Chi non conosce la storia è condannato a ripeterla.
George Santayana
E poi, che ci piaccia o no... Discendiamo tutti da migranti.
- Piccoli e scuri, puzzano e rubano
«Generalmente sono di piccola
statura e di pelle scura. Molti puzzano perché tengono lo stesso vestito per
settimane. Si costruiscono baracche nelle periferie. Quando riescono ad
avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano
in 2 e cercano una stanza con uso cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10.
Parlano lingue incomprensibili, forse dialetti. Molti bambini vengono
utilizzati per chiedere l'elemosina; spesso davanti alle chiese donne e uomini
anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che
faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al
furto e se ostacolati, violenti. Le nostre donne li evitano sia perché poco
attraenti e selvatici, sia perché è voce diffusa di stupri consumati quando le
donne tornano dal lavoro. I governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle
frontiere ma, soprattutto, non hanno saputo selezionare tra coloro che entrano
nel paese per lavorare e quelli che pensano di vivere di espedienti o,
addirittura, di attività criminali»
Fonte: Ottobre 1919. Dalla relazione dell'Ispettorato per
l'immigrazione del Congresso degli Stati Uniti sugli immigrati italiani.
Questo testo gira in rete e con
alcune modifiche è stato ripreso anche da RaiNews24. Sull’autenticità del “documento”
ci sono parecchi dubbi, ad indagare anche Paolo Attivissimo, giornalista e
cacciatore di bufale, che ne scrisse tempo fa su Il Disinformatico in questo articolo,
giungendo alla conclusione che “Vera o
fasulla che sia, insomma, la citazione rispecchia comunque fedelmente il
sentimento dell'epoca. Se è inventata, è perlomeno verosimile.”
A Ellis Island, nel golfo di New
York, tra il 1880 e il 1915 approdarono infatti milioni d’italiani. L’isolotto
di fronte Manhattan fu per così dire il padre degli odierni Cpt (Centri di
permanenza temporanea), qui fino al 1954, anno della sua chiusura, venivano
ispezionati e smistati gli immigrati che arrivavano in America stipati sulle
navi portandosi addosso storie di
guerre, terremoti, fame o malavita.
La migrazione è questa, gente in
cerca di riscatto e in mezzo a loro, volenti o nolenti, anche i criminali e un
po’ come per i borseggiatori, dove c’è folla possono confondersi e agire
indisturbati.
In sostanza siamo tutti figli di
flussi migratori fin dalla preistoria e in ogni flusso c’è del buono e del
cattivo, ma anche questa volta non è di questo che voglio parlarvi, se usate la
ragione e vi ritagliate un po’ di tempo per leggere la storia dell’umanità
giungerete anche voi alla mia stessa conclusione comprendendo che molto di
quello che si legge e si ascolta è solo strumentalizzazione, a quale fine vi
chiederete, la risposta non è immediata, ma con un po’ di saggezza arriva.
È più facile trarre in inganno una moltitudine che un uomo solo.
Erodoto
Io stessa sono un'immigrata, ho iniziato a 7 anni a scappare con qualche coperta e poche altre cose, conosco bene la perdita, l'intolleranza e il pregiudizio, potrei farne delle conserve con tanto di etichetta.
Ma non è neanche di me che voglio parlare, oggi voglio lasciarvi il sapore di un viaggio, il cammino di un padre che decide di emigrare lasciando la moglie e la figlia per un luogo sconosciuto, estraneo e diverso.
Ma non è neanche di me che voglio parlare, oggi voglio lasciarvi il sapore di un viaggio, il cammino di un padre che decide di emigrare lasciando la moglie e la figlia per un luogo sconosciuto, estraneo e diverso.
Lo faccio con un fumetto
silenzioso, un album che ripercorre le impronte lasciate, lo stupore, la tristezza,
la speranza e l’alienazione di chi parte e approda.
The Arrival appartiene al genere graphic
novel, è un romanzo per immagini frutto della penna di Shaun Tan, illustratore
e scrittore australiano di origini asiatiche, vincitore nel 2011 del Premio
Oscar per il miglior cortometraggio di animazione con Oggetti smarriti (tratto
dal suo libro omonimo).
The Arrival, ripubblicato in Italia da Tenué con il titolo L’Approdo, è un album fotografico universale, perché universale è l’immigrazione. Un lavoro di quattro anni ispirato da storie di immigrati, dagli arrivi a Ellis Island, da vecchie fotografie, è il viaggio nella terra promessa che Shaun Tan racconta con poesia e una grafica eccezionale.
Premio per il miglior album al
Festival di Angoulême nel 2008 e tra gli altri riconoscimenti il premio per il
miglior album straniero nel 2011 al Prix
Urhunden, L’Approdo (The Arrival) “[…] non è mai stato tanto attuale: L’Approdo
parla di migranti, gli stessi che ogni giorno riempiono le pagine dei
settimanali, scaldano i talk show, affollano i telegiornali…
I migranti di Shaun Tan non hanno
una nazionalità, un’età, e nemmeno una meta precisa. Nessuno potrebbe dire da
dove vengono, e nemmeno dove stanno andando… Non si fermano mai. Non hanno
colore, viaggiano in un mondo… che ha rinunciato al sole ma teme ancora la
notte. Come se il presente non esistesse più e il domani non dovesse mai
arrivare…
…i migranti di Shaun Tan non
hanno voce. Gesticolano, aprono la bocca, vivono, ma accanto a loro non ci sono
i baloon bianchi a regalargli la parola, e galleggiano in un silenzio a prima
vista innaturale. Eppure L’Approdo è tutt’altro che un’opera muta: è disegnata
come una fiaba e scritta come una partizione.
Cercate il silenzio e la pazienza
per leggerla, e lasciatela raccontare: vi dirà qualcosa che, in mezzo al
chiacchiericcio di tutti gli altri, ancora non avete potuto sentire.” (da 24ilmagazine,
“L’Approdo” come futuro remoto di Eleonora Marangoni, continua a leggere l’articolo)
E vorrei che prima di salutarci sentiste
anche una voce, certo il silenzio a volte è più rimbombante di un comizio,
sicuramente è più onesto, ma la voce di Egregor, un rapper africano che vive in
Francia, è tonante. Con un testo lucido e potente "canta" la sua Lettre aux Africains
(Lettera agli africani):
[…]
Cerco una possibilità nel Paese
dei diritti umani, della libertà, dove le leggi sono più grandi degli uomini
[…] credi che ci piaccia piegare la schiena?
Non molto tempo fa eravamo re, ora ci tocca correre dietro la Cina. Ci trattano da sanguisuga e approfittatori, ma all’origine dei flussi migratori c’è il sostegno ai dittatori.
Mettono lì dei burattini a tenere in piedi la Francia d’Africa che uccide le popolazioni, crea miseria e apatia.
Se sfido il mare non è per divertimento. Come fai a dire: ognuno a casa propria se a casa mia tu hai il diritto di veto?
Veniamo a prendere quello che
loro ci saccheggiano e torniamo sotto il Mandara
Non vogliamo più la franciafrica,
ma la politica di Sankara
[…]
(da La Bottega del Barbieri, Lettera agli Africani, un rap che taglia la carne come una lama di Antonella Sinopoli, continua a leggere l’articolo)
Alla fine siamo tutti seduti su una grande galera, remiamo tutti da schiattare, puoi mica venirmi a dire il contrario!... Seduti su 'ste trappole a sfangarcela tutta noialtri! E cos'è che ne abbiamo? Niente! Solo randellate, miserie, frottole e altre carognate.
Céline, da Viaggio al termine
della notte.
Commettete gesti d’amore!
- Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio.
Un post importante, importante anche perché di questi tempi controcorrente visto il tema di cui hai scritto e come lo hai trattato. Un post dei tuoi dove la cultura è al servizio della denuncia e non di un mero esercizio di stile e sfoggio di vuota conoscenza. Brava Santa!
RispondiEliminaGrazie Daniele. A volte ci sfugge la realtà e tiriamo in ballo la storia a nostro comodo. Bisognerebbe avere "la coerenza" di ricordare chi siamo e da dove veniamo...
EliminaChe fantasia e romanzo o pensiero reale, non si discosta da quello che è stato e che è ancora.
RispondiEliminaI migranti, italiani o no, sono sempre andati alla ricerca di lavoro per togliersi la fame. In mezzo a loro, anche la delinquenza ma saper distinguere non è co sì facile. Solo col tempo si può capire quale è la percentuale di uno e dell'altro.
Il grande Immenso problema è che noi italianii per primi non vogliamo più ricordare dei nostri avi che son partiti per la Merica per sfamarsi.
Complimenti per il post!
Grazie mille Patricia. Questo fumetto con il suo silenzio racconta più di mille parole. Siamo tutti frutto di grandi migrazioni da molto prima di Cristo. La percezione però negli umani è sempre circoscritta al proprio orticello.
EliminaE poi noi italiani in tema di "esportazione di criminalità" siamo gli ultimi a dover parlare...
Per fortuna non migra solo quella, ma anche tante "risorse".
Cara Santa, purtroppo l'ignoranza fa dire delle cose senza senso, tutti noi si dovrebbe pensare che già alla fine dell'ottocento milioni di italiani anno lasciato la l'Italia per cercare fortuna altrove, ora la cosa si ripete!!!
RispondiEliminaCiao e buon inizio della settimana con un forte abbraccio.
Tomaso
Ci vorrebbe la tua saggezza Tomaso da diffondere.
EliminaA volte per ragioni "politiche" fa comodo non ricordare. Troppi interessi in ballo.
Un forte abbraccio anche a te.
Post attualissimo e interessante.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Grazie Cavaliere. Se le parole hanno poca presa, magari un fumetto può aiutare a riconsiderare i pensieri.
EliminaUn caro saluto anche a te.
Non solo siamo tutti migranti -cosa devo dire io che sono arrivato qui il 24 maggio 1971 e non me ne sono mai andato? Mai lavorato in fabbrica, na und? Mai abitato in baracca, na und? Ma annusato la miseria addosso alla gente , ja sicherlich addosso alla gente, appreso i loro dialetti come la lingua del luogo, ma mai dimenticato il mio dialetto, perché il romanesco è il più facile. Dici? Perché tu lo parli come me?- Non solo tutti migranti, dicevo, ma tutti africani, perché le scimmie che discesero dagli alberi qualche milione di anni fa ed iniziarono a camminare erette dando origine agli ominidi, discesero dagli alberi delle foreste africane andati in fiamme per colpa di un asteroide o dei suoi detriti.
RispondiEliminaNon dovremmo dimenticarcene, perché troppi arricciano il nasino in presenza di un negro. Esclusi gli americani, che i negri sono andati a catturarli in Africa e se li sono portati a casa per farli lavorare come schiavi e adesso li vorrebbero tutti morti.
Se avessimo una migliore memoria forse potremmo meglio capire perché questa gente rischia la vita pur di arrivare da noi. Ciò che non smuove un trattore riesce a smuocere la fame.
Caro Vin hai detto bene: "Se avessimo una migliore memoria forse potremmo meglio capire perché questa gente rischia la vita pur di arrivare da noi. Ciò che non smuove un trattore riesce a smuovere la fame" e anche la guerra.
EliminaCome se le navi o i treni della speranza fossero stati tanto diversi da un gommone.
Forse le arti figurative potrebbero aiutarci a ricordare le pagine tristi dei nostri migranti. E a riconsiderare, non chi "approda", chi gestisce gli approdi.
È bellissimo L'approdo! Ultimamente staano uscendo molte letture sull'argomento migranti, soprattutto per bambini; io in libreria li metto sempre ben in vista e li propongo ogni volta che mi chiedono consigli ma porca miseria c'è davvero tanto da fare, le persone sono davvero stupide e rincitrullite dalla tv.
RispondiEliminaFantastico Cri, spero trovi posto anche L'Approdo. Ci sono libri che andrebbero riproposti periodicamente.
EliminaLa Tv andrebbe censurata spesso e volentieri ahahahahah
Sembra che i flussi migratori sono nati oggi e che l'unica soluzione sia rimandarli nei territori che noi teniamo da secoli in scacco.
Sappiamo tutti leggere e scrivere, ma comprendere e soprattutto voler conoscere e capire è ben altro.
Ci vorrebbero più librerie, persone come te e "butta dentro" (in libreria ovviamente) ;)
Grande Cri!