Ho visto solo il trailer e non ho neanche letto il libro. 13 minuti di applausi per Munzi e il suo “Anime nere”. Vorrà dire qualcosa!
La regia forse? O
la fotografia? Gli attori? La sceneggiatura?
E la colonna sonora? E vogliamo trascurare l’adattamento del film al
libro di Criaco? Fedele al romanzo? E il
set del film, Africo? E questo regista, Munzi? E questo scrittore, Criaco?
Proiettato il film ed è subito
partita la polemica. “Qui non ci sono
solo anime nere”, dichiara un assessore calabrese. Ma davvero?
Spaccati di un paese pieno di
contraddizioni. Siamo tra i popoli più borderline che esistano, qui l’instabilità è
di casa. Se la ‘ndrangheta e conosciuta anche come la Santa, abbiamo qualche
problema d’identità o no? La Santa e i santisti.
Una volta l'anno presso il Santuario della
Madonna di Polsi si ritrovavano tutte le cosche della Calabria e anche le
“filiali” del nord e fuori Italia, uniti nella fede. La religione è sempre
presente, radicata nei rituali: si giura sopra i “santini”, si ossequiano le
cerimonie. La ‘ndrangheta innanzitutto prega, si legittima nel credo! Anime
nere in odore di santità.
dal film "Anime nere" |
Vedete? Anche il c.d. “stato illegale” soffre di disturbi della
personalità.
No, pare che “qui non ci sono
solo anime nere”, abbiamo molte più cose che vanno al di là della finzione
cinematografica. Più radicate e difficili da comprendere. Complesse e rasentanti
l’assurdo.
E’ fantastico sapere che esistono “assessori”
a conoscenza di queste grandi verità e aprono dibattiti tanto coraggiosi e
articolati. Anche i Palermitani alla proiezione di “Belluscone” grideranno di
non essere tutti Ciccio Mira, organizzatore di feste di piazza.
Per fortuna che non tutti sono
affiliati alla ‘ndrangheta, lo scrittore Giocchino Criaco è di Africo, lui,
pare, scriva libri.
Che scoperta! Magari guardare il film?
Che scoperta! Magari guardare il film?
Anime nere illuminate dalla luce dei riflettori. Guarderemo un bel
film? O magari gli intellettuali torneranno a vivere e ci aiuteranno a comprendere?
E per tutte le altre cose fare
una seria autocritica e anche un serio esame delle scelte e degli interventi
che andrebbero fatti, perché, a costo di ripetermi, ci sono cose che vanno ben al di là della finzione cinematografica.
Pensate che ad Africo vecchio,
poco più di cinquant’anni fa, un malato per essere curato veniva caricato su
una barella di fortuna e trasportato a piedi
lungo mulattiere e dirupi , attraverso un valico a più di 1300 metri,
per più di sette ore prima di arrivare
al paese più vicino.
Africo vecchio, 1948 - Foto di Tino Petrelli |
Anime, il più delle
volte, senza scarpe!
Africo vecchio, 1948 - Foto di Tino Petrelli |
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