mercoledì 10 febbraio 2016

Le imprese “eretiche”: Massimiliano Capalbo e Orme nel parco. Cronache da Gotham 1/3



Visto che per il 2016 ho scelto il verbo “fare” (di cui c’è un gran bisogno), il “do it” per essere meno provinciali, nel parlare della città che abito, e dintorni, sto provando a raccontarvela con le storie di chi la città la vive e soprattutto la fa, voce del verbo fare, appunto!

Si potrebbe stare seduti ad aspettare Batman, oggi, domani, dopodomani, il rischio è aspettarlo all’infinito, allora se è vero, come lo è, che “Non è essere Batman che ti rende un uomo degno; è esattamente il contrario.”, ognuno di noi può, se davvero lo vuole, fare i conti con la propria realtà senza bisogno della maschera ed essere un uomo “degno”.

Il primo passo per far sì che i conti tornino è scardinare i recinti in cui ci hanno o ci siamo rinchiusi e anche qui non è l’avere le ali che ci fa superare le palizzate.

"La terra dei recinti" (Rubettino editore) è anche titolo  e contenuto del libro di Massimiliano Capalbo imprenditore eretico calabrese.




Massimiliano Capalbo insieme a Giovanni Leonardi ha aperto in Calabria, a Zagarise in provincia di Catanzaro a 1600 metri di altezza, il primo Parco Avventura Eco-esperenziale, Orme nel Parco qui

Contravvenendo all’idea di un Sud incapace e passivo, Capalbo, e non è il solo, chiariamoci, il gruppo è nutrito, ce ne sono parecchie di “fiammelle eretiche”, come le chiama Capalbo, fra un po’ vi spiego anche il perché di questo appellativo; dicevo, per riprendere il discorso, Massimiliano Capalbo supera gli ostacoli di questa terra, vittimismo, paura, complesso d’inferiorità, assistenzialismo, diffidenza e punta le sue energie su due fronti: le ricchezze della Calabria e le capacità personali. Intorno a questi due elementi cardine vanno ovviamente aggregati altri fattori, come lui stesso rimarca più volte: la competenza, la curiosità, l’etica e la rete, ossia creare interazioni, scambi e soprattutto una forte collaborazione. Un mix che porta di fatto a superare gli alibi di questa terra per non agire, non fare.

Bisogna cioè, come scrive nel suo libro “La terra dei recinti”, adottare un metodo pull: “far emergere, dunque di tirare, estrapolare, mettere sotto i riflettori, far venire fuori ciò che già esiste nei territori e ciò che possiede le potenzialità per esistere domani: saperi, intelligenze, risorse, culture, idee, passioni, tradizioni, arte.


Giovanni Leonardi e Massimiliano Capalbo - Cortesia Orme nel Parco

Un libro può anche trasformarsi in manifesto se oltre a raccontare “dei recinti”, mostra anche come abbatterli o quantomeno ne indica una delle possibili strade per farlo.  E se a far cadere questi limiti non è solo Massimiliano Capalbo, ecco allora che l’idea si fa progetto, realizzazione e diventa gruppo.

Ad accorgersene anche Il Sole 24 ORE, il quotidiano economico più diffuso in Italia: «Ci sono aziende in Calabria che non temono la desertificazione industriale né la decrescita economica. Nemmeno i dati Svimez. Sono piccole realtà ispirate a modelli di business alternativi: non seguono la logica stringente del profitto, fanno poco affidamento sui finanziamenti pubblici e lavorano anche per lo sviluppo professionale e umano dei propri collaboratori. Si definiscono imprese eretiche […]»  leggi qui

Perché “eretiche”? Ve lo siete chiesto, no?
- Eretiche perché condividono il progetto di Ereticamente.

“Ereticamente nasce nel 2010 da un’idea di Massimiliano Capalbo e Nuccio Cantelmi. E’ un progetto open source, aperto e libero, a disposizione di tutti coloro che desiderano contribuire alla sua sopravvivenza e diffusione nella società senza strumentalizzazioni.”




[…] “Essere eretici impone di scavare dove ci dicono che non c’è nulla da scavare, di parlare quando tentano di zittirci, di sollevare le coperte della (dis)-informazione main stream. Ma, soprattutto, essere eretici oggi vuol dire: condividere, partecipare, appassionarsi. Vivere.
Ecco le parole magiche in tutta la loro potenza evocativa: condivisione, partecipazione, passione.
E, prima di tutto, ricerca…”  qui

Queste “fiammelle eretiche” dimostrano che è possibile fare impresa in maniera etica e virtuosa.

Orme nel Parco è appunto una di queste realtà. Il parco è stato realizzato nel 2008 a Zagarise (CZ), aprendo la pagina del Comune si legge: "… a sinistra della Silia si trova la città di Zagarise, in un luogo piuttosto elevato, nei pressi dei boschi della Sila; il suo nome significa cosa utile…” qui.  

L'“utilità” è stata colta da Massimiliano Capalbo insieme all’amico Giovanni Leonardi; è l’inizio di un avventura, nel 2003 creano l’impresa turistica “Orme nel Parco”  e a bordo di una jeep organizzano escursioni nel territorio della Presila catanzarese, fino alla scoperta di una zona “tanto bella quanto selvaggia” a Tirivolo qui

Percorsi acrobatici - Cortesia Orme nel Parco

Nell’altipiano della Sila Piccola in un’area “priva di corrente elettrica, copertura telefonica e servizi di alcun genere, distante dal primo centro abitato circa 20 km e caratterizzata da condizioni climatiche estreme”, dove “nessuno avrebbe scommesso un euro”, racconta Massimiliano Capalbo, realizzano il primo Parco Avventura della Calabria divenuto, nel 2014, Eco-esperienziale.


Esperienze eco-sensoriali - Cortesia Orme nel Parco

“Un parco di tre ettari immerso in un bosco di faggi, nel cuore del Parco Nazionale della Sila, in uno degli scenari più suggestivi e incontaminati… si possono vivere esperienze eco-sensoriali nella natura che coinvolgono tutti e cinque i sensi: udito, vista, tatto, olfatto e gusto. Attraverso l’uso di dispositivi di protezione forniti in dotazione, che consentono di muoversi in totale sicurezza, è possibile effettuare dei percorsi acrobatici tra gli alberi con giochi che si differenziano tra loro per il livello di difficoltà o sollecitare il fattore psico-motorio attraverso il controllo dell’emotività con l’arrampicata sportiva…” qui


Percorso nero - Foto Tripadvisor

Secondo le analisi effettuate dal prof. Stefano Montanari e dalla dott.ssa Antonietta Gatti, massimi esperti di Nanopatologie, all’interno del parco si respirerebbe l’aria più pulita d’Europa, “così pura da essere paragonata all'aria del Polo nord” (Ansa). qui

E sono proprio queste ventate di aria pura che servono a Gotham, non a caso l’incontro con Massimiliano Capalbo, e i prossimi che vi racconterò (solo una piccolissima parte mi perdonerete), sono stati pensati voluti dall’associazione/laboratorio Pensando Meridiano (qui) all’interno dei Corsi di formazione della Provincia di Reggio Calabria per Operatore e Promotore per il turismo eco-compatibile ed ecosostenibile, e City Makers per l’innovazione urbana sostenibile per la città metropolitana di Reggio Calabria, la prima qualifica professionale sul "city making", sollecitata da Pensando Meridiano e  che la Provincia di Reggio Calabria ha recepito e promosso con i corsi.

Massimiliano Capalbo durante l'intervento ai corsi CFP

Beh, se ho conosciuto questa vivace e attiva realtà lo devo proprio all’incontro con il dott. Fortunato Battaglia, Responsabile del Servizio Coordinamento CFP della Provincia, è stata proprio la sensibile “accoglienza” di Nuccio Battaglia e la sua presentazione dei corsi, dove ha posto l’accento al loro valore, ad aprirmi questa finestra, altrimenti non sarei qui a raccontarlo.

Corsi finalizzati, sicuramente al lavoro, ma prima di ogni altra cosa a creare un’educazione del “fare”, una cultura sostenibile, a dotare i giovani di un bagaglio di conoscenze dirette e indirette e di strumenti  validi per scardinare i “recinti” di cui scrive Massimiliano Capalbo.

Necessari in quest’ottica le testimonianze dei “casi virtuosi”, come dice il presidente di Pensando Meridiano Giuseppe Mangano: «di ciò che funziona, di ciò che deve essere trasferito affinché possa essere replicato».

Giuseppe Mangano consegna al sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà e alla città il premio "Smart Communities" vinto dall'associazione Pensando Meridiano - da sinistra Daniela De Blasio, consigliera provinciale pari opportunità, il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il presidente di Pensando Meridiano Giuseppe Mangano, l'architetto Consuelo Nava, il presidente Confindustria Giovani Angelo Marra - Ph Alessia Palermiti

Delle “ricadute” sul territorio delle azioni che facciamo ne è fermamente convinta l’architetto Consuelo Nava, anima di Pensando Meridiano, «Abbiamo bisogno di creare dei modelli da imitare, che siano prima di tutto culturali e di pensiero» spiega «delle reti, non funzionali a qualcosa o a qualcuno, ma funzionali a passarsi le informazioni e le esperienze, a co-produrre, non a co-progettare, quella della co-progettazione è una storia che dura da trent’anni, e poi non si produce nulla, quindi c’è uno spreco delle intelligenze, storie che non accadranno mai! “Abbiamo fatto insieme”, è questo che serve!»



L'architetto Consuelo Nava durante l'intervento a Rete Innovazione Sud

Consuelo Nava, docente universitaria e “tra le maggiori esperte in Europa di politiche urbane per lo sviluppo sostenibile”, -ErgoSud il suo blog qui-, è una visionaria.

Visionaria nel significato di “colei che sa perché ha visto”. Per andare a fondo nelle cose occorre conoscere bene la complessità della realtà in cui si vive, saperla decifrare, percepirne le difficoltà e allo stesso tempo avere una forte capacità di astrazione, e lei riesce a farlo con intelligenza e metodo ed è sicuramente “perché ha visto” che sostiene con forza 
“che per fare impresa occorrono le persone, le tattiche e occorre lavorare insieme.”

Da qui gl’incontri collaborativi, anch’essi “tattiche”, con relatori provenienti da tutta Italia, con esperienze non solo nazionali, ma anche internazionali, con professionalità diverse e approcci diversi di fare impresa e cultura. Ed è proprio grazie all'approccio culturale e sentimentale dei relatori che all’interno dei corsi si può “garantire una conoscenza aperta”.

La professoressa Nava durante un seminario ai corsi CFP - Cortesia Pensando Meridiano

Usando le parole di Consuelo Nava, soprattutto un termine che a me è piaciuto molto, “non servono solo i manuali (per trasferire conoscenze e formazione), occorre un “archivio umano” fatto di interlocuzioni, di esperienze, di cose meravigliose del nostro territorio”

Questo “archivio umano”, un piccolo frammento, è il vero protagonista di questi diari di viaggio, pensate a me come ad un anonimo “io narrante”, il prologo lo trovate nel post del 14 gennaio 2016 qui

E come scrive Massimiliano Capalbo:
“Agisco, nel mio piccolo mondo, cercando di gettare ponti attraverso legami deboli, per continuare a veder pulsare la rete, per continuare a farne parte responsabilmente…”


  • Le immagini in questo post provengono dal web e sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio. 


4 commenti :

  1. Molto interessante e grazie per averlo raccontato.

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    1. Mi fa piacere And se sono riuscita a mostrare "esperienze buone", modelli da imitare. E sono felice che tu lo abbia letto e condiviso, so che mi comprendi quando dico che si ha bisogno di farsi contagiare...

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  2. Bravi, che energia, che voglia di fare! E ancora complimenti a te, cara Santa, per il tuo fiuto nel saper trovare dappertutto quello che inferno non è (cit.).

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    1. A quest'ora sarai già in Italia Silvia, bentornata!!!
      Avrò il fiuto, ma la lumaca è un velociraptor al mio confronto :)))
      Vabbè periodi!
      Un concetto d'impresa che mi piace, non vedo l'ora di farti apprezzare le altre realtà. Presto, alla mia velocità ;)

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