L'estate mediterranea con i suoi
celi smaltati, gli odori dell’orto, i colori della frutta, fa venire voglia di
lasciarsi andare ai profumi, abbandonarsi ai piccoli piaceri del vivere con
lentezza e fa soprattutto venire voglia di organizzare cene tra amici, magari
su un terrazzo affacciato sul mare… Che atmosfera perfetta!
Cucinare insieme, chiacchierare,
grandi piaceri da condividere e ospite d’onore il cibo con i suoi prodigiosi
“strapiombi sensoriali” che nella nostra bocca si trasformano in “estasi
culinarie”.
Il primo passo sarà creare la
lista della spesa per realizzare una ricetta saporita e stuzzicante.
INGREDIENTI
Amici q.b.
Un terrazzo
Una cucina
Un paesaggio
L’orto a km 0
PREPARAZIONE
DEL FOODBOOK
Prendete il libro CIBO,
NATURA ABITARE, una produzione
Gelsi Rossi farm, a cura dell’architetto Pino Scaglione, poi legatelo con la Pro
Loco di Scilla (RC), con un Laboratorio Permanente di Cultura
Sostenibile, Pensando Meridiano e il suo progetto librAre, con due chef
d’eccezione, Umberto Di Marco e Fortunata Briganti, e annodate
tirando bene, in modo che la forma non venga alterata dalla “cottura”.
Su un terrazzo capiente, la
Terrazza dell’Hotel Le Sirene a Scilla, fate mantecare uno specchio
d’acqua al tramonto e unite il libro, sfumate con le luci e il vociare degli
invitati.
Nel frattempo preparate il
contorno: limoni, ricotta, pomodori,
mandorle, melanzane, alici, “stroncatura” e non dimenticate di
“spinnare” (“spennare” le foglie) il basilico.
Fate mettere comodi gli amici e
servite il libro ben irrorato di sugo per poter intingere con gusto il pane
fragrante di casa… Il vino sceglietelo con cura e alla giusta temperatura per
non alterare i sapori.
“Il buon cibo come cura e terapia, il paesaggio come risorsa del
benessere, la natura come amica vicina e affidabile, la campagna come
riscoperta di sapori e tempi diversi. Uno sguardo alla tradizione, uno
all’inventiva…”, con queste parole si apre, nel risvolto di copertina, “Cibo,
Natura Abitare”, edizioni LISt Lab (qui), I° volume di una collezione curata dall’architetto Pino
Scaglione (qui), una
selezione di ricette, paesaggi, case, orti, tra memorie familiari e “il gusto
di una certa, smarrita, lentezza”, frutto
di ricerche durate circa due anni nella Farm Gelsi Rossi ad Acri (CS).
Quelli raccontati da Pino
Scaglione sono i luoghi della Calabria e del Mediterraneo, sono i suoi
sapori, perché come scriveva il geografo francese Jean Brunhes: “Mangiare, è incorporare un territorio.”
Pino Scaglione presenta il suo volume, accanto Consuelo Nava - Sulla destra Angelo Marra vicepresidente Pro Loco Scilla e Giuseppe Mangano presidente Pensando Meridiano |
Quasi a risvegliare la memoria di
questa evidenza sopita l’architetto Consuelo Nava (qui), nel presentare e aprire
l’evento Foodbook, ha letto la
motivazione che ha portato nel novembre del 2010 l’UNESCO a riconoscere la Dieta
Mediterranea Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità.
[…] "La Dieta Mediterranea è molto più che un semplice alimento. Essa
promuove l'interazione sociale, poiché il pasto in comune è alla base dei
costumi sociali e delle festività condivise da una data comunità, e ha dato
luogo a un notevole corpus di conoscenze, canzoni, massime, racconti e
leggende. La Dieta si fonda nel rispetto per il territorio e la biodiversità, e
garantisce la conservazione e lo sviluppo delle attività tradizionali e dei
mestieri collegati alla pesca e all'agricoltura nelle comunità del Mediterraneo.
[…]".
L'architetto Consuelo Nava |
È un patrimonio incommensurabile,
di cui Pino Scaglione, architetto-urbanista, professore di Progettazione Urbana presso
l’Università di Trento, ci propone un ricco assaggio nel suo volume tra scatti
fotografici e ricette.
Dal libro Cibo, Natura Abitare a cura di Pino Scaglione |
Un patrimonio di storie che non
devono essere perdute, “Cibo, Natura Abitare” “…ripercorre
una storia di famiglia, di sapori, di memoria, di culture, di amicizie, che
intorno al cibo trovano ancora oggi una forte identità soprattutto in Calabria
che ahimè ha smarrito invece altre forme identitarie nei luoghi e nei paesaggi
alterati”, mi spiega durante una piacevole chiacchierata Pino
Scaglione, è “il tentativo di far
conoscere attraverso il cibo, che oggi è diventato un veicolo potente di
messaggi anche di altro tipo, una
Calabria ancora sana, significativa, importante. Far conoscere una
tradizione che spesso viene rivisitata da giovani chef che riprendono vecchi
elementi del passato e li riaggiornano, sempre con questo approccio che è di
natura culturale.”
Sono proprio le ricette di “Cibo,
Natura Abitare” ad essere state realizzate e rivisitate dallo chef Umberto Di Marco, con la
collaborazione dell’amica chef Fortunata Briganti, per gli ospiti
di Foodbook.
L'architetto Pino Scaglione tra gli chef Umberto Di Marco e Fortunata Briganti |
In una cucina casalinga Umberto
Di Marco, chef di “A Campagnola” (qui),
ha dimostrato come l’alta cucina può essere realizzata non solo con gli “umili”
prodotti dell’orto, ma con l’amore e i pochi e semplici strumenti che usavano le
nostre nonne.
Ad avere due chef di fronte non
ho potuto resistere, dovevo togliermi qualche curiosità, soprattutto di questi
tempi in cui si moltiplicano in televisione i programmi di cucina spettacolo e gli
chef sono in prevalenza uomini.
Che il cibo sia momento di
aggregazione lo ribadisce anche l’UNESCO e in periodi di crisi come quella che
stiamo attraversando la cucina ci “distrae” e sembra apparire l’unica cosa
certa e rassicurante, ma lo chef Di Marco non esita a bacchettare la
TV e il web: “Tutto quello che c’è in
televisione è solo illusione, fa credere a chiunque di poter essere chef in
un anno o in due mesi. Saper cucinare richiede un’esperienza di anni. Un cuoco deve prima
imparare a lavare una pentola, saper riconoscere un taglio di carne, selezionare
e capire la qualità degli alimenti. Invece sta crescendo un genere in cui tutti
pensano di diventare chef. La cucina non s’improvvisa in un mese e poi occorre
dirlo, non si finisce mai d’imparare!”
Lo chef Umberto Di Marco al Foodbook |
E sull’egemonia maschile nelle
cucine dei ristoranti Fortunata Briganti, Lady chef di “La
locanda di Marcello” (qui), ha la
sua opinione: “Le donne si valorizzano
poco, non si vogliono fare conoscere… anche il luogo comune che le donne non
resistono allo stress è una storiella. Sono ai fornelli dall’età di 17 anni,
oggi ne ho 50 ed ho resistito benissimo allo stress, occupandomi della famiglia
e dell’azienda con energia e rigore”.
La chef Fortunata Briganti fa parte
del sodalizio nazionale Lady Chef, un'associazione della FIC
(Federazione Italiana Cuochi) nata con l’intento di eliminare qualsiasi
pregiudizio che ostacoli la parità uomo-donna anche tra i fornelli.
Una parità che lo chef Di
Marco difende affermando: “L’ho
voluta accanto non solo perché è un’amica e rappresenta Scilla, ma è una grande
professionista. La donna sta prendendo più coscienza solo ora delle sue qualità,
e bisogna ammettere che molte di loro sono indubbiamente più straordinarie di
alcuni chef.”
Anche qui il cibo ribadisce ancora
una volta la sua forza culturale come identità non solo di gruppo, ma anche di
genere e l’evento Foodbook è riuscito a mescolare con equilibrio tanti
ingredienti per realizzare un piatto davvero gustoso.
Aldo Bergamo presidente della Pro Loco Scilla |
Foodbook ha inaugurato una serie di iniziative
legate al territorio, ma soprattutto al patrimonio d’identità e saperi che lo
contraddistingue, portate avanti dalla Pro Loco di Scilla (RC) e dal suo
presidente Aldo Bergamo con il vice presidente Angelo Marra. L’incontro
è stato curato dai makers di librAre dell’associazione Pensando
Meridiano (qui), con lo
spirito creativo e di condivisione che li contraddistingue in ogni “incursione”
socio-culturale, sulla Terrazza dell'Hotel Le Sirene (qui) a Scilla, affacciata su quel mare che vide passare Ulisse, un mare a dir poco incantevole e seducente.
La maker Alessia Battaglia con i segnalibri realizzati per il Foodbook |
Beninteso, e per fortuna, il cibo,
dal libro “Cibo, Natura Abitare” di Pino Scaglione, attraverso le sapienti
mani dello chef Di Marco e la collaborazione della Lady chef Briganti,
senza dimenticare quelle del giovane Umberto che ha servito ai tavoli, è
passato nelle nostre bocche.
Umberto |
Vi assicuro che in alcuni momenti
ho vissuto davvero una furiosa sensazione, dalla “stroncatura”,
la pasta dei poveri realizzata con i residui di crusca della molitura del grano,
all’esplosione di gusto e profumo del basilico caramellato, fino al cannolo.
Direte: beh il cannolo lo conosciamo benissimo! E no! Non credo, se dopo
averlo mangiato vi svelano che la cialda è stata realizzata con una sottile
fetta di melanzana impanata e nel ripieno c'è anche il basilico.
Le cialde di melanzana per la realizzazione dei cannoli |
Che la melanzana e il basilico siano la regina e il re indiscussi dei piatti estivi al Sud è noto, ma ancora una volta sono riusciti a
stupirmi per la loro enorme versatilità. Purtroppo lo chef Di
Marco è stato vago nella ricetta, dando solo ermetici indizi.
I cannoli realizzati con le cialde di melanzana |
E come ha detto Francesco
Malara, conduttore di Portanova Direzione Sud lo storico programma di Radio
Antenna Febea, nel salutarmi:
“La strada del dolce è proprio imprevedibile!”
- Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio
Quanti bei ricordi cara Santa mia, quando la condivisione del desco era proprio di casa qui da me.Con certe " essenziali " mancanze , questo è venuto meno, all'inizio con un dolore feroce e poi arriva il gioco dell'abitudine e allora si va avanti...
RispondiEliminaMa come non ricordare le serate con le stelle , le lucciole e la luna, la piscina vicino subito dopo pranzo con l'acqua illuminata che sembrava latte, le tavolate allegre piene di prodotti liguri genuini e diversi,l'appetito che se anche era poco diventava immenso,le risate, i profumi della terra e dell'orto che salivano a compiacerti, il mare che si vedeva in distanza.Ora quasi tutto è sparito , esiste, ma trascurato e le serate conviviali perdono il posto e si trasformano in pranzi o cene fatte in fretta senza piacere coni doveri in prima linea.
Come capisco ciò che scrivi e come spesso la vita girato l'angolo ti fa cambiare svolta...
Speriamo si riesca a migliorare..
Un bacio speciale!
Ti capisco e ti sono vicina Nella, "le mancanze essenziali" modificano la nostra vita. Questo libro poi è raccontare e legare al passato, alle cose perdute che rivivono anche in una ricetta. Come dico a volte:"Non mettete sale, ci penso io." E comunque hai molte belle persone di sicuro che ti vogliono bene, approfitta di una sere d'estate per regalarti una ricetta di vita.Visto che lavori devo dirti buon lavoro, ma se riesci a ritagliarti piccoli spazi respirali. Buon ferragosto. Con affetto, ti abbraccio forte :**
EliminaEcco, queste sono le cose belle dell'Italia. Se immagino un posto dove vorrei essere adesso, l'Hotel Le Sirene di Scilla, già solo per il nome, è senz'altro in cima alla classifica :-)
RispondiEliminaE poi Silvia è proprio sul mare e di notte con le luci è un incanto. Chissà che tu non riesca a venire... ti aspetto.
EliminaPer ora ti auguro Buone vacanze e a presto :**
la mia è un'estate di sperimentazioni culinarie e anche di recupero di vecchi sapori lombardi. alla fine è uscito il figlio di essere nipote e pronipote di ristoratori e albergatori.
RispondiEliminaChissà And, magari ci stupisci con un libro di cucina e memorie... Un abbraccio :**
Elimina... a me è venuta una gran acquolina in bocca...
RispondiEliminaTi capisco Semola, e non hai sfogliato il libro. Tra colori, ricette e paesaggi viene proprio voglia di "mangiare". Sono sicura che nel tuo giardino oltre la frutta ci sia anche un piccolo orto e con l'orto la cucina è una reggia. Un caro saluto :**
EliminaSulla dieta mediterranea siamo d'accordo tutti, direi, e la convivialità è un valore aggiunto. Eppure se ricordo certi pranzi lunghissimi della mia infanzia, mi viene spontaneo cercare un posto dove nascondermi! Mi piace l'idea di preparare tutti assieme il pasto quotidiano, poi sedersi a tavola a mangiarlo. Solo un'idea, perché in realtà mangio poco ;) Però devo dire che sto incominciando a provare piacere nel cucinare, mi piace sperimentare, ma anche scoprire di avere già ricette collaudate. Interessante comunque l'approccio del libro, anche se in generale non mi piacciono gli chef (e non solo quelli della tv, che non guardo), perché per me cucinare è mangiare. In conclusione mi trovo pienamente d'accordo col geografo: "mangiare è incorporare un territorio": D
RispondiEliminaGrazie Santa per la tua curiosità!
E alcune tue ricette sono buonissime Elle, le ho già sperimentate :)
EliminaIo è da molto che non organizzo "tavolate", questa serata infatti è stata davvero piacevole per lo stare insieme e per il luogo meraviglioso.
I due chef che ho conosciuto mi sono piaciuti molto, cordiali, genuini ed è stato un piacere vederli lavorare in una semplice cucina con i prodotti che usiamo tutti i giorni. Un caro saluto :**
P.s. Io in certi lunghissimi pranzi non mi nascondevo, restavo in un "muto silenzio" ;)
Reportage stuzzicante al profumo di basilico, erbetta aromatica che amo! Un abbraccio agostano, ricco di fragranze mediterranee!
RispondiEliminaGrazie Maria, in effetti la cucina era inondata di profumo mentre "spinnava" il basilico e non ti descrivo la sensazione in bocca delle foglie caramellate, una delicata goduria. Buon ferragosto anche a te carico di profumi :**
Elimina