck Brinsolaro e Ahmed Merabet. Tutti assassinati. “I luoghi hanno tutti lo stesso odore quando sei morto!”, una cosa che scrissi un po’ di tempo fa, con la ripetizione che “I luoghi hanno tutti lo stesso odore quando sei vivo!”. E sì, la percezione dell’odore è proprio diversa se si è vivi o morti, dei morti non mi è dato sapere, non parlano più, ma dei vivi ancora ne faccio parte e l’odore mi appartiene. Ed è un effluvio in questi giorni. Come i codazzi dietro ad un funerale, il vero dolore appartiene a pochi e il resto diffonde mormorii.

Questo mi fa pensare ad un altro personaggio di Schultz, qui c’è la “T”, non facciamo confusione. Sto parlando del testo teatrale dello scrittore  William S. Burroughs “Le ultime parole di Dutch Schultz” (incentrato sulla morte del gangster Dutch Schultz, riesce a rendere il senso della vita e della morte con una potente drammaticità) e a questo punto avrete già capito che parlo di lui, del "Bisbigliatore". Un personaggio con l’inquietante potere di condizionare chi lo ascolta. Il suo sibilo penetrante ripete frasi-slogan intenzionalmente preparate per  suggestionare ed influenzare la persona.


Otello, l'infido Iago
Così, come se qualcuno avesse detto: “…E adesso fa’ venire il Bisbigliatore…”, sento il sibilo a ripetizione delle stesse parole. Libertà, religione, guerra. Tutti i media, i social a ripetere gli stessi slogan. Una tragedia terribile, ma con un retroscena di cui poco si parla e che pochi di noi conoscono, neanch’io ad essere onesti. Un dietro le quinte fatto di giochi di potere e di nuovi “equilibri del terrore” come nel periodo della c.d. guerra fredda, quello che conta è tenere in scacco intere popolazioni.

Se ci pensate le guerre fanno comodo a molti, distraggono da vecchie e nuove lottizzazioni mondiali, vuoi per i minerali, vuoi per i gasdotti e oleodotti, vuoi per posizioni strategiche, una partita a scacchi dove ci illudiamo di giocare e la religione fa sempre presa e comodo. Le crociate come campagne di evangelizzazione, avevano un movente poco cristiano, di tipo politico-economico e soprattutto la necessità di allontanare il crescente potere dei cavalieri dall’Europa.  Ma non andiamo così lontano, è ancora storia recente, l’uccisione sistematica di migliaia di uomini, donne e bambini ebrei. E furono proprio le idee sugli ebrei, “bisbigliate” per decenni in Germania, a fare dei tedeschi comuni dei carnefici, dice il popolare detto: «Dalla e dalla e si rompe il metallo». Anche in questo caso l’”accanimento” ha a che fare con una motivazione poco nobile: il denaro.  Le politiche del libero mercato, del libero commercio, la crisi economica, la posizione dei ceti medi indebolita dallo sviluppo industriale moderno, necessitavano di un capro espiatorio: l’Ebreo incarnava tutti i mali del mondo.


La frase furiosa pronunciata dal filosofo tedesco Theodor Adorno « Scrivere una poesia dopo Auschwitz è un atto di barbarie », da’ il senso di questa tragedia che pare nessuno voglia ricordare bene.
Il “Bisbigliatore” parla tutte le lingue, questo è chiaro. Il suo sibilo seduce l’orecchio del cristiano, come quello del musulmano o dell’ebreo o del bianco o del «negro», distrae dal vero problema e condiziona, orientando e controllando il pensiero e le scelte dell’uomo comune. È questa la vera perdita della libertà.

Negli anni 50 in America « i commercianti di prugne secche avevano perduto ogni speranza di poter convincere gli americani a mangiare il loro prodotto… l’Associazione Californiana dei Produttori di Prugne chiese aiuto all’Istituto di Ricerca Motivazionale… L’immagine della prugna evocava negli americani sensazioni  spiacevoli… “vecchia zitella” e “rinsecchita”… “faccia di prugna vecchia”… “stitichezza”… Che fare? Il dottor Dichter, presidente dell’Istituto di Ricerca Motivazionale studiò bene la questione… occorreva che il pubblico la potesse “riscoprire” come un frutto nuovo di zecca. La prugna doveva essere il nuovo “prodotto-mera-viglia”…
Dal giorno alla notte la prugna diventò, grazie alla pubblicità… una leccornia prelibata…Le illustrazioni cambiarono… graziose fanciulle occupate a pattinare o a giocare a tennis… gli slogan erano squilli di tromba: “Mettete le ali ai piedi!”, oppure “Toccherete il cielo con un dito!”… Poco tempo dopo essa era definita dalla stampa l’unica eccezione nella crisi generale dei prodotti agricoli… la metamorfosi di Cenerentola»
Lo spiritoso brano è tratto dal volume “I persuasori occulti” del giornalista e sociologo statunitense Vance Packard.
Packard, già alla fine degli anni 50, metteva in guardia tutto il mondo sulla minaccia che rappresentava la “scienza della persuasione”. «Perchè», scrive sempre Packard «il sopruso più grave che molti commettono è, a mio avviso, il tentativo di insinuarsi nell’intimità della mente umana, il che, se sconfinasse in altri campi, politico, religioso, sociale, diventerebbe un pericolo grave. È questo diritto all’intimità della mente, ad essere liberi nella parte più interna di noi – che, io credo, abbiamo il dovere di difendere»

Liberazione, scultura di Zenos Frudakis 
L’allarme lanciato da Vance Packard è stato ben poco recepito, la “persuasione” si è insinuata in modo subdolo in tutti i campi, odiamo senza sapere realmente il perché, votiamo soggetti costruiti da esperti d’immagine, crediamo a slogan che fanno leva sulle nostre paure, i disagi, i bisogni. E gridiamo nel momento della tragedia, poi, poi ognuno torna a casa col "Bisbigliatore" che sibila all’orecchio le paroline che più gli fanno comodo.

Deprecabile, ma giustificabile nel passato, quando una lettera e la relativa notizia impiegava mesi per giungere a destinazione, ma non oggi dove tutto avviene in tempo reale e tutti hanno qualcosa da dire.
Dovremmo invece conoscere. Solo il « sapere » è in grado di difenderci, di renderci soggetti attivi e liberi e non passivi “ripetitori” di parole, tanto da sembrare affetti da ecolalìa.
È facile convincerci che la prugna secca è un elisir di lunga vita, come può essere facile persuaderci che il nostro vicino di casa è un nemico, difficile è «sapere» che dietro la prugna ci sono i commercianti che devono vendere o che dietro la paura per il vicino di casa c’è un immobiliarista con un suo preciso disegno.


Intellettuali e soprattutto giornalisti farebbero la differenza nella ricerca delle verità e nella divulgazione di, se non tutto, almeno una parte di quello che è intricato conoscere per l’uomo della strada.

« Rendere visibile quello che, senza di voi, forse non potrebbe mai essere visto.» è il mio appello, usando le parole del regista francese Robert Bresson.

Sicuramente prima dovrebbero cambiare le intenzioni e comprendere bene la differenza tra informazione e manipolazione, prima di arrivare alla distruzione di massa (cerebrale) e a nuovi olocausti innescati dal “Bisbigliatore”.
Si, je suis Charlie, ma Charlie Brown. Anch’io come lui « soffro di claustrofobia nel mondo. »





"Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto".

   

19 commenti :

  1. Sapevo di poter contare su di te per una riflessione non banale. Mi hai incuriosita con le prugne della California, ma tutto il post è notevole.

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    1. Grazie Silvia. Le prugne secche mi sono venute in mente alla vista dei soliti... poi il rispetto per chi muore mi ha portato a fare questa riflessione.

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  2. E pensare che io sto rileggendo di qua e di là il libro di David Michaelis "Schulz e i Peanuts". Tanto tanto charlie brown mi sento.

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    1. Ciao And. Sarà pure un "perdente", ma è testardo Charlie... Anche se c'è l'albero Mangia - aquiloni continua a farli volare:)

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  3. Certo che è così! Ho pensato cose indicibili dopo questo attentato, ho pensato anche al sacrificio, all'idea di esso a come è tanto più facile quando ad essere sacrificati sono altri, come i soldati nelle guerre, ad esempio o i martiri del terrorismo di questi anni. "Solo il « sapere » è in grado di difenderci, di renderci soggetti attivi e liberi e non passivi “ripetitori” di parole". Lo credo anch'io

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    1. Grazie Matilda mi conforta sempre sapere che siamo in molti a pensarla così. Per te immagino sia anche più dura, vivendo in un tempio che conserva "sapienze" . A volte si ha l'impressione che il sapere si nutre di sola solitudine.

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  4. Un post davvero molto bello, e che tocca uno degli argomenti che più amo: la persuasione occulta.
    E' un argomento così affascinante e a cui sono legato... che mi piace parodiarlo continuamento coi messaggi subliminali sul mio blog.
    Ma è vero che il problema reale persiste. Così come in ambito pubblicitario, ci si può insediare nelle mente altrui per altri scopi.
    E' vero che solo il sapere ci difende, ma è anche vero che la massa è idiota.

    Moz-

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  5. Grazie anche a te Moz. Ho notato, col tuo lettore a caccia di "sex". Se hai modo leggiti Vance Packard, qui in Italia ha avuto un certo successo negli anni 70, ma credo sia attuale. La cosa "disturbante", per me, è lo sconfinamento del condizionamento. Passi l'acquisto del dentifricio (si fa per dire), ma quando veniamo convinti a vedere o credere, c'è il rischio di tornare alla caccia alle streghe ed ai roghi, perdendo di vista la verità, anzi non cercandola nemmeno. Tanto c'è qualcuno che ci suggerisce la direzione. La massa è data dalla somma di tutti noi. Passiamo parola :)

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  6. Ciao Santa (purtroppo non riesco a rispondere sotto al tuo commento)
    Conosco il saggio di Packard perché sono un appassionato di comunicazione. La massa è data dalla somma di tutti noi, vero, ma è anche la livella dell'individualismo: proprio soffocando il nostro individualismo diventiamo massa e loro ci controllano :)

    Moz-

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  7. Neanch'io Moz riesco a rispondere sotto al tuo commento, ho provato a scrivere a Google per dei problemi, ma non ho ricevuto risposta. Si hai ragione, quello che dobbiamo recuperare è il concetto di libertà individuale, libertà che si perde quando veniamo influenzati. Vedrai che questa situazione, se continua, avrà anche come conseguenza fortissime limitazioni della privacy. Quando sapranno tutto di una persona, potranno tranquillamente suggerire, imbavagliare, orientare, attraverso tutti i canali aperti che abbiamo col mondo. Un tempo c'erano le spie (peraltro evocative, mi riferisco a letteratura e film) oggi gli "analisti" :(

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  8. Questo post - e prima quello di DOC - sono un invito lucido e argomentato a non smettere di pensare. Perchè la confusione emotiva o il deragliamento delle sensazioni e dei pensieri voluto da chi ha in mano i media sono sempre in agguato. Grazie davvero. Un abbraccio.

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  9. È proprio la confusione emotiva, come dici tu, Maria che dobbiamo tenere lontana e renderci conto che abbiamo un cervello ed è meglio per noi farlo funzionare. Grazie a te e a tutti voi è una crescita e uno stimolo la vostra vicinanza, il poter condividere le vostre opinioni e il vostro "sapere". Un abbraccio

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  10. le prugne secche mi hanno fatto ricordare chenegli anni '60, l'introduzione della lavatrice fu un flop, è bastato cambiare il messaggio da "Avrai più tempo libero per te!" a "Avrai più tempo libero per i tuoi figli e tuo marito!".
    potenza della comunicazione :)

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  11. Questa mi mancava franz. Se ci pensi è un po' quello che accade con le notizie, basta porgerle in un certo modo, cambiarne l'ordine, rimarcare un aspetto, distrarre da un altro (soprattutto) e gnam ne facciamo un boccone. Mi hai fatto venire in mente un modo di dire, che avevo scordato, popolare "mbucca lapuni". La traduzione letterale ha poco senso (ingoia e calabrone), viene invece usato per indicare chi crede a tutto standosene a bocca aperta :D

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  12. Come diceva il principe Totò, «Il denaro fa la guerra, la guerra fa il dopoguerra, il dopoguerra fa la borsa nera, la borsa nera rifà il denaro, il denaro rifà la guerra». E tutti mangiano le prugne secche, e poi si lamentano se il mondo fa cacare. La tua disamina non fa una piega, i riflettori andrebbero direzionati dietro le quinte... Ottimo post, stupenda la scultura di Zenos Frudakis. Che dio, qualunque esso sia, ci benedica. Buona serata.

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  13. Grazie Doc. "Liberazione" è proprio stupenda. Ho appena finito di leggere il tuo post. Hai riassunto il mio in modo ineccepibile, la citazione di Totò, perchè alla fine arriviamo sempre lì e al lamento che il mondo fa cacare. Il "teatrino" perpetuo. Parafrasando Totò anche per essere "cretini" bisognerebbe informarsi.

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  14. Doc, visto che non ho il dono della sintesi, le prossime volte t'invio "le cartelle" e tu zac in poche battute condensi :)
    Ti auguro un buon fine settimana

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  15. Non interessante , ma molto interessante..
    Un ritratto realistico della nostra realtà, questa guerra religiosa, perchè cos' è che si nasconde poi dietro altri intrighi ,mi fa sentire veramente il povero Charlie Brown dei peanuts , questa volta, solo nella sua panchina a piangere.
    Grazie del messaggio adorata amica.
    E che sia una domenica di pace!

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  16. Grazie Nella. Forse ci aiuterebbe leggere più spesso anche i Peanuts :) Ti auguro una domenica di sole.

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