«... gli uomini conserveranno le poesie… se ne avranno bisogno,
le troveranno da soli,
trovano sempre quello
di cui hanno bisogno»
|
Un tonfo cauto e sordo – un frutto
dal ramo s’è staccato via –
tra l’incessante melodia
del bosco
che riposa muto…
1908
Tende l'udito una vela sensibile,
lo sguardo si dilata e si fa vuoto,
e afono varca un mare di silenzio
il coro degli uccelli a mezzanotte.
Io, come la natura sono povero,
e ho la semplicità che hanno i cieli,
e la mia libertà è illusoria come
le voci, a mezzanotte, degli uccelli.
Dinanzi agli occhi ho questa luna esanime
ed un cielo più smorto di un lenzuolo;
è un universo, il tuo, malato e strano,
ma
sono, o Vuoto, qui pronto ad accoglierlo.
1910,1922(?)
Osip Mandel'štam Varsavia, 15 gennaio 1891 – Vladivostok, 27 dicembre 1938 |
Viviamo senza più avvertire sotto di noi il paese,
a dieci passi le nostre voci sono già bell’e sperse,
e dovunque ci sia spazio per una conversazioncina
eccoli ad evocarti il montanaro del Cremlino.
Le sue tozze dita come vermi sono grasse,
e sono esatte le sue parole come i pesi d’un ginnasta;
se la ridono i suoi occhiacci da blatta
e i suoi gambali scoccano neri lampi.
Ha intorno una marmaglia di gerarchi dal collo sottile.
I servigi di mezzi uomini lo mandano in visibilio.
Chi zirla, chi miagola, chi fa il piagnucolone;
lui, lui solo, mazzapicchia e rifila spintoni.
Come ferri di cavallo, decreti su decreti egli appioppa -
all’inguine, in fronte, a un sopracciglio, in un occhio.
Ogni messa a morte, con lui, è una lieta
cuccagna
ed un ampio torace di osseta.
Novembre 1933
Foto segnaletica di Mandel'štam del 1938, all'epoca del suo secondo arresto |
[…] Osip Mandel'štam, avendo egli visto con i suoi occhi, durante un viaggio in Crimea, gli effetti devastanti della collettivizzazione forzata e lo sterminio dei kulaki, e pur avendo assistito anni prima alla fine che il regime aveva fatto fare a Gumilëv, riuscì ad essere più “acmeista” dell’amico fucilato e a Stalin – come si può leggere in questo suo epigramma – disse con coraggio tutto ciò che aveva da dire.
Osip Mandel'štam fu arrestato pochi mesi dopo aver
scritto questa poesia ma non venne subito eliminato: il dittatore baffuto non
poteva mostrare di nutrire sentimenti di vendetta verso un misero insetto come
quel povero poeta e, anzi, volle mostrare, sulle prime, la sua magnifica
clemenza. Ma dopo poco Mandel'štam fu inviato al confino negli Urali, poi a
Voronež, quindi, nell’estate del 1938, fu nuovamente arrestato, processato e
condannato a cinque anni di lavori forzati: morì di stenti e di freddo in un
campo di transito, il gulag di Vtoraja Rečka, nell’inverno seguente.
“E sopra il bosco quando fa sera
s'alza una luna di rame;
perché mai così poca musica,
perché mai un tale silenzio?”
Osip Mandel'štam, dalla sua prima raccolta poetica, “La pietra (Камень
- Kamen')”, pubblicata nel 1913.
Da Canzoni contro la guerra qui
Lo dirò in brutta copia, a fior di labbra,
ché non è ancora venuto il momento:
il gioco del cielo irresponsabile
si attinge col sudore e l’esperienza…
E sotto il cielo dimentichiamo spesso
- sotto un purgatoriale cielo effimero -
che il felice deposito celeste
è una mobile casa della vita.
9 Marzo 1937
Le tue gracili spalle si arrosseranno sotto fruste e flagelli,
si arrosseranno sotto fruste e flagelli, bruceranno nel gelo.
Le tue mani infantili alzeranno pesanti ferri da stiro,
alzeranno pesanti ferri da stiro, e legheranno spaghi e fili.
I tuoi teneri piedi cammineranno sul vetro scalzi,
cammineranno sul vetro scalzi, e nella rena fra rosse
chiazze…
E io per te brucerò come una candela color pece,
brucerò
come una candela, e non oserò dir preghiere.
1934
L'Età d'Argento della letteratura russa comprende le opere letterarie scritte e pubblicate tra la fine del XIX secolo e il 1930. Tale periodo coincise con lo sviluppo del movimento simbolista. Il termine Età d'Argento fu suggerito dal filosofo Nikolaj Berdjaev, ma è diventato di uso comune solo nel 1960. I "Versi sulla Bella Signora" del poeta Alexander Blok, figura di spicco di questo periodo, si può dire segnino l'inizio di questa Età.
Per la tua gioia accetta dalle palme
di queste mani un po’ di sole e miele:
ce l’hanno ingiunto le api di Persefone.
Non si può udire l’ombra calzata di pelliccia,
o staccare da riva la barca senza ormeggi,
o vincere il timore nel folto della vita.
Tutto quel che ci resta sono baci
villosi come le giovani api
che muoiono, volate via dall’arnia.
Frusciano nella giungla diafana della notte,
gli è patria il fitto bosco del Taigeto,
si nutrono di tempo, polmonaria, mentastro.
Per la tua gioia accetta questo dono barbarico:
un’arida, dimessa collana di api morte
che
hanno trasformato il miele in sole.
Novembre 1920
Guarda la fifa a cosa ci ha ridotto,
o mio compagno dalla grande bocca.
Guarda il tabacco nostro che si sbriciola,
Schiaccianoci, babbeo, caro amico.
Come uno storno fischiarsi la vita,
come torta di noci divorarla;
ma è
un desiderio proibito…
Ottobre 1930
poesie da Ottanta Poesie
a cura di Remo Faccani
Premio Monselice per la traduzione - Remo Faccani vincitore 2010 per la traduzione del libro
di Osip Mandel'štam, Ottanta poesie, pubblicato dalla casa editrice Einaudi nel 2009 qui
"Le memorie della moglie di Osip Mandel’stam, il grande poeta russo morto nel gulag alla fine degli anni Trenta, sono “un Giudizio universale, sulla terra, per l’epoca dell’autrice e per la letteratura di quell’epoca” (Josif Brodskij) e un punto di riferimento fondamentale per chiunque voglia sapere cosa è stata la Russia di Stalin.
Anni Trenta. In una cerchia esclusiva dell’intellighenzia moscovita circola una poesia su Stalin, definito
“il montanaro del Cremlino, l’assassino, lo sbaraglia-mugicchi”.
L’ha scritta Osip Mandel’štam, una delle più importanti figure del Novecento letterario russo e europeo." [...]
Nadežda Jakovlevna Mandel'štam (Saratov, 18 ottobre 1899 – Mosca, 29 dicembre 1980) fu la moglie del poeta acmeista Osip Mandel'štam e, come lui, vittima delle Grandi purghe staliniane che la costrinsero all'esilio dall'Unione Sovietica tra il 1938 e il 1958. Scrisse due autobiografie, L’epoca e i lupi (1971) e Le mie memorie (1972). qui
Osip Mandel'štam è il poeta delle recenti domeniche di And (per chi non lo conoscesse qui ) e ora di tutti noi, sempre per la gioia di And... forse... sicuramente... mahhh
In apertura post: i miei scatti - Castello di Duino, il grande parco, sentiero. Meta di grandi artisti come Strauss, Liszt, D'Annunzio, Twain , Rilke... panorama spettacolare qui
- Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio
Interessante poeta, che non conoscevo per nulla. Storia emblematica la sua.
RispondiEliminaUn poeta coraggioso "disse tutto ciò che aveva da dire", come dovrebbero fare gl'intellettuali...
EliminaAltro poeta che non conoscevo e con una vita travagliata.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Poeta scomodo...
EliminaBuona settimana Cavaliere
La mia tesi di laurea era sul periodo fra le avanguardie degli anni Venti e il terrore degli anni Trenta. Povero Osip, una delle tante vittime di quei mostri che tarparono le ali per sempre alla libertà in Russia.
RispondiEliminaUn debito, voci coraggiose, come ho già detto... Soprattutto stridono molto con le tre scimmiette a cui siamo abituati oramai. Buona settimana e buona scrittura Silvia :*
EliminaNon lo conoscevo , ma nelle sue poesie , soprattutto quelle di guerra, si sente tutto il suo afflato poetico..
RispondiEliminaGrazie come sempre per queste preziose scoperte Santa mia...
Bacio!
Grandi versi Nella, ci trasmetto l'esperienza dolorosa di un uomo facendosi universali e direi senza tempo... Buona settimana e un abbraccio :*
EliminaIl tuo blog si conferma di grande valore culturale: non conoscevo Osip Mandel'štam ... Post davvero necessario. Grazie. Un abbraccio. Buona settimana.
RispondiEliminaSono sconfinate le voci della poesia, io ne conosco talmente poco. Se penso alla poesia sudamericana, russa, asiatica, araba, americana e la stessa europa. Credo sia bellissimo lo scambio, la condivisione, quello che amo del web poi e soprattutto il piacere di conoscere meravigliose persone... grazie Maria. Un bacio enorme :*
EliminaChe bello. Uno dei miei poeti preferiti e non solo. Un uomo che con le sue poesie e il suo esempio mi ha tenuto la mano durante molti momenti difficili.
RispondiEliminaFatto in punta di piedi, ma è dedicato a te, a questo momento difficile in cui si ha bisogno di amici che tengano stretta la mano. Un abbraccio :*
EliminaVersi pregni di vita, i suoi: paradossalmente, visto il vissuto. L'ho apprezzato davvero tanto, in questo tuo assaggio: mi ha trasportato per un lungo attimo in una soffice dimensione. Grazie Santa, buona settimana.
RispondiEliminaSi ha bisogno, talmente tanto, di soffici dimensioni Doc, per cui il tuo commento per un lungo attimo mi ha fatto stare bene.
EliminaE poi teniamo viva la poesia di Mandel'štam. Un abbraccio e una serena settimana :*