domenica 31 agosto 2014

“Anime nere”. Alla Mostra del Cinema di Venezia ovazione per Munzi. Quando le anime sono illuminate dalla luce.


Ho visto solo il trailer e non ho neanche  letto il libro. 13 minuti di applausi per Munzi e il suo “Anime nere”. Vorrà dire qualcosa!
La regia forse? O la fotografia? Gli attori? La sceneggiatura?  E la colonna sonora? E vogliamo trascurare l’adattamento del film al libro di Criaco? Fedele al romanzo?  E il set del film, Africo? E questo regista, Munzi? E questo scrittore, Criaco?

Proiettato il film ed è subito partita la polemica. “Qui non ci sono solo anime nere”, dichiara un assessore calabrese. Ma davvero?

Spaccati di un paese pieno di contraddizioni.  Siamo tra i popoli più borderline che esistano, qui l’instabilità è di casa.  Se la ‘ndrangheta e conosciuta anche come la Santa, abbiamo qualche problema d’identità o no? La Santa e i santisti.

dal film "Anime nere"
Una volta l'anno presso il Santuario della Madonna di Polsi si ritrovavano tutte le cosche della Calabria e anche le “filiali” del nord e fuori Italia, uniti nella fede. La religione è sempre presente, radicata nei rituali: si giura sopra i “santini”, si ossequiano le cerimonie. La ‘ndrangheta innanzitutto prega, si legittima nel credo! Anime nere in odore di santità.
Vedete? Anche il c.d. “stato illegale” soffre di disturbi della personalità.

No, pare che “qui non ci sono solo anime nere”, abbiamo molte più cose che vanno al di là della finzione cinematografica. Più radicate e difficili da comprendere. Complesse e rasentanti l’assurdo. 
E’ fantastico sapere che esistono “assessori” a conoscenza di queste grandi verità e aprono dibattiti tanto coraggiosi e articolati. Anche i Palermitani alla proiezione di “Belluscone” grideranno di non essere tutti Ciccio Mira, organizzatore di feste di piazza.
Per fortuna che non tutti sono affiliati alla ‘ndrangheta, lo scrittore Giocchino Criaco è di Africo, lui, pare, scriva libri.


Che scoperta! Magari guardare il film?
Anime nere illuminate dalla luce dei riflettori. Guarderemo un bel film? O magari gli intellettuali torneranno a vivere e ci aiuteranno a comprendere?
E per tutte le altre cose fare una seria autocritica e anche un serio esame delle scelte e degli interventi che andrebbero fatti, perché, a costo di ripetermi, ci sono cose che vanno ben al di là della finzione cinematografica.


Africo vecchio, 1948 - Foto di Tino Petrelli
Pensate che ad Africo vecchio, poco più di cinquant’anni fa, un malato per essere curato veniva caricato su una barella di fortuna e trasportato a piedi  lungo mulattiere e dirupi , attraverso un valico a più di 1300 metri, per  più di sette ore prima di arrivare al paese più vicino.
Anime, il più delle volte, senza scarpe!

Africo vecchio, 1948 - Foto di Tino Petrelli


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