domenica 20 settembre 2015

Il Poeta della domenica... Boris Vian

"Non vorrei crepare"


Non vorrei crepare 

Non vorrei crepare 
Prima d'aver conosciuto 
I cani neri del Messico 
Che dormono senza sognare. 
Le scimmie a culo nudo

Divoratrici di fiori tropicali
I ragni d'argento 
Dal nido pieno di bolle 
Non vorrei crepare 
Senza sapere se la luna 
Dietro la faccia di vecchia moneta
Abbia una parte puntuta
Se il sole sia freddo 
Se le quattro stagioni 
Siano poi veramente quattro 
Senza aver tentato 
Di sfoggiare un vestito 
Lungo i grandi viali alberati
Senza aver contemplato
La bocca delle fogne
Senza aver ficcato il cazzo
In certi angoli bizzarri 
Non vorrei crepare 
Senza conoscere la lebbra 
O le sette malattie 
Che si prendono laggiù 
Il bene e il male 
Non mi tormenterebbero
Se sapessi 
Che che ci sarà una prima volta
E troverò pure 
Tutto ciò che conosco 
Tutto ciò che apprezzo 
E sono sicuro mi piace 
Il fondo verde del mare 
Dove ballano i filamenti delle alghe 
Sulla sabbia ondulata 
La terra bruciata di giugno 
La terra che si screpola 
L'odore delle conifere 
E i baci di colei 
Che mi fa stravedere
La bella per essenza 
Il mio Orsacchiotto, l'Orsola 
Non vorrei crepare 
Prima d'aver consumato 
La sua bocca con la mia bocca
Il suo corpo con le mie mani 
Il resto coi miei occhi 
Non dico altro bisogna 
Restare umili
Non vorrei crepare 
Prima che abbiano inventato 
Le rose eterne 
La giornata di due ore 
Il mare in montagna 
La montagna al mare 
La fine del dolore 
I giornali a colori 
La felicità dei ragazzi
E tante cose ancora 
Che dormono nei crani 
Degli ingegneri geniali  
Dei giardinieri allegri 
Di socievoli socialisti 
Di urbani urbanisti 
E di pensierosi pensatori 
Tante cose da vedere 
Da vedere e da sentire 
Tanto tempo da aspettare
Da cercare nel nero
E io vedo la fine 
Che brulica e che arriva
Con la sua gola schifosa
E che m'apre le braccia 
Da rana storpia
Non vorrei crepare 
Nossignore nossignora 
Prima d'aver assaporato
Il piacere che tormenta 
Il gusto più intenso
Non vorrei crepare 
Prima di aver gustato 
Il sapore della morte...



Boris Vian
Ville-d'Avray, 10 marzo 1920 – Parigi, 23 giugno 1959



Voglio una vita a forma di spina

Voglio una vita a forma di spina
Su un piatto azzurro
Voglio una vita a forma di cosa
Sul fondo di un coso solitario
Voglio una vita a forma di sabbia fra le mani
A forma di pane verde o di brocca
A forma di molle ciabatta
A forma di "dirindindina"
Di spazzacamino o di lillà
Di terra piena di sassi
Di barbiere selvaggio o di piumino folle
Voglio una vita a forma di te
Ed io l'ho, ma non mi basta ancora
Non sono mai contento.


Boris Vian et Juliette Greco à Saint-Germain des Prés
photo Paris-Match



"Nel 1938 incominciai a studiare la trombetta a rosolio
e immediatamente raggiunsi il livello di Armstrong;
la mollai per non privare il poveretto della pagnotta". (Boris Vian) 




Ivano Fossati  "Il disertore". La canzone e' stata scritta da Boris Vian nel 1954 e la traduzione, molto fedele, è di Giorgio Calabrese. (pubblicato da VideoBoxCover che ringrazio)
Le Déserteur è sicuramente la canzone contro la guerra più celebre di tutti i tempi. Canzone-simbolo conosciuta in tutto il mondo, è stata più volte censurata, tradotta in oltre 48 lingue e interpretata dai grandi della canzone internazionale. Sul sito Canzoni contro la guerra gli interpreti, le traduzioni, la storia e la chiusura originale non censurata qui


La vita, è come un dente
La vita, è come un dente
All'inizio non ci si pensa
Felici di masticare
Ma poi ecco che d'improvviso si guasta
Fa male, e preoccupati
Lo si cura non senza fastidi
E per essere veramente guariti,
Bisogna strapparlo, la vita.





Il trailer italiano di Mood Indigo - La schiuma dei giorni (L'Écume des jours) è un film del 2013 diretto da Michel Gondry, basato sul romanzo "La schiuma dei giorni" di Boris Vian



Se i poeti fossero meno stupidi

Se i poeti fossero meno stupidi
Se fossero meno pigri
Renderebbero tutti felici
Per poter occuparsi in pace
Delle loro sofferenze letterarie
Costruirebbero delle case gialle
Con grandi giardini davanti
E alberi pieni di uccelli
Di zufoletti e di grandi gigli
Di cinciatristi e di capinere-allegre
Di pennacchi, di sbafatori
E di piccoli corvi rossi
Che direbbero la buona ventura
Ci sarebbero dei grandi stagni
Con luci all'interno
Ci sarebbero duecento pesci
Dai crostacei al topo d'acqua
Dalla piccola moneta al «pépamule»
Dall'aguglia al passero-scranno
Dalla navicella all'asinello
Ci sarebbe aria nuova
Profumata dall'odore delle foglie
Si mangerebbe secondo l'estro
E si lavorerebbe senza fretta
A costruire scale
Di forme non ancora viste
Con legni venati di malva
Lisci come lei sotto le dita
Ma i poeti sono molto stupidi
Essi scrivono per cominciare
Invece di mettersi a lavorare
E ciò dà loro dei rimorsi 
Che essi conservano fino alla morte
Felici di aver così sofferto
Si compensano con delle orazioni
E li si dimentica in un giorno
Ma se fossero meno pigri
Verrebbero dimenticati in due.

poesie da Non vorrei crepare
a cura di G. A. Cibotto qui




All'interno del cabaret jazz "Le Tabou", i fratelli Vian, Boris alla tromba, Alain alla batteria e  Lelio alla chitarra, interpretano "Lo sceicco d'Arabia" (pubblicato da treiz0u che ringrazio)



(In apertura post Colin (Romain Duris) e Chloé (Audrey Tautou) in una scena del film Mood Indigo - La schiuma dei giorni)

  • Le immagini in questo post sono presenti solo a scopo illustrativo. Copyright dei rispettivi aventi diritto che ringrazio

8 commenti :

  1. O anima mia, non aspirare alla vita immortale, ma esaurisci il campo del possibile.
    Grazie Pindaro furioso

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    1. "Prova ancora. Fallisci ancora. Fallisci meglio"...
      e come scrive Camus: «Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo. Bisogna immaginare Sisifo felice.»
      Grazie per la visita caro Anonimo e per l'accostamento immeritato a Pindaro, ma son qui a far la ruota :*

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    2. Se io potessi vivere un’altra volta la mia vita
      nella prossima
      cercherei di fare più errori
      non cercherei di essere tanto perfetto,
      mi negherei di più,
      sarei meno serio di quanto sono stato,
      difatti prenderei
      pochissime cose sul serio.

      Sarei meno igienico,
      correrei più rischi, farei più viaggi, guarderei più
      tramonti, salirei più montagne, nuoterei più fiumi,
      andrei in più posti dove mai sono andato, mangerei più
      gelati e meno fave, avrei più problemi reali e
      meno immaginari.

      Io sono stato una di quelle persone che ha vissuto sensatamente e
      precisamente ogni minuto della sua vita; certo che ho avuto
      momenti di gioia ma se potessi tornare indietro cercherei
      di avere soltanto buoni momenti. Nel caso non lo sappiate,
      di quello è fatta la vita, solo di momenti;
      non ti perdere l’oggi.

      Io ero uno di quelli che mai
      andava in nessun posto senza
      un termometro,
      una borsa d’acqua calda, un ombrello
      e un paracadute; se potessi vivere di nuovo
      comincerei
      ad andare scalzo all’inizio della primavera
      e continuerei così fino alla fine dell’autunno.
      Farei più giri nella carrozzella,
      guarderei più albe
      e giocherei di più con i bambini,
      se avessi un’altra volta la vita davanti.
      Ma guardate, ho 85 anni e so che sto morendo.

      Purtroppo non vogliamo mai credere che le ruote siano rivolte direttamente a noi.

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    3. Samuel Johnson ha scritto: "Quasi tutte le assurdità del comportamento derivano dall'imitazione di coloro a cui non possiamo somigliare".
      Visto che il testo, presumibilmente opera di Don Herold, umorista e disegnatore di fumetti statunitense, all'origine s'intitolava "Raccoglierei più margherite", non posso che augurarti di vivere questa vita con leggerezza e bellezza :))

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  2. Ciao Santa, ti lascio un saluto prima di partire :-)

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  3. Il mio poeta di alcune domeniche è invece Osip Mandel'štam.
    un abbraccio

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    1. Allora condividiamolo, prossime domeniche Osip. Anche l'anteprima. Ti abbraccio anch'io :*

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