È il nuovo tormento: “Scendi il cane che lo piscio”.
In
questi giorni il “problema” linguistico è rimbalzato ovunque, facendo tuonare
dallo sdegno, in fondo si tratta solo di un’espressione gergale, sgrammaticata,
ma di regionalismi si tratta, finanche l’Accademia della Crusca è stata tirata in
ballo e la tirerei in ballo anch’io, non l’Accademia, ma la CRUSCA per coprire
la “merda” che ricopre i marciapiedi.
Se ci mettessero tanta foga sui social
per indignarsi nei confronti di chi non pulisce i "bisognini" del
proprio cane forse potremmo finirla di alzare sempre gli occhi al cielo rassegnati, in senso figurato ovviamente perché gli occhi bisogna tenerli piantati
a terra per non pestare cacche.
Noi umanoidi senza il timore della sanzione siamo incapaci
di rispettare le regole, in questo caso regole di civile convivenza e di buona
educazione, ma l’educazione non la conoscono di certo gli sporcaccioni che:
- Non ci pensano proprio a raccogliere i bisogni del “loro cane” (non certo quelli di un altro)
- Hanno il sacchetto, ma se nessuno guarda, col cavolo che lo usano
- E poi ci sono gli artisti, quelli che usano il sacchetto e lo lasciano a terra
Quando piove poi camminare sui marciapiedi, nei parchi, nei giardini e sui vialetti condominiali è un’impresa con le cacche sparse dappertutto, ma non credo di dirvi niente di nuovo.
Forse
nuova è l’iniziativa di un comune spagnolo, Brunete: “Non raccogli la cacca? Il Comune te la
consegna a casa”.
L’incubo dei marciapiedi impraticabili ha spinto l’amministrazione
comunale di questa cittadina a sperimentare un progetto tanto originale, quanto
efficace.
Con la collaborazione di un gruppo di volontari e delle telecamere
nascoste quando la cacca veniva lasciata per strada gli uomini del Comune
raccoglievano il bisognino e, dopo averlo incartato, lo recapitavano a casa degli
incivili padroni.
Nel pacchetto insieme alla cacca un biglietto che avvisava: “La
prossima volta arriva una multa da 300 euro”.
Se lasciare sulle proprie strade la cacca, pare non faccia una piega,
fare una figura di “merda” invece non lascia impassibili e nel giro di un mese gli
escrementi sono diminuiti del 70%.
Non sarebbe male prendere esempio dalla cittadina di Brunete
e soprattutto favorire una più completa educazione civica, fin da bambini,
nelle scuole e ancora tramite campagne pubblicitarie che facciano anche “imbarazzare”
gli incivili proprietari di cani.
Questi soggetti non si rendono neanche conto che vivere in
un luogo pulito non è soltanto una questione igienica o di decoro, ma anche di
qualità della vita, sporcizia e malattia sono da sempre legate a doppio filo.
Le feci dei cani possono trasmettere malattie, leishmaniosi, dermatofitosi, brucellosi, tubercolosi, colera, infezioni
alla pelle, alla vista, all'apparato digerente, dovute a parassiti e batteri.
Piscio il cane? Sarebbe meglio ci pisciassero loro, forse
impareremmo la lezione. E comunque preferisco un “padrone” illetterato, ma con
un grande senso civico, a un fine dicitore che considera il suo cane un
compagno di mer(en)da.
- Le immagini in questo post provengono dal Web e sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio.
Cara Santa, ciò che ci ai fatto vedere è purtroppo la realtà, forse gli anomali siamo noi! Cosi detti Umani.
RispondiEliminaCiao e buona serata con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Diamo per scontate troppe cose, Tomaso, e il senso di appartenenza diventa sempre più debole, fermandosi sulla soglia di casa.
EliminaTi abbraccio forte anch'io.
Ah, ah, ah, concordo in pieno, è davvero una cosa inaudita, che non comprendo. Esilarante l'immagine del cagnone che se la raccoglie (e ovviamente non è colpa loro, povere bestie, ma delle bestie dei loro padroni).
RispondiEliminaSecondo me, Alli, questi soggetti non dovrebbero parlare di amore per gli animali e spero non lo facciano. Dal loro comportamento non amano proprio nessuno, neanche loro stessi. Penso che i cani se potessero pulirebbero davvero le strade dove poi tornano a camminare...
EliminaE brava Santa che confeziona un bel post civico, prendendo spunto dalle presunte licenze linguistiche concesse dall'Accademia della Crusca! Un abbraccio, cara.
RispondiEliminaIn questo caso "la lingua batte dove il dente duole", cara Maria. A me duole molto camminare e vedere lo schifo che c'è a terra mentre passeggiano tutti perfettini e alla moda con questi poveri animali al guinzaglio noncuranti di quello che lasciano, nella totale indifferenza.
EliminaQuesto dovrebbe essere virale, un messaggio di civiltà.
Un caro e forte abbraccio anche a te.
A questa gente io toglierei la possibilità di avere un animale con sé: se il rispetto per la natura, per il luogo, per gli altri è questo, chissà come poco amano i loro cani...
RispondiEliminaMoz-
Sottoscrivo, Moz!
EliminaNon sanno neanche cos'è il rispetto e l'amore. Puro egoismo.
Eterno problema quello degli escrementi dei cani. Devo dire che la soluzione di Brunete la trovo geniale!
RispondiEliminaPurtroppo, Daniele, senza una linea dura non siamo capaci di seguire neanche poche e semplici regole, non comprendiamo neanche che si mette a rischio la salute. Molte malattie dovute a batteri e virus sono state debellate grazie alla pulizia.
EliminaAnche secondo me la soluzione di Brunete è geniale, dovrebbero seguirla tutti i comuni, avrebbe anche una ricaduta positiva sulle casse comunali.
Qualche mese fa, tornando a casa, ho trovato due persone che discutevano animatamente davanti a casa mia, erano il vicino magrebino che stava sgridando una signora perché stava andando via senza raccogliere la cacca del cane. E niente, siamo stati lì dieci minuti abbondanti a far discussioni ma la signora è andata via solo dopo essersi decisa a pulire.
RispondiEliminaHo letto solo ora Cri, sta venendo meno anche a me la "buona educazione",scusami. Bravi! Magari si facesse tutti così, molti passano senza curarsi come se la cosa non li riguardasse, si manca di senso di appartenenza e si eccede in egoismo.
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