Dicono che il caso non esiste, ma
posso assicurarvi che di caso si tratta. Per chi non lo avesse letto ho
dedicato un post ad Edith Garrud, una donna quasi dimenticata, che ha allenato e
istruito le suffragette nella Londra dei primi del ‘900 a difendersi dagli
attacchi della polizia e dalle aggressioni degli anti-suffragisti. Ovviamente
per comprendere meglio la sua figura e il contesto vi rimando al post che
potrete leggere sia qui o sulla Bottega del Barbieri qui e ripreso anche da AgoraVox qui.
Ora, se lo avete letto, spero di
si, arrivo al “caso”: qualche giorno dopo la pubblicazione l’amico Daniele mi
segnala un articolo sull’attesissimo e nuovo videogioco action-adventure del
2018 “Red Dead Redemption 2”, sviluppato e pubblicato da Rockstar Games per
PlayStation 4 e Xbox One, l'articolo titolava “Per i giocatori di 'Red Dead Redemption 2' uccidere femministe è una figata”.
Al solito vi starete chiedendo
cosa c’entrano il caso, Edith Garrud, le
suffragette e il videogioco. È presto detto, questa volta non voglio lasciarvi
sulle spine, su Red Dead Redemption 2, ambientato nel 1899, i giocatori hanno
la possibilità di picchiare, abusare e uccidere proprio i personaggi ispirati
alle suffragette, le donne che hanno lottato per ottenere il diritto di voto.
Tanto che lo youtuber Shirrako ha
caricato sul suo canale due video tratti dal videogioco, “Red Dead Redemption 2 - Beating Up Annoying
Feminist,” e “Red Dead Redemption 2 -
Annoying Feminist Fed To Alligator” ottenendo ad oggi oltre 1 milione e 600
mila visualizzazioni, con commenti a dir poco sconcertanti: “Il mondo sarebbe
un posto migliore se lo facessimo nella vita reale”, “Sono molto offeso. Questa
è crudeltà sugli animali, l'alligatore non merita di essere trattato in quel
modo.”, “Bisognava anche bruciarla questa miserabile creatura, il suo cadavere
è indegno di inquinare il suolo del nostro grande pianeta!”.
Questi, per darvi un
assaggio. Youtube è dapprima intervenuto
chiudendo il canale di Shirrako per poi riaprirlo in seguito alla mobilitazione
e alle proteste degli utenti. Ovviamente si tratta di un gioco, del supplizio di pixel e di sicuro
l’attenzione è aumentata grazie anche alla reazione eccessiva, un’espediente
che ha fatto impennare l’interesse per “Red Dead Redemption 2”.
Nella vita
reale abbiamo situazioni al limite riguardo alla condizione della donna che
dovrebbero farci catapultare fuori dalle porte di casa e farci gridare senza
sosta, lasciando a un gioco il ruolo di gioco con tutte le questioni legate al
rapporto tra videogiochi e violenza, ma resta il fatto, e i commenti sono un
indice molto chiaro, di quanta misoginia, odio, per le donne esista. Andate a
leggerli… O magari no, contribuireste a creare ancora più rumore intorno al
videogioco.
La Rockstar Games ha di sicuro
studiato a tavolino la strategia, facendo content marketing intorno ai giocatori,
con la “suffragetta” ha infatti creato il caso.
Ciò che chiamiamo caso non è e non può essere altro che la causa ignorata d’un effetto noto, scriveva Voltaire.
Da un lato i misogini che nel
gioco esprimono tutto il loro odio e l’avversione verso le donne e dall’altro
lato le donne e le associazioni che chiedono di non consentirne l’uccisione,
questa limitazione al momento vale solo per i bambini. L’effetto è stato
assicurato, se non c’era motivo di parlare del videogioco siamo qui a parlarne,
anch’io che di videogiochi non sono patita ne sto parlando, vedi il caso.
Domani 25 novembre 2018 è la
Giornata contro la violenza sulle donne, come faccio di solito avrei dovuto
scrivere le statistiche, i dati, i numeri delle indagini condotte sulla
violenza alle donne, ho preferito invece parlarvi della reazione e degli
effetti di un videogioco, tanto la
gravità della situazione è nota a tutti, la stessa cronaca, italiana e
internazionale, ci da il quadro della situazione, mostrando come non siano
diminuite le violenze alle donne e l’efferatezza delle azioni.
“Red Dead Redemption 2” diventa
invece un pretesto per cogliere a caldo gli umori di internet e del suo popolo,
una riflessione sul fenomeno dei videogiochi che sono dei “veri e propri “mondi
online” dove contemporaneamente s’incontrano e interagiscono migliaia di
persone… quello che differenzia i videogame dai romanzi, dai film e da tutto
ciò che finora ci aveva intrattenuto è appunto la chiamata rivolta verso lo
spettatore affinché salga sul palcoscenico: senza di noi, in quanto
protagonisti, la storia nemmeno comincia. Se accettiamo la sfida, invece, ci
ritroviamo non soltanto a immedesimarci attivamente con un personaggio, ma
anche a scegliere quali azioni compirà e quali strade prenderà all’interno di
scenari spesso complessi e arricchiti da molti altri comprimari e da situazioni
coinvolgenti.” (Giuseppe Romano)
Eccoci al punto, migliaia di
persone che davanti ad una suffragetta scelgono quale azione compiere, dandoci
l’esatta idea degli umori dei "maschi", e l’atteggiamento è davvero
spaventoso.
Non so a voi, ma a me viene da chiedermi:
ma questi “soggetti” da chi sono stati partoriti, allattati, curati, cresciuti,
mantenuti, consolati, amati, da uno sciacallo?
Breaking habits, ph Sabine Jacobs 2016 |
Visto che “Per i giocatori di
'Red Dead Redemption 2' uccidere femministe è una figata”, vi lascio alla
lettura dell’articolo di Emanuel Maiberg, pubblicato su Motherboard US, che si
chiude con questa considerazione:
“Non credo che i videogiochi
possano essere accusati di provocare la violenza nel mondo reale, ma fanno
parte della nostra infrastruttura culturale che permette a qualcuno di
interpretare il ruolo di assassino anti-femminista (un problema di preoccupante
gravità nel mondo reale), di caricarne un video su YouTube a scopo di lucro, e
permettere ad altri di usare quel video come punto di partenza per discutere di
quanto odiano le donne nel mondo reale.”
Leggetelo dall’inizio qui
"Le donne hanno solo una piccola idea di quanto gli uomini le odiano."
Germaine Greer
Spaventoso sì!!!!!! Neppure io conosco il mondo dei videogiochi. Ma l'orrore di questo che racconti prescinde da essi. Non hanno che, appunto, dato voce a sentimenti diffusi nei confronti delle donne. Immorale l'operazione che i produttori del gioco hanno fatto. Secondo me da censurare, alla grande proprio! Se non è istigazione alla violenza quella (non ho visto il gioco, mi fido di quello che tu hai raccontato e, in fondo, non me ne meraviglio), il reato di istigazione alla violenza non esiste!!!!
RispondiEliminaE siamo più che d'accordo che l'educazione, pensata anche come prevenzione è la arma più potente.
Sulla violenza dei videogiochi si dibatte da anni e quella viene ben distribuita. Quello che mi ha sconcertato e che secondo me deve far riflettere sono le reazioni, potendo scegliere i giocatori hanno scelto la violenza e l'odio che viene fuori dai commenti è l'indice di quanto gli uomini odino le donne. Terrificante. Solo l'educazione "è l'arma più potente", vietare o sanzionare porterebbe a poco, visto quello che c'è dietro.
EliminaSiamo alla frutta! Marcia!
RispondiEliminaDa sempre i soldi nonn hanno mai avuto puzza nè quando le vittime erano poliiotti, nè quando erano persone di colore nè ora ocn donne e bambini,
Vergognoso!
Il problema grande è che con la poca sensibilità che c'è in giro dovuta anche al pohissimo cervello funzinante, questi giohi non fano altro che portare soldi a hi li crea e ad alimentare malanimo e odio.
Alimentano odio di sicuro, Patricia, ma ancora peggio assecondano istinti che già esistono, è questo il dato peggiore.
EliminaDico solo che è una vera vergogna che ci siano in giro videogiochi del genere. Ma non c'è nessuno che controlla cosa circola e ne vieta la diffusione ? Questo è un gioco che serve a stimolare gli istinti più bassi di tante menti perverse. Probabilmente in gioco ci sono parecchi soldi e non si guarda più agli effetti negativi su menti già predisposte. Saluti.
RispondiEliminaOramai i videogiochi fanno parte della nostra epoca, Mirtillo, così come l'aggressività che ci viene suggerita anche in ambiti di conversazione. Più che vietare, a mio avviso, bisogna "educare", credo che solo la cultura potrà salvarci.
EliminaAccidenti ... quanto è duro e indigeribile conoscere questa realtà.
RispondiEliminaE' doloroso, ma necessario. Grazie, Santa.
A volte, Maria, la realtà sembra superare anche la più fervida immaginazione. Certi commenti mi hanno lasciata ammutolita... Non si può credere.
EliminaAssurdo, un videogioco vergognoso! Qui il punto non è solo la violenza del videogioco ma il messaggio che passa e sembra voler promuovere: quello che le femministe si meritano quella fine. Vomitevole!
RispondiEliminaUn'operazione, caro Daniele, ben riuscita. E a leggere i commenti l'aria che tira è terrificante o meglio come scrivi tu: Vomitevole.
EliminaQuesto videogame è vergognoso, ho letto la notizia sinceramente mi ha fatto venire il voltastomaco.
RispondiEliminaSaluti a presto.
Quando si ha a che fare con le vendite, Cavaliere, non c'è etica che tenga. Si assecondano gli umori, soprattutto quelli più bassi...
EliminaUn caro saluto anche a te.
Ma scherziamo? Ma è una vergogna diseducativa e per nulla rispettosa! SCHIFO!
RispondiEliminaBenvenuta Federica, purtroppo la "diseducazione" comincia molto prima e i frutti si vedono anche nell'intrattenimento. I videogiochi sono solo la ciliegina...
EliminaSono doppiamente indignato, come alligatore e come femminista. Credo che rappresenti una tendenza presente nella società attuale, non solo del 2018, ma degli ultimi 50 anni, cioè da quando, con una forza di movimento reale, si sono messe in discussione molte cose, a partire dal ruolo della donna nella società. Mi riferisco a quel fenomeno passato alla Storia come il '68, periodo che inizia negli anni '60, e dura fino al '77, potremmo dire schematizzando, e che ha avuto nelle lotte delle donne uno dei motori. In contrapposizione a questo, abbiamo avuto l'emergere degli umori più neri, volgari, primitivi, che prima erano più borghesemente quieti. Con l'emergere del web, questi umori sono diventati ancora più evidenti. Dovremmo cercare di riportare in superficie quelli del '68 (a volte, piccoli o grandi, ci siamo riusciti con i nostri blog, anche con post come questi).
RispondiEliminaHai riassunto molto bene, Alli, la situazione. Abbiamo lasciato correre le "impercettibili riduzioni", che spesso riporto prendendo a prestito una citazione, senza renderci conto che hanno portato ad una decrescita sociale in tutti i sensi e in questa decrescita sono sempre le cosiddette "fasce deboli" a pagarne le conseguenze. E la donna per cultura rientra in questa fascia. Purtroppo la comunicazione di massa vince in questo modello con stereotipi sempre più mortificanti. Che le piccole o grandi voci dei blog continuino a mostrare un mondo diverso, sennò è finita!
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